IL quadro di San Vitaliano torna a Catanzaro
l’opera del Settecento dopo l’impegno del Comitato per il Monte dopo il trasferimento a Reggio CalabriaUn’opera lo ricordiamo datata 1746
del pittore catanzarese Vitaliano Alfì che dipinse su commissione nel capoluogo di Regione il Santo patrono della città. Fu subito esposta alla chiesa del Monte, dove per oltre due secoli se ne potè ammirare la bellezza. Una bella notizia dal valore non solo simbolico per la città di Catanzaro’ E’ il risultato dell’impegno del Comitato per il mantenimento della Chiesa del Monte e del Convento dei Cappuccini, in una battaglia alla quale si è affiancato anche il Comune, con l’impegno dell’assessore Danilo Russo.La decisione verrà ufficializzata domani dall’arcivescovo di Catanzaro, monsignor Bertolone e dal Comune di Catanzaro. a parlare è Silvestro Bressi del Comitato che da anni si batte perché i Cappuccini non abbandonino la città e non si disperda inoltre il patrimonio – storico, materiale e culturale ad essi legato – abbiamo continuato la nostra opera di mediazione con i Cappuccini in città e anche con il loro ministro nazionale, affiancati anche dal Comune di Catanzaro nell’interesse che questo quadro di grande pregio storico, che tanto racconta Catanzaro e che per secoli è rimasto nella nostra città torni a noi, alla sua sede naturale. Da: catanzaroinforma.it
Leggi qui l'articolo del triste trasloco del dipinto a Reggio Calabria
a seguire l'omelia dell'Arcivesco mons. Bertolone durante la solenne messa in onore del Santo patrono San Vitaliano
“Oggi serve un grande progetto di sviluppo della città, la riscoperta di una identità perduta, un grande processo di aggregazione delle migliori risorse tra la nostra gente, per un processo di rinascita su obiettivi strategici di rigenerazione urbana”. Lo ha detto questa mattina mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, che nella basilica dell’Immacolata ha celebrato il pontificale in occasione della festa patronale di San Vitaliano.
Rivolgendosi ai rappresentanti delle istituzioni, mons. Bertolone ha evidenziato che “stiamo vivendo una fase di transizione, il centro storico sempre più svuotato di abitanti e di imprese, il quartiere marinaro che sta perdendo le occasioni di sviluppo turistico, la periferia sempre più slegata dal centro, il Sud alle prese con fenomeni di degrado sociale e di delinquenza organizzata”.
Per il presule “il ruolo di capoluogo della Regione non può essere solo un pennacchio, ma deve rendere Catanzaro punto di riferimento e di innovazione per i servizi regionali, senza localismi provincialistici, cominciando a costruire una grande area metropolitana verso Lamezia”. Tra le urgenze, per l’arcivescovo di Catanzaro, quella di “una università che deve uscire dal suo isolamento su Germaneto e radicarsi nella città e diventare occasione di...........
rigenerazione e promozione delle attività di ricerca”.
L’obiettivo, per il presule, è di “uscire dall’isolamento e dalla diffidenza verso il bene comune, che deve starci a cuore, superare le logiche clientelistiche e familiari”.
Rivolgendosi al santo patrono, mons. Bertolone ne ha ricordato la vita e le opere di santità. “Abbiamo il mandato del tuo culto e della tua memoria, le reliquie sono un invito a ricordare, portare nel cuore e vivere la tua testimonianza”.
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