Oltre cento “clienti” al giorno, provenienti anche da fuori
provincia.
Una piazza dello smercio della droga controllata dai rom
catanzaresi, con giovani armati di pistola a fare la guardia sulle due
uniche strade di accesso. Zona invalicabile per chiunque altro, forze
dell’ordine comprese, che però sono riuscite a piazzare all’interno due
telecamere, avviando l’indagine “Double fault” che ha permesso di
sgominare l’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di
sostanze stupefacenti. Non c’era un capo in questa “isola
dell’illegalità”, dal momento che tutti sono parenti tra loro ed ognuno
partecipava attivamente all’attività criminale. Tutti insieme
nascondevano la droga, la vendevano, celavano le armi nei posti più
insoliti. L’inchiesta della squadra Mobile di Catanzaro, però, ha posto
fine a tutto questo, con 32 ordinanze di custodia cautelare in carcere e
14 obblighi di dimora nei comuni di Catanzaro e Crotone. Circa 250
poliziotti, con l’ausilio di un elicottero, hanno cinto d’assedio la
roccaforte dei rom portandosi via un quarto della popolazione residente
nell’area. Nessun accampamento, ma una ventina di villette a schiera
dove qualche anno fa si era immaginato di fare risiedere i rom stanziali
nel tentativo di integrarli con il resto del territorio. Ed invece,
nell’area di Germaneto a sud della città, era stato messo in piedi un
grande “outlet” degli stupefacenti, come lo ha definito in conferenza
stampa il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli. Le donne erano
artefici del mercato al punto da nascondere la droga anche nelle
carrozzine dei piccoli portati a spasso nel quartiere. Il meccanismo era
semplice: i clienti, con le auto in fila, venivano
fatti entrare nel
“fortino” dalle vedette piazzate sulle due vie d’accesso, quindi
ritiravano la merce in pochi secondi, pagavano e andavano via.
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