martedì 9 settembre 2025

Il devastante terremoto dell’8 settembre 1905. Uno dei più forti avvenuti in Italia. Colpì la parte centrale della Calabria, provocando un maremoto con inondazione sino a 30 metri

 


Il terremoto calabrese dell’8 settembre 1905 è uno degli eventi sismici più forti avvenuti in Italia. Mario Baratta, noto sismologo dei ...........primi del ‘900, nel suo lavoro “Il grande terremoto calabro dell’8 settembre 1905” (Baratta, 1906) scrisse che il terremoto causò 557 vittime, prevalentemente nel promontorio di Capo Vaticano, dove furono riportati danni fino all’XI grado della scala Mercalli  



Tra le località di Tropea e Vibo Valentia (VV). e fonti storiche riferirono numerosi effetti ambientali, tra cui fratture del terreno, variazioni nella portata delle fonti idriche, nonché “suoni” e “luci” osservati a ridosso dell’evento (Tertulliani & Cucci, 2008, 2009; Guidoboni et al., 2018). Inoltre, il terremoto provocò un maremoto, osservabile sia in mare aperto (Fig. 2) che lungo la costa del Golfo di Sant’Eufemia, con run-up di alcuni metri ed inondazione di alcune spiagge sino a 30 metri all’interno della linea di riva (Tinti & Maramai, 1996; Guidoboni & Ebel, 2009; NGDC/WDC, 2012, ITEDEMTC). l terremoto del 1905 è stato ampiamente studiato, sia da autori contemporanei e successivi all’evento che negli anni recenti. Ciò è dovuto al forte interesse scientifico per quella regione colpita da numerosi terremoti nel corso dei secoli, molti dei quali distruttivi (si pensi alla sequenza del 1638, nonché a quella catastrofica del 1783), ma anche per il momento storico particolare in cui si verificò: poco prima del terremoto che distrusse le città di Messina e Reggio Calabria il 28 dicembre 1908. Un particolare degno di nota è che, trattandosi degli inizi del XX secolo, per questo terremoto la sismologia strumentale, pur ai suoi albori, fu in grado di offrire una delle primissime registrazioni di un evento sismico. Sebbene abbia provocato danni ingenti e molte vittime, questo evento è relativamente poco documentato, il che ha contribuito a stime di magnitudo in parte anche molto divergenti, così come le localizzazioni epicentrali, molte delle quali nello specchio di mare del Golfo di Sant’Eufemia. Stando a Rizzo (1906), Boschi et al. (2000), e Guidoboni et al. (2018), il terremoto è avvenuto a terra, mentre per Riuscetti & Schick (1975), Camassi & Stucchi (1997), Michelini et al. (2006), l’epicentro va cercato in mare, come anche suggerito dai dati macrosismici in Rovida et al. (2021). Le stime di magnitudo vanno da quelle strumentali pari a M 7.0 (Martini & Scarpa, 1982) e M 7.5 (Margottini et al., 1993) a quelle macrosismiche (ovvero basate sull’osservazione ex post dei danni) pari a M 6.7 (Guidoboni et al., 2018), M 7.0 (Rovida et al., 2021) e M 7.1 (Postpischl, 1985). Infine, un recente lavoro di Cucci (2021) offre una rielaborazione dei dati strumentali disponibili, proponendo una stima di magnitudo pari a M 7.1.

La sorgente sismogenetica: le diverse ipotesi

Negli ultimi vent’anni, vari autori hanno avanzato proposte di una sorgente sismogenetica in grado di spiegare il terremoto del 1905. Peruzza et al. (1997) hanno proposto un modello di segmentazione crostale caratterizzato da grandi faglie normali pressoché parallele all’asse estensionale della Calabria occidentale. Per il 1905, gli autori hanno suggerito l’esistenza di una faglia immergente ad est, con direzione NNE-SSW, basata su un epicentro in terraferma. Monaco & Tortorici (2000) hanno proposto un modello sismotettonico che va dall’Arco Calabro alla Sicilia orientale e include grandi faglie responsabili dei principali terremoti distruttivi della regione. Relativamente all’evento del 1905, questi autori hanno ipotizzato l’esistenza della Faglia di Capo Vaticano, immergente a NW e diretta NE-SW, ipotizzando un epicentro in mare. Valensise & Pantosti (2001) hanno presentato un modello di sismogenesi che comprende una faglia lunga 40 km, immergente a SE e diretta NE-SW, nei pressi del Golfo di Sant’Eufemia. Alla ricerca della possibile sorgente dello tsunami, Piatanesi & Tinti (2002) hanno calcolato i parametri geometrici e cinematici per le due faglie proposte da Monaco & Tortorici (2000), quella di Capo Vaticano e quella di Vibo Valentia. Cucci & Tertulliani (2006, 2010) hanno proposto la Faglia di Coccorino, immergente a sud e con direzione WNW-ESE, a ridosso del promontorio di Capo Vaticano e del settore settentrionale della Piana di Gioia Tauro.

Tratto da: ingvterremoti.com

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