lunedì 30 dicembre 2024

Azienda olearia del catanzarese spacciava olio scadente per extravergine BIO. Sequestrati 180 quintali di olio pessimo.

 


Sequestrati quasi 180 quintali di olio di oliva spacciato per....

“extravergine BIO” seppure di categoria inferiore.

La scoperta nel corso di controlli finalizzati alla tutela del made in Italy e della sicurezza prodotti, eseguiti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, unitamente al Comando Provinciale di Barletta-Andria-Trani e all’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro alimentari (ICQRF) del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste.

I Finanzieri ed i funzionari dell’ICQRF avevano intrapreso attività ispettive presso le sedi di due aziende, nelle province di Catanzaro e Barletta Andria Trani, eseguendo un riscontro quantitativo del prodotto detenuto e un campionamento dello stesso, al fine di determinarne la qualità in ragione di quanto riportato sull’apposito registro telematico implementato dalle stesse aziende.

L’olio rinvenuto presso il produttore catanzarese, facente parte di una ingente quantità destinata all’azienda pugliese e già in parte a questa consegnata, era stato catalogato quale olio extra vergine BIO, mediante la compilazione del registro telematico SIAN, obbligatorio per le aziende del settore. L’intervento della Guardia di Finanza e dell’articolazione del Ministero dell’Agricoltura, hanno consentito di appurare come il prodotto non rispondesse affatto alle caratteristiche chimiche ed organolettiche previste per tale qualità, ma di fatto risultasse olio vergine e lampante, quest’ultimo non edibile e caratterizzato da un eccessivo grado di acidità, potenzialmente pericoloso per la salute dei consumatori.

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