mercoledì 16 giugno 2021

L'antico borgo di Simeri diventerà un "Laboratorio Urbano" Grazie all'architetto Flavio Mancuso di Sellia Marina si svilupperanno progetti di rigenerazione urbana.

 Domenica 20 giugno sarà la data che segnerà l’inizio di un particolare programma, ovvero “Laboratorio Urbano” per la riqualificazione dell’antico borgo di Simeri, un’idea progettuale partita dall’architetto Flavio Mancuso, giovane calabrese di Sellia Marina che oramai risiede da diversi anni ad Amburgo, dove sviluppa progettazioni di rigenerazione urbanistica e pianificazioni paesaggistico/ territoriali. Il progetto, in prima battuta, per la durata di otto giorni (dal 20 al 27 giugno) si svilupperà nel borgo e nelle adiacenze territoriali, con lo scopo di riqualificare gli spazi pubblici e che potenzialmente ne avranno le possibilità, ma soprattutto generando nuove attività con il miglioramento dell’attuale patrimonio.


Saranno giorni intensi che vedranno l’intero “team progettuale” svolgere una ricca programmazione, con escursioni, aperture di “tavoli tematici”, produzione di lavori artistici, ma anche rapportandosi con le persone del luogo, “mezzo” fondamentale per poter conoscere al meglio le realtà concernenti. A tal proposito ( come viene riportato dal sito web di informazione locale Catanzaroinforma) sarà di primaria importanza lo stretto contatto che il gruppo “Simeri Lab” avrà con l’associazione locale “Asperitas” e, proprio per rafforzare le dinamiche progettuali, l’intero team soggiornerà nel particolare borgo per tutta la durata dell’iter conoscitivo. Il gruppo che svilupperà l’idea progettuale si avvale di giovani provenienti da realtà universitarie italiane ed estere, a ciò si aggiunge il sostanziale appoggio dell’Amministrazione comunale che ha interamente finanziato il progetto e altri partners essenziali come Stelle Polari Landscape Architecture, Huasipichanga, City Space Architetture e Placemaking Europe.

“E’ un progetto particolare a cui partecipiamo con vivo interesse – afferma Lorenzo Chiricò presidente dell’associazione “Asperitas” – la squadra progettuale sarà da noi seguita in ambito “storico” e “tradizioni locali”, effettueremo delle escursioni che permetteranno di conoscere i luoghi, anche in riferimento alla stessa agricoltura che sarà parte integrante del progetto. Si vivranno le consuetudini del paese inserendo momenti di vita quotidiana o che riguardano l’artigianato di una volta, come ad esempio la riproduzione di cestini in vimini e tanto altro ancora”. “Ciò che vivrà Simeri – ha poi continuato – sarà una “nuova stagione” che vedrà il ripristino di spazi urbani, aree verdi o istallazioni artistiche”. “Simeri Lab.” sarà dunque una grande opportunità per Simeri che, come tanti altri paesi, vive una condizione marginale dal punto di vista sociale ed economico.

“Il patrimonio storico di Simeri – afferma l’ideatore Flavio Mancuso – di cui eravamo a conoscenza, ci ha dato un significativo input per poter svolgere qui il nostro “laboratorio” che prevede una “strategia” pluriennale ai fini di una rigenerazione urbana, un metodo innovativo che il nostro team ha sviluppato sinora all’estero, ma che ci augureremo di poter svolgere anche qui. La nostra idea è sì partire da Simeri quale significativo borgo, ma l’obiettivo è quello di attuare una rete di comuni che possano realizzare una “rigenerazione urbana”, in virtù di ciò saranno coinvolti anche i sindaci dei paesi limitrofi”. “Il nostro – ha aggiunto – sarà un laboratorio di una settimana che verrà interamente vissuto nel paese, stando a contatto con chi vive il borgo tutti i giorni. Saremo comunque in..........

martedì 15 giugno 2021

Se vuoi lavorare i soldi devi sganciare! I Carabinieri di Girifalco e di Catanzaro arrestano 3 persone, “bustarella” per far lavorare le imprese in tranquillità

 Per far lavorare le imprese impegnate nell’esecuzione di lavori stradali e nella posa di cavi elettrici sul territorio catanzarese chiedevano la “bustarella” e se qualcuno si rifiutava entravano in azione con dei veri e propri “avvertimenti”.


È questo quanto ricostruito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro che stamani – nell’ambito dell’operazione chiamata in codice “Pneus” - hanno fatto scattare le manette per tre uomini del posto gravemente indiziati in relazione a delle estorsioni tentate e consumate con modalità mafiose. Per due di loro si spalancati i cancelli del carcere (ovvero per Gennaro Felicetta, 29enne, e Danilo Vitellio, 42enne, entrambe di Vallefiorita) mentre un terzo indagato (Fabrizio Olivadoti, 38enne di Amaroni) è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

I DETTAGLI

Ai provvedimenti odierni - emessi dall’Ufficio Gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia - si è giunti a conclusione di un’attenta attività di indagine condotta dai militari dell’arma del capoluogo e della Compagnia di Girifalco, coordinati dalla Dda, a seguito di una serie di atti intimidatori avvenuti, da febbraio a dicembre del 2020, tra Amaroni, Borgia e Squillace. Ad essere presi di mira dalla “banda” sia imprenditori locali che alcuni provenienti da altre province calabresi e operanti nel territorio di .........

lunedì 14 giugno 2021

Simeri Crichi: storia di un (non) Eroe ma neppure traditore

 


Il 25 aprile del 2012, alla presenza delle massime autorità regionali e comprensoriali e di una rilevante rappresentanza delle diverse armi dell’esercito italiano, in una cornice di popolo commosso e partecipe, venivano scoperte in piazza Martiri 1809 tre lapidi marmoree, poste sulle facce del piedistallo del Fante all’attacco di Giuseppe Ciocchetti, contenenti l’elenco dei figli di Simeri Crichi caduti in guerra. Il luogotenente Critelli si era fatto carico della ricerca dei fogli matricolari dei soldati caduti in guerra (non soltanto morti in guerra o per causa di guerra). Particolare, questo, che sollevò un vero e proprio tormentone, perché dall’elenco dei soldati dell’ultimo conflitto mondiale manca il nome di un nostro fante, morto all’età di 27 anni, nel corso della famosa Operazione Barbarossa, cioè dell’invasione tedesca dell’Unione Sovietica del 1941. Era stato fucilato al palo il 1.6.1942 da un plotone di esecuzione italiano e sepolto nel cimitero della Divisione “Pavia”, a 1,5 Km dalla rotonda della strada dei Nogai, dove una delle 4 bocche del fiume Saghiz si mescola nel Mar Caspio. La fucilazione al palo, e non al petto o alla nuca, era prevista dal codice penale militare di guerra (Riforma Lamarmora) per i militari che si macchiavano del reato di alto tradimento. Dato che risultò imprescindibile nella decisione di non includere il nominativo sulla lapide commemorativa dei caduti in guerra.                                                                         Il nostro giovane compaesano era stato richiamato e inquadrato nel Corpo di Spedizione  Italiano in Russia (CSIR), poi incorporato nell’8a Armata dell’ARMIR, forte di 229.000 uomini, sostanzialmente con funzioni di rincalzo alla Wehrmacht, sul fronte centrale del Don, dove comunque il controllo del territorio si andava appalesando sempre più difficoltoso, per via della pressione partigiana, del generale inverno di napoleonica memoria, della inadeguatezza dell’equipaggiamento da combattimento (le “pezze da piede” e le mollettiere al posto delle calze di lana e degli stivali, i muli e non i carrarmati delle divisioni corazzate russe e tedesche, il fucile 91 contro il Moisin-Nagat dei Russi e il Mauser K98K dei tedeschi). Per non dire delle condizioni generali di salute e di vita delle truppe. Ancora oggi l’espressione “pezza da piede” esprime estensivamente tutto il suo significato negativo. I nostri soldati meridionali erano per lo più giovani contadini analfabeti, con una conoscenza approssimativa della stessa lingua nazionale, parlata quasi esclusivamente dagli ufficiali di tradizione piemontese e papalina, come risulta chiaramente dalle diverse inchieste parlamentari del tempo. La leva obbligatoria e gratuita li aveva sradicati dai campi e dai loro paesini malarici. Analfabetismo (oltre il 90% in Calabria, Sicilia e Sardegna, contro una media nazionale del 37,9%), denutrizione, pellagra e consapevolezza del danno economico familiare causato dalla leva, spiegano in qualche modo il diffuso sentimento di ostilità e di protesta, che si poteva concretizzare nella renitenza alla leva e in atti di autolesionismo per eludere il servizio coercitivo della leva militare. Mussolini aveva voluto partecipare all’invasione, nonostante la scarsa convinzione del Fuhrer, col pensiero alle allettanti trattative postbelliche. In quel clima la propaganda russa trovava terreno fertile, come confermano i massicci rastrellamenti nell’uno e nell’altro fronte. La storia ci consegna un dato emblematico: a Stalingrado i Sovietici giustiziarono 13.550 soldati della stessa Armata Rossa, su relazione del proprio servizio di controspionaggio militare, mentre 50.000 Russi risultavano inquadrati in uniformi tedesche e utilizzati nel lungo accerchiamento della città baltica. Nelle condizioni date, quale consapevolezza poteva avere un giovane contadino nella gestione di un qualsiasi dato riservato, quando cadeva nella trappola  di un’operazione di guerra psicologica (PSYOP) con i “mezzi di disseminazione di propaganda al nemico per la conquista delle menti “, come i sofisticati messaggi di sconforto e la strumentale accoglienza di alcune compiacenti famiglie del kolchoz dei territori occupati, che debordavano dalla sua esperienza e dal livello di permeabilità della sua personalità?             

Reparti italiani sul fronte orientale.

Fanti italiani in Russia

Le sue radici affondavano nel drammatico immobilismo della vita grama del piccolo mondo dei paesini calabresi, angariati dal potere e avvezzi all’ingiustizia, alla disillusione e alla perpetuazione di modelli sociali antiquati, tanto che Antonio Alvaro ha potuto scrivere:                                           “No ndaju ‘nsordu mai, dormu a lu scuru,                                                                                          / e strazzati di supra aju li panni”.                                                                                                         Nel ’46, degli 80.000 dispersi in Russia, tornarono solo 21.000 uomini dai ............

sabato 12 giugno 2021

Tragica fine un uomo si ribalta dal trattore sbalzato dal mezzo muore sul colpo mentre lavora un terreno nel comune di Borgia.

 Un uomo è morto stasera in un incidente avvenuto in località Brisella nel comune di Borgia.



    L'uomo era alla guida di un trattore che, per cause in corso di accertamento si è ribaltato all'interno di un terreno scosceso utilizzato a coltivazione di piante d'ulivo. A causa del ribaltamento del mezzo il conducente è stato sbalzato a diversi metri di distanza ed è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco della sede centrale di Catanzaro e del distaccamento volontario di Girifalco che hanno messo in sicurezza il mezzo e sistemato una torre fari per consentire l'intervento del personale del 118 che ha constato il decesso. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per i .........

venerdì 11 giugno 2021

Sellia Marina ben 56 positivi nel Cas.Allarme del sindaco Mauro che ha subito intrapreso tutte le precazioni per mettere in sicurezza la struttura.

 Focolaio nel centro di accoglienza straordinario di Sellia Marina. Ne dà notizia il sindaco Francesco Mauro. Allo stato attuale sono 56 i migranti risultati positivi e ospiti della struttura.


IL Comune, la Prefettura, l’Asp, la Protezione civile, le forze dell’ordine e la Polizia locale sono intervenuti immediatamente e hanno messo in sicurezza l’intera struttura.

I positivi al tampone molecolare effettuato dall’Azienda sanitaria, come afferma Mauro “saranno trasportati in altra sede e sistemati in un Covid Hotel; mentre gli altri migranti sono messi in quarantena per aver avuto un.........

mercoledì 9 giugno 2021

Nuova 106 Catanzaro/Crotone. Dopo l'approvazione della nuova variante quando inizieranno i lavori da parte dell'Anas ?

 


“L’approvazione della proposta di variante all’itinerario in variante sulla Statale 106 tra Catanzaro e Crotone, da parte dei sindaci dei territori interessanti, è una notizia molto positiva che lascia ben sperare per il futuro prossimo e per quello che significherà la realizzazione di quest’ora. Parliamo di una infrastruttura che sarà capace di rompere l’atavico isolamento a cui sono condannate molte zone di quell’area, che ridurrà sensibilmente i tempi di percorrenza per raggiungere i due capoluoghi di provincia Catanzaro e Crotone e collegherà più facilmente i Comuni montani e costieri alle principali vie di comunicazione e alle infrastrutture, Ma soprattutto, garantirà un miglioramento degli standard di sicurezza per un’arteria che non a caso viene definita come la strada della morte”. E’ quanto affermano il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese e Rossella Napolano, segretaria con delega alle Infrastrutture “Come abbiamo ribadito nella piattaforma programmatica per l’area centrale della Calabria redatta in maniera unitaria con Cisl e Uil per il rilancio tema della mobilità è fondamentale sia per definire i livelli di accesso ai servizi di cittadinanza indicati come pilastri della strategia di rilancio delle aree interne – a partire da lavoro, sanità e istruzione -, sia per la concreta realizzabilità di gran parte dei progetti di sviluppo locale. Occorre ripensare quindi l’attuale rete dei servizi di trasporto pubblico locale – su ferro e su gomma – rafforzando/istituendo servizi di collegamento tra le aree interne e i maggiori poli erogatori di servizi”, affermano ancora Scalese e Napolano.

“E’ una giornata che segna un risultato incredibilmente importante – ha commentato il presidente Abramo -.  Grazie alla preziosa collaborazione di Anas Spa e al finanziamento ricevuto dal Governo, è possibile finalmente progettare qualcosa di alternativo rispetto a una strada che negli anni ha provocato strazio e dolore a tante, troppe famiglie. I rapporti che raccontano le morti avvenute su questo tratto stradale sono impietosi. Era prioritario trovare una soluzione al “problema dei problemi” così come richiestoci a gran voce e con grande determinazione da chi il dolore lo ha provato sulla propria pelle ma anche da chi quel dolore non vuole più commentarlo. Tutti i colleghi presenti all’incontro hanno dimostrato grande sensibilità ed espresso enorme soddisfazione per un traguardo che si vede sempre più vicino dopo anni che lo si insegue. Ricordando e rivolgendo una preghiera a ogni singola vittima che su questa strada ha incontrato la fine dei propri giorni, guardiamo al prossimo futuro con la speranza che nulla di tutto ciò dovrà essere più vissuto. A questo aspetto fondamentale si aggiunge la comodità e la rapidità con cui si potranno percorrere le tratte Catanzaro-Crotone e viceversa. In circa trenta minuti sarà possibile, infatti, spostarsi da una città all’altra”.   Erano presenti all’incontro i primi cittadini o delegati dei Comuni di: Roccabernarda, Mesoraca, Marcedusa, Andali, Belcastro, Cerva, Cropani, Sersale, Sellia Marina, Soveria Simeri, Simeri Crichi, Crotone e Cutro.

Catanzaro e Crotone sempre più vicine: la “strada della morte”, appellativo con cui viene riconosciuta la statale 106 Jonica, smetterà di mietere vittime su vittime com’è stato finora. Accolti a Palazzo di Vetro dal........ presidente della Provincia di Catanzaro Sergio Abramo, i primi cittadini interessati al progetto della nuova arteria, insieme al delegato per la Provincia di Crotone Francesco Coco, hanno apposto il proprio ok alla proposta di “itinerario in variante su nuova sede Catanzaro – Crotone” illustrata dal responsabile “Area nuove opere struttura territoriale Calabria” Silvio Canalella.