venerdì 19 aprile 2019

Canti di donne nella Settimana Santa in Calabria: teologia e antropologia.


È, questo, un libro (a quattro mani) di insolita compattezza. Ne sono autori due studiosi calabresi che hanno già dato prova del loro acume e della serietà dei loro studi antropologici: non rimasticano (inutilmente) il già detto ma, come i ricercatori di razza, danno interpretazioni originali (documentate e convincenti) dei materiali esistenti, aggiungendo tasselli di verità nei campi sterminati del sapere. Giustamente, José Luis Alonso Ponga, «antropologo museale di fama internazionale», rileva, nella sua limpida Prefazione al libro,  che il «punto di  vista» dei due ricercatori «si completa».
D’altra parte, secondo le più recenti acquisizioni dell’ermeneutica applicata ai testi letterari (si pensi a Jauss), il lettore che dialoga con il testo («lettore attivo») e ne individua qualcuno dei sensi riposti va considerato addirittura coautore effettivo del testo stesso, dacché contribuisce efficacemente alla semiosi, cioè al «processo di significazione».
Ebbene, Anna Rotundo è una lettrice attiva, attivissima, se è vero che, nel Capitolo I del libro (Donne di Calabria e canti di Passione), rilegge alcuni dei più famosi canti di donne, rievocanti la passione di Cristo durante la Settimana Santa in Calabria, secondo un’inedita ottica femminile, e ridà vita, di fatto, a testi che apparivano consunti, come tutti quelli consegnati alla serialità delle feste popolari.
La studiosa si muove chiaramente sulla scia della teologia femminile (e femminista) che ha in Adriana Zarri una delle sue punte di eccellenza, rivelando, in maniera molto diretta e senza forzature, la componente femminile, appunto, di tali canti, che era stata obliterata sotto il velo opaco del maschilismo cattolico (e non solo).
Epperò, nella Sira di li treniri (Sera dei tremori), la Madonna si rivela «profeta per una presa di coscienza collettiva di liberazione»; nel Rosario per le Quarant’ore, le donne appaiono, sulla scorta di Edith Stein, «più capaci di empatia»; in E piangiti sorelli c’amurti Gesuna (Piangete sorelle ch’è morto Gesù), traspare il tema della sorellanza, «caro ai movimenti delle donne»; in U Tummulieri, si evidenzia la capacità femminile di «creare linguaggio» magari trasformando arbitrariamente l’originale – oramai incomprensibile – teste latino (Tu in mulieribus). E così via … cantando.
L’auspicio, sotteso alla ricognizione puntuale di Anna Rotundo, che si fa apprezzare anche per la limpidezza della scrittura, è l’avvento, sul terreno religioso, «di un linguaggio inclusivo che sappia accogliere in sé tanto la ricchezza del maschile, quanto »quella del femminile».
Martino Battaglia, nel Capitolo II del libro, Dalla lauda al canto popolare nel sud Italia, comprova, da par suo, con impeccabile contrappunto di citazioni scientifiche e di riferimenti testuali, la tesi di una netta correlazione tra le laudi drammatiche medievali e i canti popolari della Settimana Santa in Calabria e in altre regioni dell’Italia attraverso il comune tramite della spettacolarizzazione barocca, convalidando peraltro, sul terreno antropologico, una notazione esposta dal sottoscritto in un articolo letterario su La Passione di Cristo da Iacopone a Pasolini e Turoldo.
La passione euristica di Battaglia si riversa sulla pagina, sottoponendo la struttura del discorso a torsioni improvvise, a fulminei sbalzi, a clamorose deviazioni perfino: non ci sono spazi vuoti che non vengano prontamente saturati dall’incessante, febbrile impegno documentario dell’autore, anche a scapito della ..........

giovedì 18 aprile 2019

La storica impresa Catanzarese "Cotto Cusimano" realizzerà i Bessali del Colosseo. L'azienda aveva già lavorato anche per i restauri della Reggia di Caserta e i scavi di Pompei

«A nome mio personale e dell’intero consiglio direttivo di Confindustria Catanzaro esprimo le più sincere e convinte congratulazioni all’azienda associata Cotto Cusimano». È quanto scrive in una nota Aldo Ferrara, presidente della territoriale catanzarese di Confindustria.«È per noi tutti motivo di orgoglio sapere, infatti, che dopo la Reggia di Caserta e gli scavi di Pompei, addirittura il Colosseo, uno dei monumenti più importanti e maggiormente visitati al mondo, sarà restaurato grazie anche alla realizzazione, da parte della Cotto Cusimano, di pezzi unici, prodotti ad hoc, i cosiddetti “bessali”, che riproducono fedelmente quelli preesistenti»
«Non v’è dubbio – prosegue -, che si tratta di un’azienda che fa parte della tradizione industriale, non solo locale ma nazionale ed internazionale, perché è riuscita, negli anni, ad affermarsi, innovando e migliorando, con prodotti di qualità e di alta tecnologia in tutto il mondo. Un’impresa dotata, altresì, di indiscussa capacità nei diversi cicli di produzione e di trasformazione, che è riuscita, anche attraverso, vari passaggi generazionali, a porsi come motore e modello di riferimento per la crescita della società».«Un riconoscimento meritato – continua Ferrara – che è stato ottenuto grazie alla determinazione, al sacrifico ed alla continua ricerca di qualità dei prodotti, da parte dei titolari e delle maestranze e che, certamente, contribuirà ad aumentare e valorizzare il prestigio della società. Naturalmente ciò comporterà anche un impegno maggiore: ma gli imprenditori   che operano nella nostra regione sono consapevoli della tenacia e del coraggio che occorrono per competere sul mercato e contribuire ad assicurare sviluppo e benessere al territorio». «Una storia di successo – conclude – che è motivo di orgoglio per .........

mercoledì 17 aprile 2019

Sellia Marina Ora la parola d'ordine è "dialogare" Il candidato a sindaco Ferrarelli auspica un incontro con il sindaco di Sellia Zicchinella per trovare un accordo sui 15 ettari di pineta


Sellia Marina: disappunto dopo la sentenza che sottrae l‘area  di 15 ettari di  Pineta  
                       «Ora occorre dialogare» 


Il candidato Ferrarelli annuncia che incontrerà il sindaco di Sellia 
L’iter giudiziario iniziato nel 2009.
La sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro, che ha confermato la proprietà del Comune di Sellia della pi
neta di Sellia Marina, ha destato non poco scalpore. Il lungo iter giudiziario, iniziato nel 2009, toglie al comune marinaro una vasta area, di ben quindici ettari, a ridosso del lungomare e in una zona con grande valenza turistica e ambientale. Sulla vicenda è intervenuto il candidato sindaco ( a Sellia Marina come a Sellia  si va alle urne il 26 maggio) 
Antonio Ferrarelli, secondo il quale «non si doveva arrivare a tanto!». 
«Come opposizione afferma ' abbiamo sempre chiesto, inascoltati, ‘ che si privilegiasse la strada del dialogo. E bisognava fare tutto il possibile, ' per evitare polemiche, incomprensioni e carte bollate, nonché la perdita di una gran quantità di tempo e di energie che andavano impegnati per fare chiarezza, mettere ordine, in un'area che per Sellia Marina costituisce maggior parte della sua politica turistica». Secondo Ferrarelli, «con la sentenza della Corte d’Appello che conferma la sentenza di primo grado, c’è da f prendere atto di negligenze e sottovalutazioni amministrative che aldilà della questione giuridica, lasciano a Sellia Marina da gestire una bella patata bollente. Il rammarico forte è che se l’Amministrazione locale della nostra. cittadina avesse anteposto alle usuali supponenze che l’hanno contraddistinta in questi cinque anni, gli interessi generali e l’esigenza del pubblico, che in quel tratto ha fatto ingenti investimenti, e dei privati, imprenditori o semplici cittadini, a trovare somma governare efficacemente “ nel dialogo proficuo le giuste soluzioni, non ci troveremmo a questo punto». Resta aperta una finestra di dialogo, come ha evidenziato lo stesso Ferrarelli dopo i commenti del sindaco di Sellia, Davide Zicchinella, per questo il candidato sindaco ha dato noto che incontrerà presto il primo cittadino del comune uscito vittorioso dal procedimento giudiziario. «Dobbiamo impegnarci, e lo farò prioritariamente -ha aggiunto Ferrarellì per rendere possibile, in stretta collaborazione col Comune di Sellia, la fruizione di.....

martedì 16 aprile 2019

Cittadino Catanzarese deve sborsare all'Inps 300 mila euro per il suo ristorante chiuso da molti anni. Domiciliari per dipendente della Camera di Commercio che avrebbe cancellato il debito pagando a lui il 10%

Una vicenda quasi paradossale ma che potrebbe capitare a chiunque. Al centro un cittadino che si rivolge ad un ufficio come quello della Camera di Commercio per risolvere un serio problema economico con l’Inps e ma che si ritrova suo malgrado coinvolto addirittura in una concussione.

La storia, in particolare, riguarda un catanzarese ormai da anni emigrato in Germania: all’inizio degli anni ’90 aveva lasciato infatti la sua terra e i propri affetti per affrontare un futuro che prometteva dignità, sebbene oltre i confini dell’Italia.
Tutto ha inizio 25 anni fa, nel 1994, quando l’uomo, un imprenditore originario del capoluogo, decide di cambiare radicalmente le sorti della sua vita: chiude così il suo ristorante, nel quartiere Gagliano, per trasferirsi all’estero.
Solo poco più di un anno fa, malauguratamente, scopre però che a causa di qualche svista burocratica l’Inps gli chiede 300 mila euro per il mancato versamento degli oneri previdenziali maturati dalla data di chiusura del locale fino al 2018.
Inizia così il calvario dell’imprenditore che decide di rientrare in Italia per tentare di risolvere la questione. Si reca allora alla Camera di Commercio di Catanzaro, dove trova un dipendente 62enne della stessa, S.T., a cui racconta la sua vicenda.
L’impiegato, inizialmente, è categorico nel sostenere che non vi sia nulla da fare per risolvere il problema, ma poi ecco che spunta una soluzione: il debito si potrebbe anche cancellare, ma il malcapitato dovrebbe sborsare il 10% della somma pignorata, cioè 30 mila euroal dipendente della Camera di Commercio.
L’imprenditore si dice però impossibilitato a pagare quella somma, e spunta anche l’alternativa“se la Partita Iva non l’ha adoperata negli ultimi 10 anni - gli viene proposto - c’è una legge a suo favore; basta pagare un contributo di 4.000 euro che naturalmente incasso io (il dipendente della Cciaa, ndr) e se mi dai altri 2.000 euro chiudiamo la pratica cancellando tutto”.
In pratica, il pubblico ufficialevantando la sua posizione e prospettando così la risoluzione del problema, sarebbe riuscito a far leva sulle difficoltà e l’emotività del commerciante che, da parte sua, non vedendo l’ora di scrollarsi di dosso un simile macignocede alle richieste di denaro, la prima delle quali viene soddisfatta in un incontro risalente al Gennaio del 2018, quando pagherà mille euro.
L’imprenditore continuerà anche durante il resto dell’anno a versare altre somme, ma si renderà poi conto che era tutto illegale e così decidendo di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Catanzaro Lido.
Nella mattinata di venerdì scorso i militari hanno predisposto un servizio di osservazione per monitorare l’incontro tra l’imprenditore e l’impiegato, riuscendo, insieme ai colleghi di Santa Maria, ad accertare il passaggio di denaro che è avvenuto proprio dentro la Camera di Commercio, dove la vittima ha consegnato al dipendente la somma pattuita.
I carabinieri sono intervenuti fermando l’impiegato con le banconote appena consegnate ed arrestandolo con l’accusa di concussione.




Il 62enne è stato messo ai domiciliari fino a stamani quando si è tenuta l’udienza di convalida, durante la quale è stata ..........

sabato 13 aprile 2019

Pesca di frodo con l'uso di corrente elettrica sul fiume Simeri. I carabinieri di Taverna bloccano tre persone nel territorio di Magisano.

Sorprese in flagranza di reato, da una pattuglia della stazione Carabinieri forestale di Taverna, tre persone mentre esercitavano la pesca di frodo all’interno dell’alveo del fiume Simeri in località Risica del comune di Magisano. La pattuglia, allertata da una specifica segnalazione, sono intervenuti sul posto, individuando tre soggetti mentre, con l’utilizzo di un gruppo elettrogeno in funzione, stavano pescando, dopo averle stordite o uccise con la corrente elettrica, numerosi esemplari di trota. Dopo aver identificato i 3, residenti nei comuni di Albi e Magisano, eseguiti gli accertamenti di rito e la geo localizzazione del sito, sia il gruppo elettrogeno che i pesci sono stati posti sotto sequestro. Le trote, in numero di sei esemplari, dei quali cinque risultati anche di dimensioni inferiori a quelle consentite dalle specifiche norme regionali, su disposizione dell’Autorità giudiziaria sono state date in consegna al CRAS (Centro recupero animali selvatici) di Catanzaro per essere destinati all’alimentazione degli animali rapaci presenti presso il centro. L’impiego della corrente elettrica per la pesca, oltre a costituire specifiche violazioni penali al RD 1604 del 1931 e alle norme sul maltrattamento degli animali, può causare, agendo indiscriminatamente su tutte le ........

venerdì 12 aprile 2019

Sulla 106 sequestrati prodotti caseari senza etichettatura e privi di un minimo di conservazione igienica.

 Prodotti caseari sequestrati e una multa di 1500 euro da parte degli agenti della Polizia Stradale di Catanzaro.

In occasione di un controllo, la polstrada del distaccamento di Soverato, ha fermato un furgone frigo sulla 106, vicino alla cittadina balneare del catanzarese. Gli agenti hanno quindi verificato i prodotti all’interno del mezzo e scoperto che erano contenuti in alcune cassette di plastica senza etichettatura e senza il documento attestante la provenienza o la tracciabilità. La polizia ha tuttavia constatato il fatto che non fossero rispettate nemmeno le minime disposizioni igienico sanitarie nella fase del trasporto: infatti, nel vano di carico del veicolo erano presenti dei residui vegetali e sporcizia di ogni genere. Ad aiutare gli agenti per ulteriori e specifici accertamenti è intervenuto sul posto personale del ServizioVeterinario dell’Asp di Catanzaro del ........