È finita la latitanza di Cosimo Damiano Gallace, 60 anni, esponente di spicco dell’omonimo clan di Guardavalle. Era irreperibile dal novembre 2020 quando era diventata definitiva la condanna nell’inchiesta Appia. Ad aprile era sfuggito anche all’arresto nell’ambito dell’operazione Molo 13 coordinata dalla Dda di Catanzaro. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando di Catanzaro lo hanno arrestato a Isca all’interno di una fabbrica con lui ci sarebbero state la moglie e la figlia.
Si nascondeva in un bunker ricavato nella sua camera da letto Cosimo Damiano Gallace, 60enne boss dell’omonima ‘ndrina e ricercato da un anno perché condannato a scontare una pena di 14 anni di carcere per associazione di tipo mafioso.Gallace aveva trovato rifugio ad Isca sullo Ionio. Al momento dell’irruzione dei carabinieri del nucleo investigativo di Catanzaro, con i colleghi del Gis e supportati dallo squadrone eliportato “Cacciatori Calabria”, del latitante non c’era alcuna traccia. I militari sono infatti entrati nell’abitazione di uno stabile, con annessa cava di inerti, di una ditta locale di produzione di calcestruzzo e, nella camera da letto, vi hanno trovato la compagna 34enne del ricercato e la figlia di 4 anni. Ma i carabinieri, certi della presenza del 60enne, hanno effettuato una perquisizione al termine della quale hanno trovato Gallace in un bunker attrezzato di un accesso nascosto da una falsa parete, posta sotto una specchiera della camera. La porta del nascondiglio, collegata a un congegno meccanico, poteva essere aperta esclusivamente ruotando uno dei tre pomelli, quello centrale, di un adiacente attaccapanni a muro. Nel corso della perquisizione, i militari hanno trovato un trolley contenente circa 35 mila euro in contanti, un tablet, nove telefoni cellulari di cui due danneggiati dall’interessato prima di essere scoperto nel bunker. Inoltre vi erano varie sim non ancora attive e l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza con monitor affianco alla tv, in sala da pranzo, per controllare 24 ore su 24 l’area esterna all’abitazione, tra l’altro dotata di allarme e di cane da guardia di grossa taglia. Gallace, ritenuto il boss dell’omonima ‘ndrina di Guardavalle con articolazioni ad Anzio, Nettuno, in Lombardia, Piemonte e Toscana, era ricercato dal 25 novembre 2020 a seguito di un ordine di carcerazione, emesso dalla Corte d’Appello di Roma, in quanto condannato a 14 anni per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti. Inoltre, a suo carico pende un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 15 marzo 2021 dal gip del Tribunale di Catanzaro, e al .............
momento della cattura notificata all’interessato, per delle indagini coordinate dalla locale Dda sempre con riferimento al reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Gallace per aver partecipato alla “strage di Guardavalle” ha scontato complessivamente, a partire dai primi anni ’90, più di vent’anni di carcere
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