domenica 14 aprile 2013

" A za gelusa du rrè" La Zia gelosa del re (Terza ed ultima parte) Racconti Calabresi

Così il capo brigante viene a conoscenza delle meraviglie che ci sono e pensa -  "Ora capisco perché quella donna vuole uccidere i ragazzi! Altro che usurpare il trono! Sicuramente vuole per sé tutto e sono sicuro che al momento che andrò a reclamare il resto pattuito, con o senza prove, quella mi farà uccidere. Bisogna che mi fermi a pensare." - Diede ordine di accamparsi per la notte, dicendo che l'attacco al mattino era più sicuro. -Così poteva prendere tempo per cambiare i suoi piani - Intanto che il brigante ragionava e pensava al da farsi, Chiomadorata guarda l'anello e si accorge che cambia colore, chiama subito i suoi fratelli e li avverte che c'è un pericolo in arrivo. Insieme strofinano tre volte l'anello e dentro la pietra appare il viso della fata che così parla - "Ragazzi, siete in pericolo ed anche se non posso essere con voi di persona farò in modo di aiutarvi lo stesso." -  Detto questo si vede arrivare un corvo grande e nero che si posa sulla spalla di Selenio e  dice - "Ho il dono della parola per volere della fata vostra nutrice e vi dico che dei briganti, fermi al fiume, sono stati mandati dalla zia del re , gelosa,  per uccidervi. Ho il compito di stare sempre con voi ed essere vostro messaggero. Non posso fare altro!" -  " Fratelli " - dice Chiomadorata - " Dobbiamo contare sulle nostre forze. Usiamo i nostri poteri e guardiamo di allontanare questo pericolo." - Allora Selenio, fece spengere tutte le luci , spalancò  gli occhi che emanavano una luce capace di rischiarare per chilometri la notte, più chiara e più potente di quella della luna piena e cominciò a cercare. Vide la banda ferma al fiume e la riconobbe per tutte le armi che avevano accanto. Descrive il posto ai fratelli e Marino dice - "Ora é compito mio. Mentre io mi concentro, tu, Selenio, tieni gli occhi su quella gente .  Marino  concentra i suoi poteri sulle acque del cielo e del fiume dove sono i briganti e li comanda di crescere. Così, inaspettatamente, i briganti sono sommersi da una pioggia torrenziale e prima che possano rendersi conto di cosa succede il fiume cresce, straripa e li travolge; senza risparmiare nessuno. Intanto alla reggia, miracolosamente scampato ad un mare in tempesta, arriva il re di ritorno dalla guerra. Ad aspettarlo c'é la zia che, sicura di aver sistemato i ragazzi, ricorda al re che deve far giustiziare la moglie ingannatrice per dare l'esempio. E poi pensare a prendere moglie un'altra volta. Perché un regno non può restare senza eredi.
Il re la manda via dicendo che ci penserà. Va a letto. Ma mentre sta per addormentarsi gli sembra che un corvo entri nella stanza e svolazzando canticchi- "Una mamma piange e prega per giustizia e tre figli aspettano notizia".  La mattina si alza con questo ritornello nella testa , va al balcone e vede, proprio davanti,  il palazzo  delle meraviglie : tre volte più bello della reggia. Subito chiama i dignitari e chiede spiegazioni. Questi si mettono a raccontare delle grandi cose che si dicono su quel palazzo e del fatto che nessuno conosca i proprietari che, si dice, abbiano poteri fatati.


Il re ordina subito che vengano portati al suo cospetto gli abitanti del palazzo e che tutta la corte sia presente, non uno di meno. Intanto il corvo, che era stato mandato dalla fata per informare il re e proteggere i ragazzi , li chiama e li avverte che gli ambasciatori del re stavano arrivando per portarli a palazzo. Così fu. Chiomadorata, Marino e Selenio arrivarono al palazzo con dietro di loro un corvo che ripeteva "Una mamma piange e prega per giustizia e tre figli aspettano notizia". Il re rimase di sasso nel riconoscere lo stornello del corvo come quello che aveva sentito nella notte e nel vedere che i  ragazzi  erano tale e quali a quelli che lui sognava quando, lontano, pensava ai figli che avrebbe dovuto dargli Felicetta. Si girò allora verso la zia come per chiedere spiegazioni e le vide diventare il viso come la cenere  e tutto il corpo percorso da un tremolio. Capì che c'era qualcosa di poco chiaro. Ma fece finta di niente. Chiamò i ragazzi e chiese loro se avessero qualcosa da chiedergli in dono come regalo di buon vicinato e Selenio disse- "C'è una donna chiusa nel buio della torre più alta del castello, ti chiediamo di riscattarla." - Come fai a saperlo? - gli chiese il re - "Perché i miei occhi vedono il buio." - "E come pensi di riscattarla?"- "Con l'oro dei capelli di mia sorella."- E perchè io te la devo concedere? - "Perchè mio fratello calmò la tempesta che ti sorprese in mare al tuo ritorno." - "Chi mi dice che quello che dite é il vero?" - "Io,  il corvo che vedi . Venuto quì, per volere della fata che tutto sa, per smascherare le malefatte di tua zia e renderti i tuoi figli e tua moglie.
La zia, a questo punto, si sentì scoperta  e cercò di scappare ma il re la fece fermare dalle sue guardie e sotto le minacce raccontò tutta la verità. Il re era pronto a tagliarle la testa ma non fece in tempo. La zia diventò verde, gialla e di mille colori per la rabbia  e schiattò.
Il re liberò subito Felicetta chiedendo perdono a lei ed ai figli per aver creduto alle parole della zia. La fece curare e rimettersi. Poi fece preparare una festa grandissima. Vennero invitati tutti i sudditi ed i regnanti dei paesi vicini, perchè tutti potessero vedere la sua fortuna di avere:  un figlio che illuminava il buio, uno che faceva danzare le acque delle fontane di tutti i giardini ed una

bellissima figlia che era la sua ricchezza e quella di chi, un domani, avrebbe avuto la fortuna di sposarla e soprattutto rendessero omaggio alla sua sposa che,  nonostante i torti subiti,  era ancora bella ed innamorata del suo re. Questo era scritto nell'invito.
Non c'era scritto che il cuore buono del re e di sua moglie avevano fatto in modo che la figlia della zia gelosa sposasse il più alto dignitario del regno, di cui era da sempre innamorata di nascosto della madre, in modo che tutti potessero vivere felici e contenti.

2 commenti:

  1. un bel racconto antico calabrese vorrei se possibile inviarne uno io molto bello che mi narravano durante l'infanzia magari se potete lo pubblicate
    Giovanni M

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  2. Come al solito la mia buona domenica giunga a tutti voi ciaooo Sellia
    Maria

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