venerdì 9 dicembre 2011

La giunta Regionale stanzia grazie ai "PISR" 28 milioni di euro per valorizzare i beni culturali Calabresi

Regione, dai PISR ventotto milioni di euro per valorizzare i beni culturali calabresi      
 
 



La Giunta regionale della Calabria, su proposta dell’Assessore alla Programmazione, Giacomo Mancini, ha approvato una delibera che consente di snellire le procedure e di attivare in tempi rapidi gli interventi inseriti nell’Atto di indirizzo per la valorizzazione e la tutela dei beni culturali calabresi varato dall’Esecutivo nel marzo scorso. Detti interventi, previsti dai Piani Integrati di Sviluppo Regionale del POR Calabria FESR 2007/2013, comportano un impegno programmatico complessivo pari a circa 28 milioni di euro. Grazie alla delibera approvata dalla Giunta si potrà ora passare rapidamente alla fase attuativa del Piano di completamento e valorizzazione dei beni culturali calabresi, piano che riguarda, tra l’altro, le aree archeologiche, la rete dei castelli e gli itinerari religiosi. La delibera approvata dalla Giunta consente infatti di integrare in maniera organica gli interventi di completamento con quelli di valorizzazione dei beni nonché di predisporre un Piano di gestione degli stessi beni che assicuri, nel tempo, la migliore fruizione da parte del pubblico e la massima valorizzazione di un asset che è certamente strategico anche per il rilancio del turismo nella nostra regione. I beni culturali, in pratica, come elemento trainante e non più come elemento marginale, non valorizzato, non inserito nel contesto di una offerta culturale e turistica che dovrà invece essere il fiore all’occhiello di una regione che vuole cambiare, crescere e dare di sé una immagine sempre più positiva e propositiva. “La volontà del Presidente Scopelliti e della sua Giunta –dice l’assessore alla Programmazione Giacomo Mancini- è, come è noto, quella di valorizzare al meglio tutte le potenzialità della nostra regione. Finora -aggiunge Mancini- era mancata una organica politica di valorizzazione dei nostri beni culturali e, attraverso di essi, della nostra storia e delle nostre tradizioni civili e religiose.

Sersale partiranno a breve i lavori di urbanizzazione in località Borda per un importo do 850mila euro


Articolo tratto dal "Quotidiano della Calabria"

giovedì 8 dicembre 2011

Nella comunità di Simeri tante belle iniziative Religiose e civili

Le origini del culto verso la Madonna in Calabria


Esiste in un anfratto roccioso di un crinale scosceso del fiume Neto una chiesa rupestre, un sito laurotico risalente almeno al IX sec. d. C., e se nella parte centrale vi é l’icona del Cristo Pantocrator, massimo emblema cristiano della Chiesa orientale (per la Chiesa cattolico-occidentale é la Croce), a lato destro si notano i segni residui di una antica pittura raspresentante la Madonna Odighiatria. Dappertutto nel nostro territorio centinaia di icone la rappresentano, nei centri storici, lungo i sentieri di campagna, sulle mura degli antichi casali. Se poi si sfoglia una carta topografica ci si accorge che il nome di Maria, Madre di nostro Signore, insiste non solo nei centri abitati e nelle periferie, ma anche nelle zone interne, nelle campagne, sulle colline impervie. Altra sorpresa sono i numerosi santuari titolati alla Madonna, ancora attivi o ridotti in pietrame semisommerso nella vegetazione. Effettivamente nelle nostre contrade la devozione popolare verso la Madonna é molto accentuata e se si fa un’adeguata comparazione con il resto del paese si scopre che il nome di Maria in questo estremo lembo della penisola è molto più diffuso, venerato. Ed allora viene spontaneo chiedersi quale sia il motivo di tanta radicata devozione che tocchiamo con mano nelle nostre famiglie, ed Ella é Patrona, tra l’altro, di numerose città e contrade, quali Isola, Reggio, Crotone, Rossano, Tropea e così via. Ne ho ricercato le origini in fonti storiche. Quale il risultato? Il fenomeno sembra risalire decisamente al primo Monachesimo greco dal VII all’ XI secolo; successivamente ha interessato ancor di più l’epopea basiliana almeno fino al XIV secolo. Sembra proprio, insomma, che il nome di Maria sia per noi, in buona parte, eredità della chiesa di rito greco. Il Monachesimo orientale fu devotissimo alla Madonna, signora Odighiatria, rappresentata, molto spesso, con il bambino sul braccio sinistro, mentre la mano destra, flessuosa, aderente al corpo, mostra con le dita il figlio. Odighiatria, “colei che mostra il cammino” (dal greco odos ed egheomai = conduttrice, guida del cammino, traduce letteralmente Oreste Dito): insomma la Madre indica decisamente con la mano che la giusta direzione del nostro cammino va verso il Signore. Da quella concezione di profonda venerazione per la Madre di Dio si origina il culto, in tutto l’Oriente della relativa icona; senonché, invece di immagine simbolica, diviene, proprio quale icona, mezzo di profonda meditazione che riesce a traslare la mente umana in una dimenzione molto vicina al divino. Emigrati, anzi esuli in occidente, perseguitati in patria proprio per quella sensazionale pratica di considerare le icone di Maria, di Gesù e dei Santi, mezzo di “traslazione”, ritenuta dal clero orientale e dal basileus rito blasfemo, i monaci orientale qui tresferino il culto della Madonna insieme a quello di numerosi santi. Evidentemente l’acceso culto di Maria sembra avere influenzato tutto l’Oriente ed anche il mondo musulmano; quindi in prima persona, positivamente, lo stesso Maometto. Molto interesse ha destato un breve articolo di rotocalco sulle notizie riportate relativamente al fatto che “l’Islam onora Maria”. .......