giovedì 18 giugno 2020

Uccise il cugino per una ragazza contesa. Il tribunale di Catanzaro dimezza la pena da 30 a 16 anni per il 21enne che con un coltello ammazzò il cugino per gelosia

Pena quasi dimezzata in appello nei confronti di Gaetano Muller, 21 anni di Sorianello, accusato dell'omicidio del cugino Bruno Lazzaro, colpito con una coltellata il 4 marzo di due  anni fa in località “Savini”, per motivi di gelosia.

In primo grado Muller (difeso dall'avvocato Giuseppe Di Renzo e dall'avvocato Vincenzo Galeota) era stato condannato a 30 anni al termine del processo con rito abbreviato. Condanna ridotta a 16 anni in Appello in quanto è caduta l'aggravante della premeditazione. Nel processo si erano costituiti parti civili Viola Inzillo, madre di Bruno Lazzaro (avvocato Nazzareno Latassa); il padre Giuseppe Lazzaro (avvocato Marcello Scarmato) e la sorella Azzurra Lazzaro (avvocato Latassa). Secondo l’accusa Gaetano Muller ha inferto la coltellata a Bruno Lazzaro (colpito con un solo fendente all’addome) avendo egli intrapreso una relazione sentimentale con una minorenne del luogo – figlia di un boss della zona – che in precedenza era stata la sua ragazza. Nel tardo pomeriggio del 4 marzo dello scorso anno era stato proprio l’imputato a chiedere aiuto ai carabinieri dicendo che il cugino si era ferito con un “ferro”. A prestare soccorso a Bruno Lazzaro erano stati i militari e il 118 ma il giovane, trovato già privo di coscienza, spirava dopo qualche ora all’ospedale di Vibo. In seguito a dare una svolta alle indagini era stato il contenuto del telefono cellulare della vittima rinvenuto sul luogo dove venne soccorsa. In particolare i whatsapp avrebbero consentito agli inquirenti di delineare il movente. Infatti pochi minuti prima dell’accoltellamento Bruno Lazzaro sarebbe stato messo in guardia dalla ragazza, ex fidanzata di Muller, la quale temeva per la sua incolumità visto che il 20enne era a conoscenza della loro relazione. Secondo quanto ricostruito dai militari Gaetano Muller avrebbe chiesto un incontro chiarificatore al cugino in località “Savini”. E nella zona teatro di numerosi agguati il confronto tra i due è degenerato sino alla coltellata inferta a Lazzaro mentre si trovava all’esterno dell’autovettura
a seguire la ricostruzione dell’omicidio. 

Gaetano Muller aveva confessato l’omicidio nel corso dell’udienza convocata per discutere della richiesta di rito abbreviato avanzata dai suoi difensori Giuseppe Di Renzo e Vincenzo Galeota. Al giudice ha riferito di essere stato lui ad uccidere il cugino Bruno Lazzaro lo scorso 4 marzo con una coltellata all’addome. Lo avrebbe fatto al termine di una lite mentre i due erano in auto in località Savini dove si erano dati dati appuntamento per un chiarimento. Alla base della tragedia dunque un movente passionale maturato in ambito familiare. Ciò che i carabinieri avevano subito ipotizzato nelle ore immediate all’omicidio. D’altronde la prima versione fornita da Muller agli inquirenti non aveva assolutamente convinto. La vicenda risale allo scorso 4 marzo. Intorno alle 18 era arrivata una chiamata dello stesso Muller ai carabinieri di Soriano nella quale avrebbe riferito che il cugino si sarebbe ferito con un pezzo di ferro. Il decesso del giovane sarebbe arrivato da lì a breve. A quel punto gli investigatori hanno avviato le indagini, ascoltando anche i familiari della vittima. Ma era il racconto di Muller ad apparire in più punti contraddittorio. Il cerchio si stringeva così intorno al giovane. Fino ad arrivare alla causa del ferimento. Bruno Lazzaro si era fidanzato con la ragazza con cui Muller aveva interrotto appena due mesi prima una relazione sentimentale. Scoperta la relazione, il giovane avrebbe chiesto al cugino di andarsi a chiarire “ai Savini” dove sarebbe maturato il grave fatto di sangue.

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