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martedì 14 febbraio 2023

La seta per i vestiti di Gucci viene prodotta alle porte di Catanzaro da tre giovani imprenditori

 


Percorrendo una nuova via della seta, la maison Gucci è giunta in Calabria, attirata dall’eco della tradizione recuperata da Miriam Pugliese, Domenico Vivino e Giovanna Bagnato, fondatori di Nido di Seta, cooperativa agricola che, nel piccolo borgo di San Floro, ha ripreso l’arte della gelsibachicoltura.

«Questa collaborazione avviata con Gucci, che ha scelto il nostro progetto come best pratice per la produzione dei loro primi foulard realizzati con fili di seta provenienti da pratiche agricole biologiche locali, consolida e impreziosisce il nostro percorso costruito con sacrifici, ricerca e impegno costante» dichiara, inorgoglita, Pugliese. Il progetto a cui fa riferimento rientra nella strategia Nature-Positive della casa di moda fiorentina che ha deciso di investire nell’agricoltura rigenerativa per aumentare la presenza di materie prime biologiche, riciclate e approvvigionate da fonti responsabili, mirando a proteggere e ripristinare la natura e la biodiversità. Un obiettivo condiviso dai tre giovani imprenditori che, nel paesino a rischio spopolamento, dove quotidianamente coltivano gelsi e allevano bachi, sono riusciti a intessere il pregiato filo di seta con le filiere del lusso.  Ma il bandolo della matassa di Nido di Seta è da ricercare nel passato: San Floro, infatti, era storicamente noto per l’allevamento del baco da seta. L’area del catanzarese, per l’eccellenza dei suoi manufatti, era definita la capitale europea della seta. Poi, nell’ultimo secolo, la .................

tradizione si è persa. 

«Non restava altro che i racconti nostalgici dei nostri nonni, inconsapevolmente, ispiratori della nostra impresa. Ognuno di noi aveva preso la sua strada, cercando affermazione professionale all’estero, ma l’estate era il momento in cui si ricomponeva la compagnia dell’infanzia. E proprio durante una serata di ferie estive, volgendo lo sguardo a un gelseto di 3500 piante abbandonate, è nata l’idea di recuperare la tradizione per costruire un futuro, nel nostro borgo natìo» così la co-founder racconta l’origine della cooperativa agricola che si contraddistingue in tutta Italia come unico produttore di seta a chilometro zero.

Per tale motivo, credendo fortemente nella mission dei tre giovani imprenditori che curano l’intero processo produttivo attraverso un sistema di economia circolare, la maison Gucci ha rintracciato in Nido di Seta la realtà ideale per rilanciare la filiera serica italiana e assicurare l’eccellenza dell’artigianato Made in Italy.

«È importante sottolineare che, purtroppo, in Italia, la pratica dell’allevamento di bachi da seta è dismessa, invece noi abbiamo recuperato l’intera filiera» puntualizza Pugliese che, insieme agli altri due soci, si divide tra coltivazione, produzione artigianale e percorsi eco-esperienziali che attirano visitatori da ogni angolo del mondo.

Le attività sono in continua espansione anche grazie alla rete di artigiane costituita attorno a Nido di Seta: «Abbiamo creato una sorta di distretto tessile - spiega - al momento composto da 8 tessitrici calabresi che lavorano la seta nei rispettivi opifici creando un valore condiviso nonché reddito per le comunità».

Per evitare l’estinzione degli antichi saperi, su cui si basa la loro manifattura, di recente è stata avviata anche l’Academy che offre corsi tematici legati all’artigianato e all’agricoltura come l’allevamento del baco da seta, la lavorazione serica, la tessitura e i vari metodi di tintura naturale.

Fondamentale è l’attenzione alla salvaguardia della natura attraverso, soprattutto, la piantumazione di alberi di gelso che migliorano le condizioni del suolo e aumentano la sua capacità di immagazzinare carbonio dall’atmosfera. 

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