martedì 25 febbraio 2020

I nemici del clima in Calabria Le quattro centrali Termoelettriche di Simeri Crichi, Altomonte, Rizziconi e Scandale Inquinano con ben 4,15 tonnellate di emissioni climatiche

I nemici del clima in Calabria

Secondo il registro europeo E-PRTR, sono 8 i principali settori che, nel 2017, hanno contribuito ad emettere in atmosfera 135,1 milioni di tonnellate di CO2. Tra questi l’industria mineraria, chimica e metallurgica, ma quello che incide maggiormente è il settore energetico che da solo rappresenta il 74,9% delle emissioni totali di CO2. Impianti alimentati a fonti fossili: carbone, gas e olio combustibile, inquinanti e climalteranti. In Calabria le emissioni climalteranti, nel 2017, sono state pari a 4,15 milioni di tonnellate, ovvero il 3% delle emissioni nazionali, tutte provenienti da 4 centrali termoelettriche: la centrale di Altomonte (Cs) con 1,5 milioni di tonnellate di CO2, seguita dalle centrali di Simeri Crichi (Cz) con 1,48 milioni di tonnellate, di Rizziconi (Rc) e di Scandale (Kr). A contribuire all'emergenza climatica ci sono anche le estrazioni petrolifere, gas e petrolio, a largo delle coste calabresi e sulla terraferma. In particolare sono 7 le concessioni di gas, di cui 2 sulla terraferma e 5 in mare per un totale di 310,5 kmq. La produzione nel 2017, ha riguardato soltanto 4 di questi giacimenti per un totale di 574,4 milioni di Smc, pari, nel 2017, a circa il 10,2% della produzione nazionale. Concessioni produttive riconducibili a 2 società: 6 di proprietà Eni Spa e 1 di Edison. A queste si aggiungono le finte rinnovabili, come i due mega impianti a biomasse solide, di provenienza tutt'altro che locale, di Cutro (50 MW), di Rende, la ex Actelios del gruppo Falk (47 MW), di Stromboli (46 MW), di Crotone (27 MW) e di Mercure (35 MW). Per ciò che concerne le ultime due centrali, secondo il rapporto di Arpacal per l'anno 2018, emerge un frequente superamento dei limiti di legge per quanto riguarda gli inquinanti.
Ricordiamo infatti che le biomasse solide sono sostenibili in impianti dimensionati per utilizzare una risorsa locale, con un raggio massimo di 70 km (meglio se entro i 35). Infine, tra i nemici del clima in Calabria, figurano le infrastrutture che mettono a rischio il mare. Quest'ultimo, infatti, a causa degli inquinanti riduce la sua capacità di assorbimento di CO2. Tra queste, è notizia di qualche giorno fa l'eclatante sequestro del...........

lunedì 24 febbraio 2020

A fuoco vecchio casolare a Catanzaro Lido Le fiamme domate dai vigili del fuoco di Sellia Marina


Nessun danno e nessun ferito a Catanzaro Lido dove,ieri mattina, un casolare abbandonato è stato distrutto da un incendio. La struttura, usata forse come rifugio notturno da persone senza fissa dimora, è stato interessato da un rogo domato da squadre dei vigili del fuoco del capoluogo e del distaccamento di Sellia Marina.
Le squadre, col supporto di una autoscala della sede centrale, sono intervenute in prossimità del sottopasso di Via Magellano. Le fiamme hanno interessato alcuni locali del primo piano dello stabile ed in particolare materassimobilia vecchia e vari oggetti. Sul posto è intervenuta anche la Polizia di Stato per....

sabato 22 febbraio 2020

Panico da Coronavirus a Catanzaro donna ricoverata al Pugliese avrebbe avuto contatti indiretti con il 38enne infetto di Bergamo.

A far scattare la procedura di emergenza è stata la circostanza che, da quanto avrebbe dichiarato, nei giorni scorsi sarebbe entrata in contatto con un’altra donna che a sua volta avrebbe avuto contatti con un 38enne infetto di Bergamo

Al momento non c’è alcuna certezza che la paziente sia stata colpita dal Covid-19, Coronavirus.sembrerebbe per fortuna un falso allarme anche se non è stata diramata alcuna notizia ufficiale
La paziente, di 26 anni, domiciliata a Catanzaro, era di ritorno da Venezia (aereo con scalo a Fiumicino) ieri sera. Nelle ultime 24-36 ore aveva partecipato ad un convegno insieme ad un collega, a sua volta contatto del trentottenne identificato come “caso 1” a Codogno e ricoverato per Covid19. 

Lo scanner termico presente in aeroporto ha restituito una temperatura di 37.5 gradi in assenza di altri sintomi. Temperatura in ospedale 36.9.Provenendo da area italiana ad altissima sorveglianza, la donna è stata ricoverata al reparto di "Malattie infettive" dell'Ospedale "Pugliese" di Catanzaro (struttura regionale individuata quale riferimento per l'emergenza) in regime di isolamento a pressione negativa. La paziente non è transitata per il Pronto Soccorso, giungendo direttamente in reparto. 
Attualmente la situazione è sotto controllo e la paziente è completamente asintomatica. I risultati del test per SARS-CoV19, effettuato in sede, si attendono per la tarda mattinata. Si attende di sapere se si tratta del ceppo che in Italia ha portato alla morte di un 78enne in Veneto ed ha già colpito numerose persone, soprattutto in Lombardia, ma potrebbe trattarsi di uno dei.........

venerdì 21 febbraio 2020

Si assentava ingiustamente dal lavoro per oltre 50 settimane. Medico dell'ospedale Pugliese di Catanzaro si è visto recapitare un provvedimento di sequestro dei beni

Quasi una cinquantina di settimane di assenza ingiustificata in tre anni per un medico dell’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro e che ieri si è visto recapitare un provvedimento di sequestro, ai fini della confisca, per poco più di 70 mila euroAd eseguire la misura, emessa dal Gip Paola Ciriaco, sono stati i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo. Il dirigente è stato anche iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio: secondo gli investigatori si sarebbe appunto assentato indebitamente, e in diverse occasioni, dal suo posto di lavoro, maturando in meno di 36 mesi numerosissime assenze ingiustificate regolarmente retribuite e mai recuperate. I fatti risalgono agli anni tra il 2014 e il 2016, periodo nel quale il medico ricopriva l’incarico di direttore di struttura semplice del nosocomio catanzarese, prima di diventare direttore di una struttura operativa complessa del Pugliese-Ciaccio.
Le indagini, dirette dal pubblico ministero Stefania Paparazzo, con il coordinamento dell’Aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore capo Nicola Gratteri – mirano a dimostrare che lo specialista, pur presentandosi regolarmente in servizio, avrebbe svolto e quasi sempre il proprio orario in misura inferiore a quella d’obbligo, allontanandosi senza alcuna giustificazione e senza completare lo stesso orario obbligatorio, previsto da contratto in 38 ore settimanali. Così facendo sarebbe arrivato a contabilizzare 1.804 ore di assenza, pari - appunto - a oltre 47 settimane lavorative. Nel corso del tempo, le strutture amministrative dell’azienda ospedaliera avevano avvisato lo specialista dell’ingente debito orario accumulato, ma ciononostante l’indagato non avrebbe adottato nessuna iniziativa per risolvere il problema. Tutte le prestazioni lavorative non eseguite sono state comunque regolarmente retribuite, per il totale dei 70 mila euro oggi sequestrati, causando un danno all’azienda, sia in termini economici che di efficienza complessiva, considerati i lunghi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie in Calabria.
Il sequestro è andato a colpire i conti correnti del medico ed ha riguardato gli stipendi che sono ritenuto come guadagnati indebitamente.
Al momento sono in corso degli approfondimenti anche sulle strutture dirigenziali dell’azienda ospedaliera, con l’obiettivo di individuare eventuali responsabilità in........

giovedì 20 febbraio 2020

Chiudono le guardie mediche di Albi, Simeri Crichi, Cropani, Pentone, Zagarise e Belcastro con altre 29 ricadenti nell'ASP di Catanzaro Ecco la lista completa

 Le postazioni delle guardie mediche passeranno dalle attuali 60 alle programmate 25. Una nuova era per le emergenze durante le ore notturne, nei prefestivi e festivi.
L'Asp di Catanzaro ha deciso di avviare una profonda riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale. Le postazioni delle guardie mediche passeranno dalle attuali 60 alle programmate 25. Una nuova era per le emergenze durante le ore notturne, nei prefestivi e festivi. L'impulso è stato dato dall'attuale commissione prefettizia (la delibera 64 del 12 febbraio è stata firmata da Tancredi e Gullì) che ha voluto conformare l'attuale assetto delle guardie mediche al rispetto del rapporto ottimale fra numero di postazioni attive e residenti. Nell'interpretazione dell'Asp di Catanzaro questo rapporto è di 1 medico ogni 3.500 abitanti come da delibera di Giunta n. 580 del 2006, superando quello di 1 medico ogni 5.000 abitanti come invece previsto dall'articolo 64 dell'Accordo collettivo nazionale (poiché "esibisce evidenti incongruenze", si legge nella delibera). L'atto, che già ha suscitato una rivolta da parte di alcuni esponenti politici, prima di diventare esecutivo dovrà comunque essere recepito dal commissario Cotticelli e accettato dai medici, anche se l'adesione - stando al provvedimento- è "obbligatoria". La nuova programmazione dovrebbe portare una robusta riduzione dei costi.
LA NUOVA CONFIGURAZIONE- A livello generale si passa, come detto da 60 a 25 postazioni. Il distretto di Catanzaro da 22 scende a 11, quello di Lamezia Terme da 21 a 9 e quello di Soverato da 17 a 5. La riduzione del numero totale è sinonimo di una rivisitazione delle UCCP (Unità Complessa di Cure Primarie) e delle Aft (aggregrazioni funzionali territoriali) presenti. Le prime sono più avanzate poiché ricomprendono non solo i medici ma anche gli specialisti ambulatoriali ed hanno comunque un'unica sede, mentre le seconde sono composte solo da medici "in rete". Il distretto catanzarese (11) poggerà su: 3 postazioni nel capoluogo (di cui una a Lido) e su quelle di Borgia; Tiriolo;  San Pietro Apostolo ;  Taverna;  Botricello; Sersale; Petronà e Sellia Marina. Il distretto lametino (9) avrà come postazioni: Nicastro; Sambiase, Falerna, Maida, Curinga, Pianopoli, Decollatura Martirano Antico e Martirano Lombardo. Il distretto soveratese (5) avrà le postazioni a: Soverato; Squillace, Girifalco, Chiaravalle e Badolato.
a seguire l'elenco delle 35 postazioni di guardie mediche che verranno soppresse

mercoledì 19 febbraio 2020

Sersale a forte rischio la postazione del 118. Dopo il servizio di vaccinazioni e quello di diabetologia ora toccherà all'ambulanza del 118 ?

Sersale come Maida e Tiriolo: non sempre vale il vecchio adagio mal comune, mezzo gaudio. Tre paesi, medesima protesta. Motivo? Non passa anno senza che un servizio essenziale del comparto sanitario venga messo in discussione in queste latitudini, nei tre comuni del catanzarese  e nei paesi limitrofi. Prima il servizio di vaccinazioni e  quello di diabetologia hanno drasticamente ridotto prestazioni e personale, ora anche la medicalizzazione del servizio 118 non è più una certezza. La prassi è consolidata: si tirano in ballo i costi elevati, si calpestato diritti, quelli importanti, quelli della salute.
La misura è colma e i sindaci di Sersale, Maida e Tiriolo, interpretando un diffuso malcontento tra le popolazioni interessate, hanno finito la pazienza, chiedendo, con nota congiunta, udienza al prefetto di Catanzaro Francesca Ferrandino. C’è in gioco la qualità di vita di migliaia di cittadini. Si legge in una lettera firmata da  Salvatore Torchia, Salvatore Paone e Domenico Stefano Greco.   
Chiediamo al prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino la convocazione di un incontro al quale invitare anche la Commissione Straordinaria dell’ASP – Cz (DPR 13/9/2019 e DPR 25/11/2019) e il Direttore della Centrale Operativa 118 Area Centro Kr-Cz-VV dr. Antonio Talesa, che ha già manifestato la propria disponibilità in tale senso, cui la presente è trasmessa per conoscenza, per discutere della grave situazione nella quale versano i servizi di emergenza sanitaria nei territori dei Comuni di Sersale, Maida e Tiriolo e centri limitrofi che da alcuni mesi non garantiscono la presenza del personale medico nelle ore notturne ed addirittura, nello scorso mese di ottobre, la chiusura totale in orario notturno. Da informazioni assunte presso la Centrale Operativa del 118 di Catanzaro, nei prossimi giorni la presenza del medico non sarà garantita nemmeno nelle ore diurne, ciò a causa della mancata attuazione, da parte della Direzione generale dell’ASP di CZ, di provvedimenti per il reclutamento di personale oltre che per l’adozione di provvedimenti che penalizzano lo stesso personale medico in forza nell’importante servizio di emergenza. A noi sindaci, amministratori e abitanti di questi territori sempre dimenticati, spetta il compito di lottare per difendere il diritto alla vita dei nostri cittadini e lo faremo con ogni arma a nostra disposizione, a partire dalla magistratura dove denunceremo l’interruzione di pubblico servizio, per finire alle proteste più clamorose.
Con la salute dei nostri cittadini e con il loro diritto ad avere le stesse opportunità di altri cittadini più fortunati, perché vicini ad ospedali e presidi sanitari in genere, non si scherza e non tollereremo che nessuno scherzi.
Le conseguenze della situazione della sanità calabrese che ogni giorno priva i nostri territori di servizi sanitari (servizio vaccinazioni, servizio di emergenza sanitaria, servizi di diabetologia, tanti servizi sanitari specialistici, ecc…) non possono gravare sulle spalle di chi non ha colpe e di chi più di altro è esposto alle conseguenze, spesso tragiche, dell’assenza dei servizi sanitari d’emergenza.”
Se non è emergenza nei paesi della montagna, poco ci manca: non si ......