Per la Cassazione i blog, anche di informazione, non rientrano nei
prodotti editoriali della legge sull'editoria e non devono essere
registrati e non sono stampa clandestina.
Dopo la lettura della sentenza, Carlo Ruta ha dichiarato: «Questa
sentenza di Cassazione è degna della tradizione del nostro Paese, che
ha dietro di sé una cultura giuridica di prim'ordine. Mi preme di
ringraziare per prima cosa tutti coloro che hanno sostenuto fino
all'esito conclusivo questa campagna di libertà. A loro il web deve
davvero tanto. Sono passati oltre sette anni, e questa sentenza,
determinante per il destino della comunicazione in rete, ripaga i
sacrifici fatti e l'impegno di tutti. D'ora in poi possiamo dirci
davvero più liberi».
è arrivata la sentenza definitiva della Corte di Cassazione sul caso di Carlo Ruta, condannato in primo e secondo grado per stampa clandestina e oggi assolto con formula piena "perché il fatto non sussiste".
La III Sezione della Corte di Cassazione ha emesso una sentenza molto
attesa e pone cosi fine a cinque anni di dibattiti sulla natura dei
blog giornalistici e se devono essere obbligatoriamente registrati
presso l'apposito registro delle testate editoriali, se non si vuole
commettere il reato di stampa clandestina: "Chiunque
intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che
sia stata eseguita la registrazione prescritta dall'art. 5, è punito
con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire 500.000. La
stessa pena si applica a chiunque pubblica uno stampato non periodico,
dal quale non risulti il nome dell'editore né quello dello stampatore o
nel quale questi siano indicati in modo non conforme al vero" (legge n. 47 del 1948).
L'avvocato Giuseppe Arnone, difensore di Carlo Ruta, ha commentato: «Oggi
la Corte di Cassazione, accogliendo le mie argomentazioni, ha scritto
una pagina storica in ordine ai valori della libertà di pensiero e
d'informazione, anche in relazione ai nuovi strumenti di trasmissione
del pensiero.
Ancora una volta la massima Corte si è dimostrata ben più
avanzata e liberale dei giudici di merito. Giustizia quindi è stata
fatta nel modo più alto».
Pier Luigi Tolardo
zeusnews.it
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