Il dialogo è stato inserito nelle carte dell’inchiesta “Alibante” per documentare il legame tra il presunto boss 80enne Carmelo Bagalà e uno dei suoi fedelissimi, il 57enne Mario Gallo. (Come riporta l'edizione odierna della Gazzetta del Sud) Il primo è ritenuto il «capo storico» del clan legato ai Iannazzo e attivo a Falerna e Nocera Terinese, il secondo è il titolare di un distributore di benzina situato sulla statale 18 e ritenuto la «base logistica» di Bagalà. Entrambi sono tra le 7 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere (altre 10 sono finite ai domiciliari e 2 hanno ricevuto misure interdittive) vergata dal Gip Matteo Ferrante, che ha effettuato il primo vaglio dell’inchiesta del pool di magistrati guidato dal procuratore Nicola Gratteri. Le microspie registrano quello che al distributore di benzina si dicono il presunto boss, il suo «più stretto collaboratore» e il figlio Alessandro (anche lui arrestato). L’anziano «capo storico» della cosca, che in quei territori secondo il Gip è diventato «un’autorità parallela all’autorità pubblica», informa i suoi fedelissimi della necessità di trovare dei terreni che sarebbero dovuti servire all'installazione di alcune pale eoliche, un potenziale affare di cui «aveva avuto notizia in via anticipata e confidenziale». L’80enne racconta ai Gallo che una «ditta tedesca era interessata ad investire nel settore dell'energia rinnovabile ed era alla ricerca di terreni sui quali installare un parco eolico, trovando immediatamente la disponibilità del Bagalà per l'individuazione dei terreni da reperire a tal fine», e ipotizzando di utilizzare delle proprietà dello stesso Gallo: «È chiaro!... qui da te le facciamo mettere… (…) perché hanno detto che pagano un sacco di soldi…».
giovedì 6 maggio 2021
Catanzaro; l’affare eolico sporco con i tedeschi per la finta energia pulita. Gratteri fa piazza pulita portando finalmente aria di legalità
Il dialogo è stato inserito nelle carte dell’inchiesta “Alibante” per documentare il legame tra il presunto boss 80enne Carmelo Bagalà e uno dei suoi fedelissimi, il 57enne Mario Gallo. (Come riporta l'edizione odierna della Gazzetta del Sud) Il primo è ritenuto il «capo storico» del clan legato ai Iannazzo e attivo a Falerna e Nocera Terinese, il secondo è il titolare di un distributore di benzina situato sulla statale 18 e ritenuto la «base logistica» di Bagalà. Entrambi sono tra le 7 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere (altre 10 sono finite ai domiciliari e 2 hanno ricevuto misure interdittive) vergata dal Gip Matteo Ferrante, che ha effettuato il primo vaglio dell’inchiesta del pool di magistrati guidato dal procuratore Nicola Gratteri. Le microspie registrano quello che al distributore di benzina si dicono il presunto boss, il suo «più stretto collaboratore» e il figlio Alessandro (anche lui arrestato). L’anziano «capo storico» della cosca, che in quei territori secondo il Gip è diventato «un’autorità parallela all’autorità pubblica», informa i suoi fedelissimi della necessità di trovare dei terreni che sarebbero dovuti servire all'installazione di alcune pale eoliche, un potenziale affare di cui «aveva avuto notizia in via anticipata e confidenziale». L’80enne racconta ai Gallo che una «ditta tedesca era interessata ad investire nel settore dell'energia rinnovabile ed era alla ricerca di terreni sui quali installare un parco eolico, trovando immediatamente la disponibilità del Bagalà per l'individuazione dei terreni da reperire a tal fine», e ipotizzando di utilizzare delle proprietà dello stesso Gallo: «È chiaro!... qui da te le facciamo mettere… (…) perché hanno detto che pagano un sacco di soldi…».
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Sarebbe interessante capire se i tedeschi siano stati collusi con la mafia, oppure semplicemente interessati ad investire...
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