riconducibile a Nicolino Grande Aracri, sui villaggi turistici del crotonese e del catanzarese. La cosca cutrese, in base alle indagini ed alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, sarebbe stata in grado di condizionare l'amministrazione, le manutenzioni e le forniture nei villaggi della costa crotonese e catanzarese. Per imporre la propria volontà il clan sarebbe ricorso a minacce ed aggressioni come nel caso del villaggio Capopiccolo di Isola Capo Rizzuto, messaggi e aggressione fisica. Anche i villaggi "controllati" da cosche non proprio alleate, come il caso del "Praialonga" di Isola Capo Rizzuto, dovevano comunque rispondere a Nicolino Grande Aracri che, scrive la Dda di Catanzaro,
Nel 2013, nel pieno delle indagini che ieri hanno portato al fermo di 37 persone, la Procura di Catanzaro intervenne per bloccare una estorsione che Nicolino Grande Aracri avrebbe preteso dai proprietari del villaggio turistico Porto Kaleo di Cutro. Un milione e mezzo di euro la tentata estorsione, accompagnata da minacce, scoperta dai carabinieri e ammessa poi dai proprietari del villaggio. Ma Nicolino Grande Aracri e i suoi sodali pensavano in grande. Così, avrebbero tentato di "entrare" anche nel villaggio Eucaliptus di Simeri Crichi (CZ).
I sodali lavorano per allargare questo cerchio. Come nel caso del villaggio Costa del turchese di Botricello (CZ).In questo caso, il clan era rimasto fuori, ma dalle intercettazioni emerge la volontà di cacciare l’amministratore in carica per affidare questo incarico direttamente ad un personaggio di primo piano della cosca: Domenico Grande Aracri, fratello di Nicolino, avvocato penalista, incensurato fino all’operazione di ieri, quando il suo nome è finito nel provvedimento di arresto della Dda di Bologna.
I rappresentanti del clan cutrese ne sono certi: quel villaggio doveva andare in mano all’avvocato e per questo, tra il 2012 e il 2013, ragionavano sulle azioni da intraprendere.
I villaggi turistici sono "le prede particolarmente ambite" per la
'ndrangheta, e la cosca guidata da Nicolino Grande Aracri ne era
convinta. L’ordinanza di fermo emessa dalla Direzione distrettuale di
Catanzaro nei confronti di 37 esponenti del clan, evidenzia l’attenzione
nei confronti delle strutture ricettive tra le province di Catanzaro e
Crotone. Il controllo della gran parte dei villaggi era in mano alla
potente cosca di Cutro, in grado di determinare amministratori, lavori,
manutenzioni, forniture e servizi. E laddove questo non era ancora
avvenuto, scattavano interessi, progetti, ambizioni. Per tenere sotto
assedio le strutture, gli esponenti del clan usavano qualunque formula.
Dalle minacce alle ... aggressioni. Un milione e mezzo di euro la tentata estorsione, accompagnata da
minacce, scoperta dai carabinieri e ammessa poi dai proprietari del
villaggio. Ma Nicolino Grande Aracri e i suoi sodali pensavano in
grande. Così, avrebbero tentato di "entrare" anche nel villaggio
Eucaliptus di Simeri Crichi (CZ). E per farlo avevano anche preparato un
grande piano di rilancio, evidenzia la Dda: mega investimenti per
realizzare nuove infrastrutture all’interno e ottenere maggiori
profitti. La mappa dei villaggi controllati dalla cosca era sempre più
ampia. Allargandosi anche a quelle strutture che ancora non erano
entrate nella loro disponibilità. I sodali lavorano per allargare questo
cerchio. Come nel caso del villaggio Costa del turchese di Botricello
(CZ).
su segnalazione
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