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martedì 5 aprile 2011

Anche Sellia ha festeggiato i 150° dell'unità d'Italia con una manifestazione vicino l'antico ponte medievale



Articoli tratti da "Il Quotidiano della Calabria" e dalla "Gazzetta del Sud"
Per leggere bene i due articoli visualizza l'immagine.


Il comune di Zagarise punta sull'energia pulita del fotovoltaico costruendo il primo impianto sul tetto della scuola.

Panoramica di Zagarise



E' proprio sul tetto di una scuola che sorgerà il primo impianto fotovoltaico di Zagarise.
Realizzato dall’amministrazione comunale, tramite fondi regionali, l’iter di finanziamento del progetto è stato curato direttamente dall’ing. Gianfranco Timpano, consigliere delegato. Grande, in tal misura, la soddisfazione per tale impianto sia da parte dell’ ingegnere Timpano che dalla casa comunale zagaritana. Amministrazione guidata dal sindaco Pietro Raimondo, in altri termini, < grazia ai costi non più sostenuti per l'energia elettrica consumata da tutto l’istituto scolastico e - come si legge in una nota stampa per la vendita dell'energia. in eccesso prodotta dall'impianto fotovoltaico. A quanto pare, si tratta di un impianto da 105.000 euro da realizzare a parziale integrazione del tetto già esistente, utilizzando pannelli fotovoltaici di ultima generazione per una potenza nominale di 19,78 KW, e per una produzione di energia elettrica annua  di circa 33.000 KWh. Questo, comunque, sarebbe solo uno dei tanti progetti presentato

Secondo una ricerca pubblicata sul Sole 24 Ore emerge che la provincia Calabrese dove si registrano maggiori delitti è quella di Catanzaro

Catanzaro palazzo della questura
Vi ricordate sino a pochi anni fa quando si parlava di Catanzaro la si vedeva come un isola felice lontana dalla criminalità, sembrava come se  non si trovava all’interno della Calabria terra bellissima ma che purtroppo la criminalità con a capo la “ndragheta” la fa da padrona. Beh! Quest’isola felice non esiste più o forse non è mai esistita, basta leggere la ricerca pubblicata ieri dal Sole 24 ore fa emergere quella di Catanzaro, come la provincia dove si registrano maggiori delitti, a livello regionale. Il dato che riguarda la provincia di Catanzaro, riferito al primo semestre del 2010, è pari a 19,6 reati ogni 1.000 abitanti.
Segue poi la provincia di Vibo Valentia (16,4), Reggio Calabria (15,9), Cosenza (15,1) e Crotone (12,5). Tra le cinque province calabresi solo per Catanzaro e Cosenza il trend dei reati risulta essere in crescita.
La ricerca fornisce anche dei dati per quanto riguarda i reati commessi nei confronti delle imprese. Crotone e Vibo Valentia sono le province con il minor numero di furti negli esercizi commerciali. Per quanto riguarda il danneggiamento di attività commerciali tramite incendio la maglia nera per le province calabresi è stata assegnata a Vibo Valentia e Reggio Calabria.
Dall’ultimo rapporto dell’Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) sui dati del primo semestre 2010 forniti dal ministero dell’Interno, e pubblicato dal 'Il Sole 24 ore' emerge anche che le imprese di Caltanissetta e Vibo Valentia sono quelle che più hanno a che fare con il reato di 'danneggiamento seguito dall’ incendio. Per il sociologo Maurizio Fiasco, che ha curato la ricerca, "L'apporto della...

lunedì 4 aprile 2011

Con una Cerimonia presieduta dall'Arcivesco Monsignor Ciliberti sono stati ordinati quattro sarcerdoti e due diaconi tra i quali i due Selliesi Don Nicola Coppoletta e il diacono Fabrizio Fittante. Auguri!




Dopo i vari episodi di microcriminalità verificatosi a Taverna e nel comprensorio identificati cinque donne di etnia Rom

Dopo i vari episodi di microcriminalità che hanno interessato Il comune di Taverna ma anche il comprensorio, sono state prontamente avviate una serie di controlli atti nel prevenire ed eventualmente individuarne gli autori. In questi giorni cinque donne di  etnia rom sono state fermate dagli uomini della locale stazione dei carabinieri guidata dal Maresciallo Giancarlo Coluccia le quali si trovavano a girovagare nella cittadina, una di loro è stata invitata in caserma per verificarne la sua posizione attinente al furto di cui è stata vittima una signora anziana. Un segnale importante per dare tranquillità ai vari residenti dove serpeggia una crescente preoccupazione  dopo i vari episodi cercando di prevenire nuovi furti  di abitazioni e attività commerciali come l’ultimo  tentano furto in pieno giorno sulla via principale di Taverna  ai danni di un tabaccaio  ( dove ne abbiamo parlato  Qui )  
Taverna CZ

domenica 3 aprile 2011

San Giovanni in Fiore dopo la coraggiosa denuncia dell'abate don Anastasio Germano si cerca di far luce sul tesoro sparito dall'Abazzia florense e dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie.


San Giovanni in Fiore Il "tesoro" sparito e il grande inganno. Dall'Abbazia Florense e dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni in Fiore sono state portate via opere e arredi sacri di grande valore. È stato l'abate, don Germano Anastasio, a svelare coraggiosamente ai carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale quanto è accaduto nel volgere d'una decina di anni. Il religioso, insediatosi alla guida della prestigiosa parrocchia che fu dell'abate Gioacchino, s'è infatti accorto, con il passare del tempo, che un immenso patrimonio, regolarmente catalogato, era letteralmente svanito nel nulla. L'elenco dei beni illecitamente distratti fa impressione: otto calici d'oro del Seicento, reliquari in argento del Settecento, quadri dello stesso periodo, statue di Santi, mobili antichi... Il valore dei beni sottratti alla chiesa supererebbe i seicentomila euro.
L'Abazzia di San Giovanni in Fiore
Don Germano Anastasio
Don Germano ha avvertito l'arcivescovo Salvatore Nunnari e poi le forze dell'ordine. Il capitano Raffaele Giovinazzo, dopo aver interrogato l'abate e acquisito informazioni da don Santo Canonaco pure lui per un breve periodo in servizio nella città silana, ha proceduto al sequestro di tutti gli atti riferibili al "tesoro" finito chissà dove. Non solo: le indagini si sono presto spostate anche su altre due piste investigative di non trascurabile importanza. Si tratta, in particolare, della vendita dei loculi cimiteriali riservati ai poveri, agli ospiti d'una casa di riposo ed ai religiosi di San Giovanni in Fiore gestiti dalla parrocchia. Loculi che sarebbero stati ceduti a gente comune dietro regolare compenso. Delle somme incassate però don Germano Anastasio non ha trovato traccia. La vendita è tuttavia documentalmente dimostrata dall'esistenza di scritture private reperite e acquisite dagli investigatori della Benemerita. L'altro filone si riferisce, invece, alla cessione di fondi rustici della parrocchia posti in territorio di Rocca di Neto (Crotone). Fondi di cui la chiesa disponeva per via di lasciti e donazioni che sono stati venduti a privati con l'obiettivo di reperire risorse economiche da destinare agli indigenti. Risorse che non si sa che fine abbiano fatto.I carabinieri, nel marzo scorso, hanno invece ritrovato....