mercoledì 22 febbraio 2012

Importante riconoscimento alla guinta guidata da Zicchinella. L'amministrazione comunale di Sellia invitata da Arlacchi al parlamento Europeo




Perchè la Chiesa celebra dopo il martedì di carnevale il mercoledì delle Ceneri ?


La Chiesa cattolica vive oggi una giornata molto importante. Con il "mercoledì delle ceneri" inizia infatti ufficialmente il periodo penitenziale della Chiesa cattolica, periodo di cammino verso la celebrazione della Pasqua. (ad eccezione per i cattolici di altri riti - come quello Ambrosiano) Il rito che viene compiuto oggi è, sicuramente, molto suggestivo, anche per chi non è molto vicino alla fede o alla prassi ecclesiale. Il gesto dell'imposizione delle ceneri richiama infatti molti sentimenti: la penitenza, l'umiliazione, la conversione, l'annichilimento personale, ecc. Sentimenti che non sempre ben esprimono il reale senso di questo gesto e, con esso, l'idea corretta della "penitenza". Quanti fraintendimenti   circa l'esperienza della penitenza vissuta all'interno della Chiesa cattolica...quante volte nell'opinione pubblica vince l'idea che i cattolici siano persone che "vogliono soffrire", quasi che la nostra vocazione fosse quella di stare male.... Forse la cosa migliore è quella di capire qualcosa di più circa questo importante "gesto penitenziale". La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Molto tempo fa, infatti, la confessione non avveniva in modo ricorrente (cosa che "dovrebbe" capitare oggi tra i cristiani...), ma una sola volta, ed in modo pubblico. Pubblica infatti era anche la "confessione" che avveniva per tutti i penitenti il Giovedì santo.
La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).
2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).

martedì 21 febbraio 2012

L'uomo più vecchio d'Italia è un Calabrese residente a Ventimiglia. Giovanni Ligata nato a Palizzi (RC) il 18.2.1901 ha spento ben 111 candeline

 Grande festa nel quartiere di Tenda e Gianchette, per il ventimigliese Giovanni Ligato, l’uomo più anziano d’Italia, che ha compiuto 111 anni.  E’ nato il 28 febbraio del 1901, a Palizzi Superiore (Reggio Calabria), da una famiglia di 13 figli, Giovanni si è trasferito nell'ottobre del 1957, a Ventimiglia, per motivi di lavoro (era innestatore di piante) e con lui anche la famiglia: la moglie Santa (morta due anni fa a 94 anni fa) e i 7 figli.
 Giovanni vive ormai dal 1957 nella città di confine. La festa di compleanno, spostata di un giorno per potere avere vicino tutta la famiglia, si è svolta con il taglio di una torta nella casa dell’uomo in via Brigate Partigiane, nel quartiere di Tenda. «Quanti anni ho?» ha chiesto al figlio Emilio non riuscendo più a tenere il conto.
La perdita della moglie, Santa Parasporo, di 94 anni, quando aveva 108 anni, ha rattristato gli ultimi anni. Ma Giovanni Ligato si gode comunque la famiglia. Ha avuto 12 tra fratelli e sorelle e sette figli, di cui cinque vivi. Il segreto della longevità, ripete, è alimentazione sana e naturale, soprattutto verdure e frutta fresca, mai prodotti surgelati.

"Era da un secolo che non nevicava così in Italia". Giovanni Ligato, che lo scorso sabato 18 febbraio ha compiuto 111 anni, ha commentato così le forti nevicate nei giorni scorsi e ha aggiunto: "Avevo circa 9 anni quando in Calabria ci fu una forte nevicata dove morirono tanti animali". Giovanni Ligato è oggi l'uomo vivente più anziano d'Italia, il secondo uomo più anziano d'Europa (dopo il Belga Jan Goossenaerts anche lui 111 anni) e il quarto uomo vivente più anziano del mondo (il record assoluto lo detiene il giapponese Jiroemon Kimura, 114 anni). Nato a Palizzi Superiore (Reggio Calabria) in Contrada....

Campionato d'eccellenza Rende 1 Sersale 2 ora la capolista Montaldo si trova a -3