Più di centomila quotidiani, oltre 17 tonnellate di carta sono state
buttate al macero.
così è finita la collezione privata di giornali più
ricca d’Italia, l’emeroteca Borellini. Quella che il giornalista Enrico
Borellini, ex capoufficio stampa del gruppo della Margherita al Senato e
successivamente del Pdci di Oliviero Diliberto, aveva messo insieme in
32 anni. Tre tir hanno trasportato in una cartiera di Canino, in
provincia di Viterbo, l’enorme collezione.
Nessuna biblioteca, nessun comune si è fatto avanti per rilevarla; e
così le 17 tonnellate di storia nazionale sono state distrutte: l’incubo
di ogni collezionista. Infatti Borellini non l’ha presa bene, basta
leggere il suo profilo Facebook.
La raccolta, iniziata nel 1980 (inizialmente sei quotidiani al giorno
arrivati ai 20 degli ultimi tempi), era custodita in un capannone nel
paese di Ronciglione, nei pressi di Viterbo, comprato da Borellini
quando si è reso conto che ogni anfratto della sua abitazione era invaso
da giornali.
Fin quando ha potuto pagare la rata del mutuo, Borellini ha
continuato a riempire scatoloni e stiparli nelle scaffalature; ma quando
Diliberto gli ha comunicato che non era più in grado di pagargli lo
stipendio, ha dovuto interrompere i pagamenti mensili. Tempo qualche
mese e la banca ha messo in vendita il fabbricato.
Nel tentativo di salvare la sua creatura, Borellini ha cercato con
ogni mezzo di trovare un’istituto universitario, una biblioteca, un
comune che fossero interessati ad acquisire (gratis) la raccolta e che
si prendessero l’impegno di portarla avanti negli anni a venire. Molti
si sono detti interessati, ma nessuno è stato in grado di trovare i
40mila euro necessari per trasportare e sistemare l’emeroteca.
Sembrava quasi fatta con il comune di Torino: ”Fassino – racconta
Borellini – ha mandato anche un tecnico a ispezionare il capannone per
organizzare il trasporto. Ma poi sono spariti”. Poi l’epilogo. A
Borellini è stato solo concessa la possibilità di decidere dove
trasportare tutto il materiale, ”un po’ come a un condannato alla pena
capitale cui viene concesso di scegliere di che morte morire” ha
commentato sul suo profilo facebook.
La scelta è caduta sulla cartiera di Canino, che trasformerà le
migliaia di tonnellate in 8 mega bobine di carta (il filmato è visibile
sulla pagina facebook di Borellini) che forse serviranno a produrre
nuovi giornali
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