domenica 25 dicembre 2011

Sellia proteste dal parte del Sindaco per il perdurare dei disservizi da parte dell'uffico postale


Articolo tratto dal Quotidiano della Calabria del 24.12.2011

A strina e natala ( La strenna di Natale)

"A strina": canzone popolare che unisce tutta la Calabria si cantava,si canta dal Pollino sino all'Aspromonte ,certo cambiando qualche parola ,qualche strofa il fiume tacina diventa un fiume cosentino ecc...ma il valore ,il significato rimane sempre lo stesso .Si cantava di buon augurio ai sposi novelli,ai cumpari "caru cumpari ca simu venuti ".rigorosamenti si iniziava a cantarla dopo la mezzanotte della vigilia,per terminare alla mezzanotte della befana .Per cantarla bene ci vuole un bravo solista ed un nutrito coro accompagnato da una fisarmonica .Guai ad aprire la porta prima che l'intera "strina" non fosse finita! ma sopratutto guai a far finta di non esserci o di non aver sentito..

sabato 24 dicembre 2011

Auguri di buone feste di tanta serenità a tutti da parte di Selliaracconta............ (Zagor)


Mi chiedevo cosa regalare,cosa augurare agli amici del blog per queste feste  
certo la lista dei desideri è sempre molto lunga,potrei augurarvi una casa nuova,una macchina fiammante,un viaggio in un posto sempre sognato, un posto di lavoro di prestigio,una vincita favolosa al superenalotto un portafoglio a “manticia” strapieno di soldi ecc…. Ma penso che l’augurio più bello il regalo più importante che ognuno di noi può ricevere e la serenità; forse la serenità in quest’epoca attuale dove viviamo del tutto e subito potrà sembrare un qualcosa di poco rilevante o addirittura un qualcosa di  inutile ma invece diventa molto importante quasi al pari della buona salute la quale in molti giustamente mettono al primo posto. Ma io quest’anno vorrei  se potessi regalare ma almeno augurare di vero cuore agli amici Selliesi e non tanta,tantissima serenità. Quando una persona è serena fa tutto meglio e riesce anche a superare i momenti difficili o quantomeno di sopportarli meglio,quando una persona è serena porta serenità e tranquillità a chi gli sta vicino dunque diventa positivamente un qualcosa di contagioso. Una persona serena e una persona che sta bene con se stesso e che sa star bene con gli altri. Una persona serena non mente,non ruba,non ferisce,non tradisce,sorride anche quando ci sono mille problemi. Una persona serena dorme tranquillo. Ma ditemi a cosa servirebbe avere tutte quelle belle cose elencate all’inizio se poi non siamo sereni,non siamo felici? Come giustamente diceva un vecchio detto popolare la ricchezza materiale non sempre porta una ricchezza interiore e pensateci bene anche avere una buona salute alla fine  servirebbe poco se poi ogni giorno siamo nervosi,arrabbiati,invidiosi …..

Diretta Streaming direttamente dalla casa di Babbo Natale nel lontano Polo Nord

Tre libri per riscoprire il vero significato del Natale


Tre maestri della letteratura italiana, tre racconti per dipingere il mondo di bianco, rosso e verde, i colori del Natale, ed invitarci a riflettere sul vero senso di questa festa. Eh già, perché come fa notare Italo Calvino nella frase d’apertura de I figli di Babbo Natale: «Non c’è epoca dell’anno più gentile e buona, per il mondo dell’industria e del commercio che il Natale e le settimane precedenti». E la soluzione a questa “crisi del Natale” è poeticamente riassunta da Luigi Pirandello in Sogno di Natale: «Cerco un’anima, in cui rivivere. Tu vedi ch’ìo son morto per questo mondo, che pure ha il coraggio di festeggiare ancora la notte della mia nascita. Non sarebbe forse troppo angusta per me l’anima tua, se non fosse ingombra di tante cose, che dovresti buttar via. Otterresti da me cento volte quel che perderai, seguendomi e abbandonando quel che falsamente stimi necessario a te e ai tuoi».
Ma andiamo per ordine. In I figli di Babbo Natale (ultima novella del celebre Marcovaldo), il protagonista gira di casa in casa, per conto della ditta presso cui è manovale, a portare gli auguri di “Buon Natale”. Un velo grigio ricopre però lo spirito di festa, e Marcovaldo se ne accorge: non c’è nessuno che lo accolga con gioia o curiosità, anzi lo ricevono tutti «come il postino che porta il giornale tutti i giorni». Il manovale ha portato con sé il figlio Michelino, che si rivelerà autore del ritrovato spirito natalizio. I due, infatti, fanno visita al figlio di un ricco industriale evidentemente solo e triste. Il piccolo Michelino scambia tristezza e solitudine per povertà, quindi corre a casa dai fratelli e, tutti insieme (loro, veramente poveri!), s’ingegnano per trovare dei regali da portare a quel bimbo tanto triste: un martello di legno, un tirasassi ed una scatola di fiammiferi. La reazione del figlio dell’industriale al ricevere questi doni del cuore, è quanto mai sorprendente e simbolica; la conclusone del racconto ironizza sul pensiero utilitaristico e materiale degli uomini.
Se lo stile di Calvino rimane, come sempre, chiaro e preciso, il racconto di Pirandello dà più l’idea di essere una poesia; il ritmo sembra evocare uno dei tanti canti di Natale. Attraverso un sogno, paradossalmente, l’autore ci riporta alla realtà. In un clima gioioso in cui tutti festeggiano, stona la figura di un uomo infinitamente triste che gira per le strade: Gesù, angosciato poiché «il mondo [solo] per uso festeggia ancora il suo natale». Questo racconto chiama a riflettere sulle priorità della vita: a cosa, erroneamente, diamo importanza, e a cosa rinunciamo nella falsa convinzione che non abbia valore. Gesù invita quindi il protagonista, ed i lettori, a liberare il proprio cuore dalle futilità che gli appannano la vista per far posto a lui e al suo messaggio d’amore: sarà l’uomo in grado di esaudire questa richiesta?.....

venerdì 23 dicembre 2011

Storia del baccalà calabrese "Stoccafisso"



 ll baccalà è merluzzo conservato sotto sale e  in seguito essiccato naturalmente o artificialmente. Il baccalà si differenzia dallo stoccafisso che invece richiede solo un lungo periodo di essiccamento senza aggiunta di sale. Il baccalà è un alimento ricco di proteine ad elevato valore nutrizionale, ma con poche calorie.


Il termine stoccafisso venne attribuito al merluzzo norvegese poiché arrivava in Italia su delle grosse casse con impresso sopra "Stock Fish". Successivamente italianizzato.
Il pesce stocco (u pisci stòccu) o stocco, è una conserva di stoccafisso che costituisce la base di molti piatti tipici della provincia di Reggio Calabria. Le sue origini risalgono agli inizi del Cinquecento, quando si cominciava a importare il merluzzo secco in Calabria dal porto di Napoli, capitale del Regno. Da qui i battelli raggiungevano il porticciolo di Pizzo, da dove attraverso le mulattiere del tempo, a dorso di mulo lo Stocco arrivava a Mammola, il "paese delle stocco" come viene chiamato, quindi dopo il tradizionale "ammollo" e la lavorazione artigianale, veniva venduto in tutta la provincia reggina.Altro importante centro di eccellenza per la preparazione del pesce stocco è Cittanova nella Piana, che utilizza le purissime acque dello Zomaro.
Lo "Stocco" più rinomato ed apprezzato è ancora oggi quello prodotto a Mammola (tanto da aver ottenuto a livello regionale e nazionale il massimo riconoscimento dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali Suppl. Ord. Gazzetta Ufficiale N°167 del 18-7-02 pag. 13 N°201. con l'inserimento nell'elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani). Lo "Stocco di Mammola" viene "ammollato" nella purissima acqua del luogo, che in breve tempo lo rende commestibile; l'acqua ricca di particolari sostanze minerali quali calcio, ferro magnesio, assieme alle tecniche di lavorazione artigianale antiche permette di ottenere risultati eccellenti. Il Pesce Stocco secco viene importato dalla Norvegia. Anche Cittanova è considerato a sua volta un centro specializzato nell'ammollo e nella lavorazione di tale pietanza; alcune aziende cittanovesi forniscono la materia prima, lo stocco, in Calabria.
La materia prima, lo stoccafisso, deve essere di eccellente qualità (la migliore è considerata quella Ragno che proviene dalle Isole Lofoten in Norvegia). Messo a bagno per almeno tre giorni in acqua corrente affinché si ammorbidisca, viene poi pestato e pulito, quindi può essere preparato in molti modi:

La tradizione radicata vuole che, quasi come fosse un precetto, le famiglie consumino lo stocco il Venerdì santo e la vigilia di Natale. Un'altra tradizione locale vuole che lo stocco si usi come regalo, molti emigrati infatti al rientro dalle ferie lo portano per regalarlo e per consumo personale.
Sempre secondo la tradizione era (ed è) usanza che il proprietario del frantoio (trappitu) delle olive offrisse i lavoranti un pranzo a base di stoccafisso, cipolle, pomodori e patate in occasione da "criscita" dell'olio e cioè quando, alla fine di ogni ciclo di lavorazione,si separava l'olio d'oliva dall'acqua di lavorazione. L'usanza, mai abbandonata, oggi a Reggio Calabria si è trasferita nei cantieri edili quando, dopo la "posa" dell'ultima soletta viene issata la bandiera tricolore sul tetto dell'edificio.