pastore 49enne accusato della morte di Simona Cavallaro
I magistrati non hanno difatti accolto la richiesta dell’accusa di riformare il reato da omicidio colposo a volontario e di infliggere all’imputato 15 anni di reclusione.
Al 49enne - difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino - erano stati contestati anche l’introduzione e l’abbandono di animali e l’invasione ed occupazione abusiva di terreni.
Il tragico episodio è avvenuto il 26 agosto del 2021 nella pineta di Monte Fiorino a Satriano, provincia di Catanzaro, quando i cani messi dal pastore a protezione del gregge hanno ferito a morte la giovane. Il pm di Catanzaro aveva chiesto alla Corte di riformare il reato da omicidio colposo a omicidio volontario e di condannare il pastore a 15 anni di reclusione. Ma la richiesta non è stata accolta dai giudici.
Raggiunto da Fanpage.it, Alfio Cavallaro, padre di Simona, spiega: "L'ordinamento giuridico è questo. Le pene fino a tre anni sono sospese e per lui non è cambiato assolutamente niente: va in giro, al bar, cammina per strada. Non so se esiste una giustizia divina, ma qui non c'è sicuramente. Questa è l'Italia, questo è lo Stato".
Nel processo era imputata anche Maria Procopio, di 71enne madre del pastore, accusata di invasione e occupazione abusiva di terreni: la sua condanna è passata da otto a cinque mesi di carcere per il riconoscimento delle attenuanti generiche.
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