domenica 10 ottobre 2010

Origini del culto verso il S.S. Rosario (Prima parte)

"Chi propaga il Rosario è salvo!". Così si esprimeva il beato Bartolo Longo, un vero apostolo del Rosario, citato dall’attuale pontefice Giovanni Paolo II° nella recente Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae (16 ottobre 2002) dedicata alla preghiera del Santo Rosario, preghiera e devozione cosi profondamente radicata nel popolo cristiano. Il Santo Padre ha inoltre proclamato l’anno del Rosario (ottobre 2002 - ottobre 2003), e desidera che questa devozione venga recitata con fede da ogni cristiano e soprattutto all’interno delle famiglie, per ricercare l’unione e la concordia che solo dalla preghiera possono scaturire.
Come è nato e come si è sviluppato il Rosario che Pio XII° descrisse come "sintesi di tutto il vangelo, meditazione dei misteri del Signore, corona di rose e inno di lode"?
La storia è complessa e alcuni passaggi non sono storicamente chiari. I monaci nei Monasteri, nelle varie ore del giorno, recitavano il Salterio (i 150 salmi della Bibbia) e la Liturgia delle Ore (più comunemente conosciuta come il "Breviario") per obbedire all’invito del Signore Gesù che li richiamava alla preghiera costante: "Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi (Lc 18,1) e di s. Paolo: "State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie" (1 Ts 5, 16-18). Nell’VIII° secolo, per aiutare monaci illetterati e quelli che non conoscevano il latino, si cominciò a dire: "Chi non è capace di salmodiare reciti dei Pater". I salmi, così, vennero sostituiti da 150 Padre Nostro.
I monaci cercavano il silenzio interiore, la pace del cuore attraverso la meditazione e allora vollero facilitare questo per tutti, mediante una preghiera continua, ripetuta e semplice.
Ad un certo punto, all’inizio del XII° secolo, si diffonde in occidente la recita della prima parte dell’Ave Maria la cui origine è di alcuni secoli prima. È l’istinto della fede che ha condotto i cristiani a comporre l’Ave Maria: quando è cominciata la salvezza? Nel momento in cui il Verbo di Dio si fece carne. Dal Vangelo di Luca ricavarono allora le parole che l’Angelo Gabriele e santa Elisabetta dissero alla Vergine (cf. Lc 1,28-42). Certamente, come accennato, il saluto angelico era conosciuto anche prima del XII° sec. (ricordiamo che il culto mariano è molto antico, infatti la famosa preghiera mariana Sub tuum praesidium risale al III° secolo e l’archeologia ha portato alla luce notevoli testimonianze del culto mariano fin dai primi secoli: cf "Il Timone" n. 23, pp. 64-66) ma la novità è la ripetizione della preghiera come una devota litania. Più tardi, alla fine del XV° secolo, si diffonderà l’uso della seconda parte dell’Ave Maria (Santa Maria Madre di Dio...: fu il Concilio di Efeso del 431 a definire la maternità divina di Maria) con l’aggiunta del Nome Gesù al centro delle due parti. Ci si chiese: perché non mettere il Nome di Colui che è dichiarato Benedetto? S. Paolo infatti, nella lettera ai Filippesi, afferma che il Nome di Gesù è al di sopra di ogni altro nome e dinanzi al Quale occorre prostrarsi (cf Fil 2,10). Le Ave Maria sostituirono i Pater ed ecco quindi la trasformazione del Salterio biblico in un "salterio semplice", o "salterio mariano", recitabile da chiunque. Nel XIV° secolo il certosino Enrico di Kalkar operò un’ulteriore suddivisione del "salterio mariano" dividendolo in 15 decine e inserendo, tra una decina e l’altra, il Padre Nostro. Inoltre in quell’epoca si diffuse la tradizione che il Rosario fu istituito da s. Domenico, fondatore dell’Ordine mendicante dei Domenicani, tradizione portata avanti da Alano de la Roche, domenicano anch’egli. Tale tradizione ha buoni motivi di veridicità in quanto il Rosario si diffuse dal Medioevo in poi grazie all’Ordine Domenicano che lo usava per la predicazione e per le missioni popolari. Nel XV° secolo, nell’ambiente certosino, nasce la proposta di recitare una forma di salterio mariano ridotta, con 50 Ave Maria, ma a ciascuna di esse era aggiunta una clausola o specificazione inerente la vita di Gesù. Si cominciò così a meditare sui misteri evangelici coniugando preghiera vocale e orazione mentale.

sabato 9 ottobre 2010

La patata Silana conquista il marchio IGP contro l'imitazione del prodotto


Finalmente la ''Patata della Sila'' ha conquistato il giusto riconoscimento  per l'Italia di una nuova indicazione geografica protetta (Igp) contro imitazioni e falsi in Europa. Bruxelles ha dato il via libera definitivo all'iscrizione nel registro europeo delle denominazioni e indicazioni geografiche protette (Dop e Igp) di una eccellenza della produzione agricola calabrese di cui si ha gia' notizia nella Statistica del Regno di Napoli del 1811. La coltivazione della patata ha rappresentato da sempre un'importante fonte economica. La zona di produzione comprende esclusivamente il territorio dei seguenti comuni: Acri, Aprigliano, Bocchigliero, Celico, Colosimi, Longobucco, Parenti, Pedace, Rogliano, San Giovanni in Fiore, Serra Pedace, Spezzano della Sila, Spezzano Piccolo, in provincia di Cosenza e il comune di Taverna in provincia di Catanzaro.
«La patata della Sila» si contraddistingue per la capacità di lunga conservazione e per le ottime qualità culinarie. In particolare, la grande attitudine alla frittura risulta essere legata agli ottimi valori di sostanza secca riscontrati dopo la cottura in olio, che permettono una maggiore persistenza del colore bianco-giallo della polpa della patata. Inoltre, il sapore tipico della patata risulta essere più marcato, La coltivazione delle patate fu introdotta in Calabria dai francesi di Giocchino Murat, che ne era un accanito consumatore e fervente sostenitore del nuovo prodotto. In Francia era stato Parmentier a diffonderne l'uso nel 1788, poco prima dello scoppio della Rivoluzione. Con la complicità del Re Luigi XV fece piantonare dai soldati dei campi seminati con il prezioso vegetale nei pressi della capitale. Questi avevano ricevuto l'ordine di mostrarsi particolarmente distratti, tanto che l'intero raccolto fu trafugato e utilizzato dai parigini, che ebbero modo di apprezzarne gli svariati usi alimentari. Il tubero divenne, con il caffè e la cioccolata, una dei prodotti distintivi dei rivoluzionari che lo fecero conoscere in tutto Europa con le guerre napoleoniche, incoraggiandone la coltivazione. Fino alla fine del Settecento, infatti i centri abitati della Calabria si dividevano tra "Paesi del grano", nelle pianure della Sibaritide, del Marchesato, del Poro, del Lametino e "paesi dell'albero", dediti esclusivamente alla coltivazione di olivi, viti, castagne ed altri alberi da frutto. I secondi erano particolarmente esposti a frequenti carestie non potendo disporre di una dispensa sufficiente a superare il lungo inverno durante il quale non vi era alcuna significativa produzione agricola, e la misera dispensa non bastava ad assicurare nutrimento a tutti i componenti della famiglia. Il grano invece, poteva essere conservato e dava una maggiore sicurezza di una continuità di risorse alimentari per la famiglia. I paesi dell'albero sono quelli interni, con una agricoltura più povera, con una popolazione che costantemente tendeva a spostarsi altrove, verso la prima zona. La situazione migliorò notevolmente nell'Ottocento per l'introduzione delle nuove colture (patata e segale mentre il mais era stato introdotto nel secolo precedente). Solo verso la metà del secolo fu introdotta la coltivazione del pomodoro e delle melanzane, che oggi sembrano che facciano parte dell'alimentazione tipica mediterranea, mentre la loro origine è sudamericana.

venerdì 8 ottobre 2010

Il blog durante il mese di ottobre. Tanti post minimo uno al giorno dove in primo piano rimane il bellissimo borgo di Sellia.


Eccoci nel mese di ottobre, il mese della vendemmia. Una volta nei tanti palmenti dislocati nel centro storico di Sellia era tutto un pullulare di persone intenti a lavare le botti di legno che avrebbero dovuto ospitare il mosto. Tutti, chi più chi meno, faceva " u comudu du vinu", comprando l’uva, andando direttamente nei vari vitigni della zona, oppure sfruttando quella locale che negli anni diventava sempre più scarsa. Insieme alle provviste del maiale e alle conserve di pomodoro, pigiare l’uva era un rito in cui partecipava tutta la famiglia dividendosi i vari compiti, diversificando anche con vino bianco, fragolo, vinicotto ecc... La settimana più indicata era proprio quella che precedeva la festa della Madonna del Rosario. Durante il mese appena iniziato, il blog (che ormai marcia spedito nell’impegno di inserire minimo un post al giorno) racconterà tanti episodi attinenti al mese, al periodo dell’anno iniziando dal racconto che, come abbiamo precedentemente detto, per questo mese avrà come titolo “I Jiuri a ra Madonna da conicella” storia narrata e ambientata a Sellia, la quale sarà suddivisa in capitoli. Per "Sellia sconosciuta" inseriremo un post dove la protagonista sarà una foto (purtroppo molto rovinata) che immortala una delle prime processioni della Madonna del Rosario alle palazzine dove si intravede il bellissimo stendardo dell'omonima confraternita. Tratteremo, anzi stiamo trattando problemi di attualità cercando di sensibilizzare la popolazione ma soprattutto le varie autorità competenti su un probabile (sperando che rimanga tale) scempio nel nostro territorio, e su una auspicata strada; mentre mi giungono lamentele sui lavori di metanizzazione che attualmente sta salendo dalla “Portabella” la quale rischia di cancellare definitivamente quel poco di storico e antico che ne rimane, sperando di non assistere a colate di cemento su quella parte ancora intatta dei gradini che sono rimasti indenni, ricordando che sono lì da secoli, essi fanno parte della nostra storia, andrebbero tutelati certo non deturpati per poi riempire gli scavi con cemento; ma non si poteva scegliere un altro percorso? Selliaracconta rimane aperta ai contributi di tutti, chiunque potrà vedere inserito il proprio articolo sul blog (basta che,non si offenda direttamente nessuno) , essi possono trattare qualsiasi argomento, il proprio articolo potrà essere inviato anche sotto un qualsiasi nick,nome vero o inventato al seguente indirizzo e-mail selliaracconta@gmail.com. oppure chi è registrato sul forum di Sellia potrà inviare il suo contributo anche tramite PM, ricordandovi che per crearsi un indirizzo e-mail sotto qualsiasi nome ci vogliono due minuti avvalendosi dei numerosi siti che l’offrono completamente gratis. Concludiamo con due parole per il mese di settembre da poco passato, dove le visite singole sono state in continuo aumento. Un saluto a tutti augurandovi un bellissimo mese da trascorrere anche insieme a selliaracconta che vi terrà sempre informati su tutto ciò che ruota intorno a Sellia tra ieri oggi ……e domani. Ovviamente visto l'enorme successo del primo video elaborato da selliaracconta, riguardante la bella festa della Madonna del Rosario, ne inseriremo di nuovi. Un saluto a tutti da zagor

giovedì 7 ottobre 2010

Vedremo mai definitivamente ultimata, ma soprattutto operativa la nuova cittadella regionale? ( Che sta sorgendo in località Germaneto di Catanzaro)

Nella foto l'imponente struttura in ferro per la costruzione della  
cittadella  regionale Calabrese di Catanzaro

Vedremo mai in tempi brevi la consegna della cittadella regionale della Calabria dove saranno  sistemati tutte le miriade di uffici sparsi nella città di Catanzaro che incidono con enormi spese di locazione nelle già magre casse regionali? Intanto il presidente Scopelliti metta le mani avanti  dicendo che: Da un’opera che doveva essere realizzata in cemento armato si è passati all’adozione dell’acciaio. Un azzardo forte da parte della politica e un fatto che ha determinato lo stravolgimento del progetto originario e il cambiamento degli accordi contrattuali. Questo lo stato dell’arte dei lavori per la costruzione della cittadella della regione. Lo ha riferito ieri il Governatore Giuseppe Scopelliti, in un’incontro con la stampa a cui hanno partecipato gli assessori regionali ai Lavori pubblici, Giuseppe Gentile, e al Personale Domenico Tallini. «Abbiamo necessità di fare chiarezza - ha sostenuto Scopelliti - sulle sorti di una scelta che è funzionale e strategica e su una struttura molto attesa non solo dalla città di Catanzaro ma da tutta la regione. Per questo stiamo concentrando tutti i nostri sforzi. Ci sono però aspetti inquientanti e su questi siamo pronti a fornire alla magistratura tutti gli elementi di cui siamo in possesso». Ma entriamo nei dettagli, forniti dal presidente. Nel 2006 il contraente generale Ati Sadelmi spa ha presentato il progetto definitivo che è stato approvato il 23 luglio del 2007. Nel settembre 2007 il responsabile del procedimento pro tempore ha disposto alcune attività propedeutiche all’inizio delle lavorazioni che si sono concluse a dicembre 2008, quando è stato ordinato l’avvio di scavo e cantierizzazione. Contestualmente il contraente generale ha notificato alla Regione maggiori oneri per 44 milioni di euro in considerazione del notevole periodo di tempo (oltre due anni) intercorso tra la gara e il possibile avvio dei lavori. Nel marzo 2009 il contraente generale ha segnalato alla Regione l’opportunità della realizzazione di una struttura in acciaio in variante rispetto all’originaria tipologia costruttiva prevista in cemento armato.

mercoledì 6 ottobre 2010

Inserimento del primo video elaborato da selliaracconta dedicato alla Madonna del Rosario



Dopo numerose richieste soprattutto da parte  dei tanti, tantissimi amici che seguono quotidianamente il blog  e che vivono al nord Italia o all’estero,  ecco il primo video montato ed elaborato da selliaracconta con foto prese da internet( senza modificarle)   attinente ai festeggiamenti della Madonna del Rosario. Fateci sapere il vostro giudizio,gradimento. Sicuramente ne inseriremo altri ora che selliaracconta ha il suo proprio canale su You tube. 
Buona visione

Il timpone Pergulaci di Sellia rischia di scomparire per sempre?

Lo spauracchio della realizzazione di una cava per sfruttare la calce di cui tutto il timpone pergulaci ne è ricca, torna ciclicamente d’attualità. Ultimamente molti, anche se sottovoce, indicano come imminente la concessione con il definitivo via libero paesaggistico ad una ditta non meglio identificata (pare di Lamezia Terme ) sarebbe uno vero scempio per una risorsa naturale e naturalista da valorizzare oltre agli effetti negativi sulla salute che questa cava provocherebbe: causa le polveri sottili sprigionate dall’estrazione e trituramento dei massi. Il terreno in questione ricade, se non sbaglio, tra 2 soggetti privati ed il comune. Sarebbe veramente una grossa ferita nel bel territorio quasi incontaminato, un vero disastro ambientale. Nella foto, abbiamo ricostruito al computer il timpone pergulaci prima ed eventualmente dopo (nella speranza che questo dopo non avverrà mai). In giro per Sellia abbiamo raccolto qualche opinione,cercando di saperne di più ma le risposte sono state molto evasive ma soprattutto nessuno ha nettamente smentito questa ipotetica concessione per lo sfruttamento e l’estrazione della calce. Persone un po’ più informate hanno smentito che esistono già atti di locazione dei terreni, ma solo dei contatti, mentre per quanto riguarda l’estrazione: il danno sulla salute sarebbe veramente minimo, perché la ditta trasporterebbe con grossi camion i massi direttamente nei propri silos dove lì avverrebbe la triturazione e trasformazione in calce per l’edilizia, le mine poi farebbero diminuire di molto il periodo di estrazione portando i disagi al minimo; addirittura un signore delle palazzine era favorevolissimo perché (testuali parole) “Con l’eliminazione di questo timpone finalmente avremo la visuale libera su Catanzaro e prenderemo tutti i canali del digitale terreste” Selliaracconta rimane fortemente contraria a questa probabile concessione, dobbiamo valorizzare il nostro territorio, il nostro ambiente spesso custode di molti tesori il Timpone di pergolaci è un simbolo, un' icona di Sellia.Voi come la pensate ?