Un vero e proprio terremoto quello che si è abbattuto oggi sulla Fincalabra, l’ente in house della Regione Calabria, istituita a sostegno del sistema produttivo regionale. Cinque persone denunciate per peculato ed eseguito un sequestro da oltre 1,8 milioni di euro.
Le indagini, eseguite della Guardia di Finanza di Catanzaro, si focalizzano su una presunta distrazione di fondi comunitari avvenuta in soli tre mesi, ovvero da fine agosto a metà novembre del 2015. Una cifra di oltre 46 milioni di euro affidata in gestione a Fincalabra e che doveva essere vincolata esclusivamente al finanziamento di progetti presentati da piccole e medie imprese. Secondo gli investigatori, il Consiglio d’Amministrazione dell’Ente in house, allora in carica, con il concorso dei dirigenti della banca Widiba, che fa parte del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, avrebbe utilizzato indebitamente la somma per acquistare diversi strumenti finanziari, sia nazionali che esteri, caratterizzati, tra l’altro, da un altissimo rischio e volatilità, provocando così un ammanco nelle casse regionali stimato in poco meno di 1,9 milioni di euro. Un danno che viene calcolato, nel complesso, in oltre 360 mila euro per provvigioni corrisposte al promotore finanziario, altri 685 mila che sarebbero riconducibili a spese o commissioni trattenute dalla stessa banca e, infine, 822 mila euro come perdita netta di valore subita dai titoli acquistati dalla Fincalabra. Per questo è stato disposto il sequestro per equivalente, ma sono stati anche e contestualmente notificati degli avvisi di garanzia, nei confronti del presidente del consiglio d’amministrazione pro tempore dell’Ente, di altri due componenti del Cda e altrettanti dirigenti della Widiba, intermediaria nell’acquisto dei titoli. Il sequestro ha riguardato disponibilità finanziarie, cespiti immobiliari ed altri beni mobili riconducibili agli indagati, individuati grazie agli accertamenti economico-patrimoniali svolti dai finanzieri.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le.........
indagini preliminari di Catanzaro, Pietro Carè, su richiesta del sostituto Fabiana Rapino e dell’aggiunto Giovanni Bombardieri, della Procura del capoluogo, diretta dal procuratore Nicola Gratteri.su segnalazione
Grazie grazie e ancora grazie alla serietà,alla capacità,al coraggio del dott Gratteri e di tutta la sua squadra, La Calabria onesta è sempre con tutti voi .Andiamo avanti ripuliamo la nostra terra dagli avvoltoi e dai predatori!!!!! Forse qualcosa cambierà!!!!!
RispondiEliminaIl lavoro che state facendo vi rende onore!!!!!
RispondiEliminaE' bene che tutti capiscano che in Calabria ci sono persone oneste che vogliono bene a questa povera terra sfruttata e amareggiata!!!! Andate avanti e che il Signore benedica i vostri passi quotidianamente! A buon rendere!!!