Ogni mattina si alzava per prima e dopo aver sistemato un po’ la casa, portava puntualmente alcune caprette a pascolare. Non erano sue ma di una vicina di casa, anziana, che in cambio le dava un po’ di latte e alcune volte qualche pezzo di formaggio. Concetta aveva sempre un viso solare,allegro, a vederla sembrava la più ricca del mondo. Le caprette le portava quasi ogni giorno “ari serri” e al ritorno mai una vota si era dimenticata di raccogliere un bel mazzo di fiori di campo da sistemare “ara conicella” da Madonna “da varanna”. Erano sempre fiori bellissimi, profumati, e ogni volta che sistemava i fiori, tra le sue preghiere ne rivolgeva una in modo particolare per suo padre affinché non si ubriacasse più e potesse ritornare quel buono e bravo padre che era prima della morte della moglie. Concetta di solito, una volta rientrata al paese nel pomeriggio faceva altri piccoli e umili lavoretti nel cercare di arrotondare qualche soldino,mentre puntualmente suo padre la sera rientrava a casa sempre ubriaco fracido; ma lei con il sorriso gli preparava qualcosa da mangiare gli sistemava il letto per la notte e solo dopo che suo padre dormiva si metteva anche lei a letto stanchissima si addormenta subito sognando spesso sua madre che la spronava ad avere pazienza a non scoraggiarsi e soprattutto di stare vicino al suo papà perché solo lei l’avrebbe potuto aiutare nel uscire dal brutto vizio del vino.
il vizio del vino sarebbe stato un brutto ricordo e che sicuramente sarebbe ritornato a lavorare nei campi portando lui i soldi a casa.
Commenti chiusi,ci ritroveremo nel terzo e ultimo capitolo del racconto dove inseriremo i vari suggerimenti,approvazioni critiche ecc..
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte