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domenica 17 febbraio 2013

Il fuso, la spola, e l'ago.fiaba, racconto ( Raccolta dei più bei Racconti)

In un villaggio ai Piedi dei monti, sovrastato dal castello del Re…
… c'era una fanciulla, che aveva perduto i genitori quando era ancora in tenera età. La piccola derelitta fu presa in casa della madrina, che l'allevò educandola all'arte di filare, tessere e cucire.
  Ricorda, bambina mia, il fuso serve per filare, la spola per tessere, l'ago per cucire. Se tu tratterai bene questi oggetti e manterrai sempre puro questo tuo cuore, non ti mancherà mai lino da filare, trama ed ordito da tessere, panno da cucire, camicia da vendere. E poi…
(canticchiando)

Fuso, mio fuso, su gira in fretta,
porta lo sposo nella casetta.

Tessi, mia spola, la stoffa più fina,
mena lo sposo nella casina.

Ago, bell'ago, acuto e sottile,
fa' per lo sposo la casa gentile.
Quando la fanciulla ebbe 15 anni, la vecchia si ammalò e la chiamò al suo capezzale.
Cara figliola, sento che si avvicina la fine. Ti lascio la casetta, che ti proteggerà dal vento e dalla tempesta; e inoltre il fuso, la spola e l'ago, perché tu possa guadagnarti il pane.
  Cara madrina, ti prego non morire. Io sono sola e derelitta. Come farò senza di te, me infelice?
Serba Dio nel tuo cuore e non avrai che bene. Io muoio, non ti abbandono, la mia benedizione ti proteggerà
Ora la fanciulla viveva sola sola nella casetta. Filava, tesseva e cuciva assiduamente e su tutto quel che faceva pareva scendere la benedizione della buona vecchia. Era come se il lino aumentasse da sé nella stanza  e quando ella aveva tessuto una pezza di panno, o un tappeto, o aveva cucito una camicia, si trovava subito un compratore che pagava lautamente
In quei giorni il figlio del re, accompagnato dal ciambellano, girava il Paese in cerca di una sposa.
  Mio Principe, sono certo che in questo Paese la Vostra Maestà troverà una sposa degna del suo rango.
Sir, ho più volte detto , e torno a ripetere, che non desidero una donna ricca di fronzoli e povera di sentimenti come le dame del palazzo. Io so che spesso, invece, la povertà di mezzi si sposa alla nobiltà del cuore e alla bellezza della persona.
  La Vostra Maestà mi consentirà di dissentire. I sudditi di Vostra
Signoria mai perdonerebbero una scelta che non fosse adeguata all'alto lignaggio della Vostra schiatta. Voi, Maestà, non potete scegliere una donna povera.
Ciò che posso, io non voglio. E ciò che voglio, io non posso. Come conciliare dovere e piacere? Decreto, dunque, che diventerà mia moglie quella che a un tempo sia la più povera e la più ricca.
Ahi! Le cose si mettono male, se il mio signore si mette a vaneggiare. Che strane pretese ha il mio principe. Mi sembra proprio che abbia perduto il senno. Come può esistere al mondo una cosa che sia il contrario di se stessa? Ma lasciamolo cuocere nel suo brodo … Alla fine dovrà pure accorgersi che la ragione sta solo da una parte: la mia!
Eccellente, veramente eccellente! La Vostra Maestà ha avuto un'idea meravigliosa, in tutto degna di un filosofo antico. Diamoci, dunque, da fare! Ecco laggiù un villano. Chiediamogli chi sia la fanciulla più povera e la più ricca del villaggio.
  Buon uomo, sapreste indicarci la fanciulla più ricca e la più povera di questo sito?
Signore, è semplice. Ecco, vedete quella dama seduta al sole, che si lascia pettinare dall'ancella? Quella è la più ricca del villaggio.
Permettete, madama, che vi presenti l'illustrissimo Principe, signore di tutte queste terre?
  Andiamo via da qui! Questa donna oziosa e in ghingheri, tutta maniere e niente sostanza, mi dà sui nervi.
Signore, se volete, quella in fondo al villaggio è la casetta della più povera.
Sir, abbiate la compiacenza di attendermi qui, facendo compagnia a questo brav'uomo. Mi recherò da solo a quella casetta. Qualcosa mi dice che il mio destino mi verrà incontro.
  Bella fanciulla, lasciate che io vi ammiri.
Oh, come fa caldo su questo balcone! Mi sento tutta avvampare! È meglio che
rientri in camera. Peccato, è già scomparsa quella mirabile visione. Ella non vuole parlarmi. Ed io sono costretto a proseguire la mia strada. Che bel Principe! Eche belle piume bianche ha il suo cappello! Adesso che non mi vede posso guardarlo senza arrossire
Fuso, mio fuso, su gira in fretta
porta lo sposo nella casetta

il fuso le schizza via di mano e si mette ad inseguire il Principe, tirandosi dietro un lucente filo d'oro
  Dio mio, che cosa accade? Questa è magia!
il fuso raggiunge il Principe e si mette a danzarli intorno allegramente.
Cosa vedo? Forse il fuso vuol mostrarmi la strada? si volta e torna indietro, seguendo il filo d'oro che si dipana.

Tessi, mia spola, la stoffa più fina,
mena lo sposo nella casina.

la spola le schizza via di mano e scende verso la porta, tirandosi dietro uno splendido tappeto.
la fanciulla cuce e canticchia
Ago, bell'ago, acuto e sottile,
fa' per lo sposo la casa gentile.

l'ago le schizza via dalle dita e vola giù nella stanza.
Tavola e panche sono coperte di panno verde; le sedie di velluto; alla finestra tendine di seta.

  Il principe passando sul tappeto disse: Tu sei la più povera e anche la più ricca! Vieni con me, sarai la mia sposa! E cosi andarono al suo regno, e ci rimasero felici e contenti.

3 commenti:

  1. una buona domenica a tutti da
    Domenico

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  2. Ciao Sellia!!!! Un caro saluto a tutti voi

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  3. anche se non strettamente di origini nostre i racconti di una volta sono sempre belli da leggere

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