sabato 23 ottobre 2010

I juri a ra Madonna da conicella (seconda parte)



Ogni mattina si alzava per prima e dopo aver sistemato un po’ la casa, portava puntualmente alcune caprette a pascolare.  Non erano sue ma di una vicina di casa, anziana, che in cambio le dava un po’ di latte e alcune volte qualche pezzo di formaggio.  Concetta aveva sempre un viso solare,allegro, a vederla sembrava la più ricca del mondo. Le caprette le portava quasi ogni giorno “ari serri”  e al ritorno mai una vota si era dimenticata di raccogliere un bel mazzo di fiori di campo da sistemare “ara conicella” da Madonna “da varanna”. Erano sempre fiori bellissimi, profumati, e ogni volta che sistemava i fiori, tra le sue preghiere ne rivolgeva una in modo particolare per suo padre affinché non si ubriacasse più e potesse ritornare quel buono e bravo padre che era prima della morte della moglie. Concetta di solito, una volta rientrata al paese nel pomeriggio faceva altri piccoli e umili lavoretti nel cercare di arrotondare qualche soldino,mentre puntualmente suo padre la sera rientrava a casa sempre ubriaco fracido; ma lei con il sorriso gli preparava qualcosa da mangiare gli sistemava il letto per la notte e solo dopo che suo padre dormiva si metteva anche lei a letto stanchissima si addormenta subito sognando spesso sua madre che la spronava ad avere pazienza a non scoraggiarsi e soprattutto di stare vicino al suo papà perché solo lei l’avrebbe potuto aiutare nel uscire dal brutto vizio del vino.
Così il giorno dopo ,puntualmente si ricominciava daccapo: la povera Concetta che portava le caprette a pascolare e suo padre che ormai viveva (per modo di dire) solo ed esclusivamente per ubriacarsi. Nessuno lo chiamava più a giornata a lavorare nei campi e pensare che era uno tra i più valenti e bravi nel suo mestiere. Ma Concetta non si disperava, cercava sempre di trovare qualche bella parola per il suo papà cucinandogli sempre quel  poco che riusciva a racimolare e confidando nel suo cuore che un giorno le cose sarebbero cambiate  e che.........

venerdì 22 ottobre 2010

Catanzaro: Installati nel quartiere Janò i strumenti che segnalano eventuali movimenti del terreno anche sulla provinciale 25 che collega il capoluogo a molti centri presilani tra cui Sellia.

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I juri a ra Madonna da conicella (Prima parte)

Eccoci al primo capitolo dei tre del racconto del mese d'ottobre. Ambientato subito dopo la prima guerra mondiale narra di una povera ragazzina di una Sellia affamata in ogni senso,una miseria generalizzata, i ricchi erano veramente pochi mentre i poveri vivevano alla giornata cercando in ogni modo di portare qualcosa da mangiare a casa. Sembra che tutto questo non possa essere mai esistito paraganato alla società attuale in cui viviamo del tutto e subito,dell'usa e getta,eppure sino a circa 30 anni fa si dava il giusto valore ad ogni cosa apprezzando quel poco che si aveva. Per quanto riguarda gli eventuali commenti ( sempre ben accetti) vi invito ad inserirli al terzo ed ultimo capitolo con le vostre eventuali pareri sul racconto. Buona lettura


Concetta era una ragazzina cresciuta in fretta, povera, molto povera. Come purtroppo lo erano in molti in quei tempi, la mattina di buon ora portava a pascolare le caprette che non erano sue, ma di una signora vedova vicina di casa che in cambio di un po' di latte e ogni tanto un po' di formaggio, le faceva pascolare nei campi vicino Sellia. Aveva meno di 14 anni ma il viso segnato di molti disagi, da molta fame, da molta sofferenza sembrava che ne avesse molti di più.Viveva con suo padre che ormai non lavorava più, e il suo unico pensiero era ubriacarsi sin dalla mattina. Sua mamma era morta dopo aver partorito il suo ultimo fratellino che ora aveva circa un anno, il quale assieme alle 2 sorelline vivevano dalla nonna. La piccola Concetta essendo la più...........

giovedì 21 ottobre 2010

Notizie dal comprensoriro del 21.10.2010

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mercoledì 20 ottobre 2010

Maltempo in Calabria la regione chiede lo stato di calamità naturale.

  Negli ultimi giorni la pioggia caduta ininterrottamente, ha creato disagi e provocato danni i in Calabria ,che puntualmente ritorna  a fare i conti con il rischio idrogeologico. E' stata resa necessaria l’evacuazione di due villaggi turistici della costa tirrenica. A Paola, nel cosentino, la pioggia ha fatto ingrossare e poi straripare alcuni torrenti e circa 200 persone tra cui alcuni sacerdoti in città per un convegno, sono stati tratti in salvo dal Corpo forestale dello Stato dopo che l'acqua aveva invaso le camere della struttura.
Situazione analoga anche a Zambrone, in provincia di Vibo Valentia, dove 80 persone hanno dovuto lasciare le loro camere all’interno di un villaggio turistico. Le precipitazioni hanno provocato frane e smottamenti determinando la chiusura per frane per alcune ore di due tratti della statale 18, tra Paola e San Fili, nel cosentino, e tra Favazzina e Scilla, nel reggino. Non sono mancati gli incidenti stradali: a Diamante in uno scontro frontale tra due auto è morto un giovane di 22 anni mentre a Scalea in un altro episodio è rimasto ferito un bambino di nove anni che attualmente, in rianimazione, nell’ospedale di Cosenza. Anche il crotonese non è stato risparmiato con allagamenti di terreni e abitazioni a Isola Capo Rizzuto. Il maltempo ha anche provocato disagi alla circolazione con rallentamenti per la presenza di fango sull'autostrada Sa-Rc nella zona di Rogliano e nel lametino per lo straripamento di alcuni torrenti con allagamenti e accumulo di detriti sulla sede stradale. Disagi anche per il traffico ferroviario per il cedimento di una massicciata tra Zambrone e Parghelia, che ha reso necessaria la sospensione della circolazione sulla linea Eccellente-Rosarno e la deviazione sulla tirrenica di un treno espresso proveniente da Roma. Trenitalia ha disposto l'attivazione di servizi sostitutivi con pullman.  A Paola il sindaco della città ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado anche per la gioranta di oggi.





martedì 19 ottobre 2010

Località Uria Sellia Marina: L’appello delle famiglie per evitare una strage senza precedenti


Nella foto la casa della famiglia Barberio sgomberata per ordinanza sindacale e la montagna soggetta a smottamenti

 Riceviamo e volentieri pubblichiamo un accorato appello da parte degli abitanti del quartiere Uria di Sellia Marina di via case sparse. Nella speranza che si risolvi al più presto questa drammatica situazione prima che sia troppo tardi.
Quando succedono le stragi in un determinato luogo, subito dopo si mobilita il mondo intero dai “media” a tutte le forze dell’ordine, la Protezione civile. Prima, però che queste avvengono cosa si fa? Molte volte niente. È questo il caso di Uria, piccola frazione di Sellia Marina, in Via Case Sparse, dove un nutrito nucleo di abitazioni si trovano a ridosso di una collina che è a rischio di frane. Eppure mentre è da un anno che questa storia va avanti, mentre è appena trascorsa l’estate, tempo propizio per intervenire, sono rimaste ai posteri queste parole, questa promessa: “Entro settembre rientrerete nelle vostre case!” Parola del sindaco di Sellia Marina, Giuseppe Amelio. “Non vi preoccupate, solo qualche sacrificio”, aveva continuato. Il mese di settembre è alle porte e i lavori alla montagnetta di Uria non sono mai iniziati.
Gli ultimi sopralluoghi, effettuati recentemente, evidenziano un peggioramento della situazione di pericolosità rispetto all’alluvione che ha flagellato mezza Calabria nello scorso inverno. La località è denominata “Case sparse”, la via è Piranietto. A pagarne le conseguenze fra tutte le famiglie a rischio è le due famiglie Barberio, le cui abitazioni, sono proprio lì dove potrebbe verificarsi l’inizio della frana. Le due famiglie sono composte da sei persone, nonni, figli e nipoti. Traslocati a seguito dell’ordinanza sindacale di sgombero al villaggio Uria. Sistemazione provvisoria. Aveva detto. Aveva! Come aveva pure detto di fare qualche sacrificio “perché il Comune non si poteva permettere due affitti” (avevano chiesto due appartamenti: uno per i nonni e un altro per i figli e i nipoti). Nel frattempo nonno Vincenzo ha avuto un infarto (dovuto, molto probabilmente, allo stress di vedere anni di lavoro andati in fumo), la sua consorte non è al massimo della forma e i bambini dovranno pure andare a scuola. La famiglia Barberio, supportata da tutti gli abitanti della zona rivolge un accorato appello a tutti coloro che possono fare qualcosa. Il loro è un appello perché “il Comune si assuma le sue responsabilità” e li aiuti a ritornare nella loro abitazione al più presto. “Ci sentiamo presi in giro – hanno proseguito – viste le iniziali promesse”. Grandi i disagi. Forte la delusione. Legittime le richieste. Non rimangono che le risposte opportune dell’Amministrazione comunale. Sempre che il governo locale non consideri priorità altri tipi interventi, che a nulla servono. Sarebbe più giusto, invece, che si prodigasse prima per i servizi essenziali da rendere ai cittadini e poi per le esigenze estetiche di parte. Per una volta, non interveniamo dopo il disastro ma agiamo in tempo. Facciamo chiasso. Facciamo in modo che un centinaio di persone non rimangano senza abitazione o, per la peggiore delle ipotesi, senza vita. E se tutto ciò si verificasse di notte, quando tutti dormirebbero. Aiutateci!
Gli abitanti di “Via Case Sparse”