Tre maestri della letteratura italiana, tre racconti per dipingere il mondo di bianco, rosso e verde, i colori del Natale, ed invitarci a riflettere sul vero senso di questa festa. Eh già, perché come fa notare Italo Calvino nella frase d’apertura de I figli di Babbo Natale: «Non c’è epoca dell’anno più gentile e buona, per il mondo dell’industria e del commercio che il Natale e le settimane precedenti». E la soluzione a questa “crisi del Natale” è poeticamente riassunta da Luigi Pirandello in Sogno di Natale: «Cerco un’anima, in cui rivivere. Tu vedi ch’ìo son morto per questo mondo, che pure ha il coraggio di festeggiare ancora la notte della mia nascita. Non sarebbe forse troppo angusta per me l’anima tua, se non fosse ingombra di tante cose, che dovresti buttar via. Otterresti da me cento volte quel che perderai, seguendomi e abbandonando quel che falsamente stimi necessario a te e ai tuoi».
Ma andiamo per ordine. In I figli di Babbo Natale (ultima novella del celebre Marcovaldo),
il protagonista gira di casa in casa, per conto della ditta presso cui è
manovale, a portare gli auguri di “Buon Natale”. Un velo grigio ricopre
però lo spirito di festa, e Marcovaldo se ne accorge: non c’è nessuno
che lo accolga con gioia o curiosità, anzi lo ricevono tutti «come il
postino che porta il giornale tutti i giorni». Il manovale ha portato
con sé il figlio Michelino, che si rivelerà autore del ritrovato spirito
natalizio. I due, infatti, fanno visita al figlio di un ricco
industriale evidentemente solo e triste. Il piccolo Michelino scambia
tristezza e solitudine per povertà, quindi corre a casa dai fratelli e,
tutti insieme (loro, veramente poveri!), s’ingegnano per trovare dei
regali da portare a quel bimbo tanto triste: un martello di legno, un
tirasassi ed una scatola di fiammiferi. La reazione del figlio
dell’industriale al ricevere questi doni del cuore, è quanto mai
sorprendente e simbolica; la conclusone del racconto ironizza sul
pensiero utilitaristico e materiale degli uomini.
Se lo stile di Calvino rimane, come sempre, chiaro e
preciso, il racconto di Pirandello dà più l’idea di essere una poesia;
il ritmo sembra evocare uno dei tanti canti di Natale. Attraverso un
sogno, paradossalmente, l’autore ci riporta alla realtà. In un clima
gioioso in cui tutti festeggiano, stona la figura di un uomo
infinitamente triste che gira per le strade: Gesù, angosciato poiché «il mondo [solo] per uso festeggia ancora il suo natale».
Questo racconto chiama a riflettere sulle priorità della vita: a cosa,
erroneamente, diamo importanza, e a cosa rinunciamo nella falsa
convinzione che non abbia valore. Gesù invita quindi il protagonista, ed
i lettori, a liberare il proprio cuore dalle futilità che gli appannano
la vista per far posto a lui e al suo messaggio d’amore: sarà l’uomo in
grado di esaudire questa richiesta?.....
L’ultima novella che proponiamo è Racconto di Natale
di Dino Buzzati, che si distingue dalle altre perché si offre come vera
e propria analisi introspettiva dell’uomo moderno, della sua solitudine
e delle sue debolezze. Novella dalle pennellate surrealiste, dipinge
una situazione se non assurda, per lo meno umoristica, per denunciare
l’egoismo umano: Don Valentino scaccia un mendicante dalla cattedrale,
ma non sente più la presenza divina e quindi si convince d’aver fatto
fuggire Dio in persona. Quindi va a cercarlo (perché all’arcivescovo
serve per la Messa), ma, in un giorno d’amore e di festa quale è il
Natale, tutti vogliono Dio e, perciò, nessuno è disposto a condividerlo!
Il messaggio della scena finale, quando “ritroverà Dio”, ci ricorda
l’autentico significato del Natale, intenzione, del resto, condivisa da
Calvino, Pirandello e Buzzati narratori del Natale.
Italo Calvino. I figli di babbo natale in Marcovaldo, Mondadori (collana Oscar opere di Italo Calvino), 1993, XLVII-134 p.€ 8,00.Luigi Pirandello. Sogno di Natale in Novelle per un anno. Ediz. Integrale, 2007, 1461 p., rilegato, € 9,90.
Dino Buzzati. Racconto di Natale in La boutique del mistero, Mondadori (collana Oscar classici moderni), 2000, 12 ed., € 8,80.
Tratto da tempovissuto.it