mercoledì 25 febbraio 2015

265 dipendenti a casa, 1000 malati, 800 in lista d'attesa, 450 chemioterapici, 200 in oncogenetica, 50 visite specialistiche giornaliere.Tutti a ringraziare i nostri 4 politici che quando si impegnano riescono a distruggere le speranze dei Calabresi

"Il doloroso epilogo della Fondazione Campanella costringe i malati oncologici a vivere un dramma nel dramma che non può lasciare nessuno indifferente". Lo afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, "che, all'indomani del decreto emesso dal Prefetto di Catanzaro, atto dovuto da parte del rappresentante del Governo, con cui si dichiara 'estinto' il polo di Germaneto - è detto in un comunicato - pensa a tutti coloro che dovranno cercare una soluzione diversa per non smettere di sperare". "I malati oncologici - aggiunge Abramo - necessitano di cure e di forme di assistenza continue che non possono essere rinviate o, peggio ancora, sospese. Ritenere tutto ciò possibile è un gesto di grave irresponsabilità.

E’ stato notificato nei giorni scorsi dal Prefetto di Catanzaro il decreto con il quale la Prefettura di Catanzaro ha “accertato l’impossibilità per la Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Tumori Tommaso Campanella, di raggiungere lo scopo per il conseguimento del quale l’Ente era stato costituito, causa di estinzione della personalità giuridica espressamente disciplinata dal codice civile all’art. 27 … considerato che la Regione Calabria non abbia pienamente adempiuto alle obbligazioni assunte in sede di costituzione della Fondazione e tale inadempimento ha determinato il sorgere di gravi difficoltà economiche nella gestione dell’ente”. ”Premetto – scrive in una lettera Maria Stefania Marzano, una dipendente della Fondazione Tommaso Campanella –  di non essere un laureata in giurisprudenza, né di essere un avvocato o un giurista, ma sono una semplice dipendente della Fondazione Tommaso Campanella che, oltre a vivere quotidianamente la storia della stessa, si è imbattuta, da gennaio 2014, nella necessità di dover approfondire lo studio delle vicende della Fondazione per elaborare la tesi di laurea specialistica in Management e Consulenza Aziendale, tesi che si prefiggeva come obiettivo trovare, appunto, una soluzione per rilanciare la Fondazione Campanella. E dopo mesi di studio e analisi di tutta la normativa e gli atti ufficialmente pubblicati e resi pubblici sulla Fondazione e sulla sanità calabrese in genere, sono arrivata ad una conclusione molto semplice che si trova nell’art. 28 del codice civile, proprio quello successivo all’art. 27 chiamato in causa dal Prefetto nel suo Decreto. E l’art. 28, che ha come titolo “Trasformazione delle Fondazioni”, recita testualmente: “Quando lo scopo è esaurito o divenuto impossibile o di scarsa utilità, o il patrimonio è divenuto insufficiente, l’autorità governativa, anziché dichiarare estinta la fondazione, può provvedere alla sua trasformazione, allontanandosi il meno possibile dalla volontà del fondatore. Ed è qui che ho pensato ad una soluzione per la Fondazione Tommaso Campanella: per darle continuità e rilancio e, soprattutto, per superare definitivamente tutte le incongruenze e le ambiguità che la contraddistinguono, quale soluzione migliore se non “trasformarla”, ovvero fornirle un nuovo scopo e una “nuova mission”! Certo, non occorre dimenticare il Commissariamento, il Piano di Rientro e tutti i vincoli imposti, ma penso sia indiscutibile che siano, oltre all’Autorità Governativa, anche i Soci Fondatori, ovvero la Regione Calabria e l’Università di Catanzaro (quest’ultima l’unica, al momento, in Calabria a gestire una Facoltà di Medicina e Chirurgia) a poter scegliere di ridefinire o meno la “mission” della Fondazione Tommaso Campanella, trasformandone lo scopo statutariamente previsto. Anche perchè sono sempre loro i soggetti cui fa capo la responsabilità di ridisegnare la rete ospedaliera catanzarese e calabrese integrata con quella universitaria. Spesso si dimentica, infatti, che la Fondazione è una realtà fortemente radicata sul territorio ormai da anni e le competenze professionali, accumulate nel tempo dal personale dipendente in campo oncologico e non, rappresentano, di certo, dei punti di forza da sfruttare per tutto il panorama sanitario e formativo calabrese! E’, infatti, una struttura che da anni eroga assistenza ai malati di tumore e non, elemento, penso, indubbiamente, di vanto per la Calabria e di rilevanza per la riduzione della migrazione sanitaria. Inoltre, non nascondo, che da dipendente della Fondazione, ritengo che dalla salvezza e tutela dell’“ENTE” Fondazione T.C. passi anche la tutela del mio posto di lavoro e di oltre 200 dipendenti che dalla messa in .........
liquidazione della stessa si troverebbero senza un’occupazione e senza la possibilità di essere ricollocati in altri enti pubblici, considerato che la Fondazione è, comunque, un ente privato. Ed è dal giorno di stesura della mia tesi che io sogno e spero ogni giorno che qualcuno riesca a vedere la Fondazione Tommaso Campanella come uno strumento e un “patrimonio” da utilizzare e “valorizzare” e non da distruggere. Ma le mie speranze ed il mio sogno terminano oggi – conclude la dipendente della Fondazione –  Nel mio risveglio c’è solo un Decreto che ne accerta le cause di estinzione. Nessuno ha visto, vede e vedrà mai una vita diversa per la Fondazione Campanella. O, forse, nessuno ha visto, vuole vedere e non lo vorrà vedere mai. 

2 commenti:

  1. I politici catanzaresi non valgono nulla

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  2. No tutti i politici valgono solo per se stessi e amici e per prendere stipendi e vitalizi.

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