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venerdì 30 gennaio 2015

Operazione "Aemilia" anche il villaggio Eucaliptus di Simeri Crichi nel mirino della cosca cutrese

L'operazione Aemilia avrebbe messo in risalto gli interessi delle cosche, in particolare di quella "doveva sovrintendere alla gestione".
riconducibile a Nicolino Grande Aracri, sui villaggi turistici del crotonese e del catanzarese. La cosca cutrese, in base alle indagini ed alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, sarebbe stata in grado di condizionare l'amministrazione, le manutenzioni e le forniture nei villaggi della costa crotonese e catanzarese. Per imporre la propria volontà il clan sarebbe ricorso a minacce ed aggressioni come nel caso del villaggio Capopiccolo di Isola Capo Rizzuto, messaggi e aggressione fisica. Anche i villaggi "controllati" da cosche non proprio alleate, come il caso del "Praialonga" di Isola Capo Rizzuto, dovevano comunque rispondere a Nicolino Grande Aracri che, scrive la Dda di Catanzaro,
Nel 2013, nel pieno delle indagini che ieri hanno portato al fermo di 37 persone, la Procura di Catanzaro intervenne per bloccare una estorsione che Nicolino Grande Aracri avrebbe preteso dai proprietari del villaggio turistico Porto Kaleo di Cutro. Un milione e mezzo di euro la tentata estorsione, accompagnata da minacce, scoperta dai carabinieri e ammessa poi dai proprietari del villaggio. Ma Nicolino Grande Aracri e i suoi sodali pensavano in grande. Così, avrebbero tentato di "entrare" anche nel villaggio Eucaliptus di Simeri Crichi (CZ).
I sodali lavorano per allargare questo cerchio. Come nel caso del villaggio Costa del turchese di Botricello (CZ).In questo caso, il clan era rimasto fuori, ma dalle intercettazioni emerge la volontà di cacciare l’amministratore in carica per affidare questo incarico direttamente ad un personaggio di primo piano della cosca: Domenico Grande Aracri, fratello di Nicolino, avvocato penalista, incensurato fino all’operazione di ieri, quando il suo nome è finito nel provvedimento di arresto della Dda di Bologna.
I rappresentanti del clan cutrese ne sono certi: quel villaggio doveva andare in mano all’avvocato e per questo, tra il 2012 e il 2013, ragionavano sulle azioni da intraprendere.
I villaggi turistici sono "le prede particolarmente ambite" per la 'ndrangheta, e la cosca guidata da Nicolino Grande Aracri ne era convinta. L’ordinanza di fermo emessa dalla Direzione distrettuale di Catanzaro nei confronti di 37 esponenti del clan, evidenzia l’attenzione nei confronti delle strutture ricettive tra le province di Catanzaro e Crotone. Il controllo della gran parte dei villaggi era in mano alla potente cosca di Cutro, in grado di determinare amministratori, lavori, manutenzioni, forniture e servizi. E laddove questo non era ancora avvenuto, scattavano interessi, progetti, ambizioni. Per tenere sotto assedio le strutture, gli esponenti del clan usavano qualunque formula. Dalle minacce alle ...

giovedì 29 gennaio 2015

" L'illustrissimo Morzeddu " Antico libricino che racconta le origini del piatto catanzarese più conosciuto. Leggilo tutto qui

Il morzeddhu (anche detto murseddu, morseddu, morsello o morzello), è un tipico piatto della gastronomia Catanzarese. Di seguito inserimo (completo di tutte le pagine) un antico volumetto che ne esalta le sue peculiarità.





a seguire le altre pagine che completano la lettura di questo breve ma interessante libricino  sulla storia del Morzeddu dalle sue origini sino a gustare a tavola il suo sapore unico e deciso con un bel bicchiere di vino locale rosso

mercoledì 28 gennaio 2015

Classifica delle 10 città più brutte, più invivibili D'Italia. Quante città calabresi ci saranno nell'elenco?

Esistono città italiane più amate e meno amate. Un po’ come qualsiasi cosa, nella vita. Vediamo rapidamente la classifica inerente alle 10 città considerate più brutte. Si tratta comunque di un dato soggettivo, determinato da un sondaggio online. Tuttavia, ecco la graduatoria.

10. Brindisi. La provincia pugliese viene considerata come una delle città meno vivibili del nostro Paese. Viene considerata come un simbolo della mediocrità che non è riuscito mai a trovare una propria identità culturale e sociale. La situazione sarebbe anche peggiorata in seguito all’imperante urbanizzazione di questa località del Sud
 9. Brescia. La cittadina lombarda non risulta molto apprezzata per le elevate emissioni di inquinamento nell’aria e non solo. Infatti, Brescia viene considerata come una località piuttosto anonima, nonostante la sua vicinanza al Lago di Garda e a montagne suggestive. Ma la sua presenza in questa classifica poco lusinghiera è dovuta anche alla martoriata periferia.
 8. Rovigo. Proveniente dal Veneto, questa città fa parte della classifica perché viene considerata semplicemente noiosa. Un luogo nel quale sarebbe impossibile perdersi per la mancanza di bellezze culturali. Inoltre, ci sarebbe anche la nebbia a peggiorare le cose, con il centro che viene ritenuto come il far west nel corso del sabato pomeriggio.
 7. Catanzaro. Oggi il capoluogo della regione Calabria viene considerato tra le città più brutte d’Italia a causa di una gestione ritenuta scriteriata dal punto di vista politico. Un luogo nel quale sarebbe complicato trovare un posto di lavoro e la demografia avrebbe subito un brutto colpo nel corso degli ultimi trenta anni.
 6. Reggio Calabria. Restiamo in Calabria per un’altra città che non sta vivendo un periodo entusiasmante. Si tratta di una località dal grande potenziale turistico, che però non viene sfruttato in maniera adeguata a causa di una pessima gestione dei rifiuti e della pulizia. Troppi gli edifici fatiscenti.
 5. Vibo Valentia. Ancora Calabria. In questa circostanza, la città è presente in graduatoria soprattutto a causa del livello elevato di inquinamento atmosferico. Inoltre, le case risulterebbero costruite senza alcun criterio, con un alto grado di sporcizia e un certo disordine. Numerosi i monumenti a rischio crollo.

martedì 27 gennaio 2015

Oggi 27 gennaio si celebra il 70° anniversario del "Giorno della Memoria" per ricordare per mai dimenticare. Poesia Se questo è un Uomo di Primo Levi

Oggi 27 gennaio 2015 si celebra il "Giorno della Memoria" per ricordare il 70o anniversario  dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz (27 gennaio 1945) e commemorare la Shoah. 



 
Il 27 gennaio, nel giorno in cui 70 anni fa furono abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, - See more at: http://rumors.blog.rai.it/2015/01/21/la-rai-per-il-giorno-della-memoria-giornata-della-memori-2015/#sthash.eU9ktv7H.dpuf
Il 27 gennaio, nel giorno in cui 70 anni fa furono abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, - See more at: http://rumors.blog.rai.it/2015/01/21/la-rai-per-il-giorno-della-memoria-giornata-della-memori-2015/#sthash.eU9ktv7H.dpuf
Il 27 gennaio si celebra il “Giorno della Memoria”, istituito, in Italia, con la legge 211 del 20 luglio 2000. La Repubblica italiana, infatti, riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", per ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati (art.1).
In occasione del "Giorno della Memoria" sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere (art.2) .

Il Comitato

La Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2009 ha istituito il “Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah”, presieduto dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, per procedere ad una efficace e coordinata programmazione delle cerimonie e delle iniziative organizzate in occasione del Giorno della Memoria, nonché all’adozione di ...

lunedì 26 gennaio 2015

La Calabria ancora sotto i rifiuti? .......... Nota stampa del sindaco di Simeri Crichi Marcello Barberio sull'infinito problema del smaltimento dei rifiuti in Calabria




Finalmente un Ente territoriale sovra comunale (la Provincia di Catanzaro) interviene opportunamente sulla questione dei rifiuti, che ha mostrato i suoi limiti nel periodo natalizio e rischia di esplodere endemicamente già prima dell’estate, se è vero che a luglio anche la discarica di Pianopoli sarà esaurita. Non è difficile, perciò, concordare col presidente Enzo Bruno, che invita a un’azione sinergica tra le diverse istituzioni.
Occorre,però, che la Regione faccia un ragionamento di verità e dia adempimento ai suoi obblighi di legge in materia, quelli del D.Lgs. 152/06 e anche quelli della recente legge regionale 14/2014.
Si adotti subito, in concertazione con i Comuni del Consiglio delle Autonomie locali, la delibera di G.R. sugli assetti territoriali per l’organizzazione del ciclo dei rifiuti, con la perimetrazione definitiva dell’ambito territoriale ottimale (Ato) e dell’Aro (area di raccolta ottimale: oggi corrispondente ai 14 sottoambiti del piano regionale del commissario delegato del 2007). La Regione proponga lo schema-tipo di convenzione per la costituzione delle Comunità d’Ambito nonché il regolamento  di funzionamento delle stesse Comunità, cioè dei sindaci dell’Ato riuniti in forma obbligatoria per l’esercizio delle funzioni fondamentali.
E si tenga conto che dal 1 gennaio 2015 i Comuni sono obbligati alla gestione unitaria di 9 funzioni, compresa quella della raccolta e smaltimento rifiuti e degli uffici tributari. A questo punto l’annosa questione si complica ulteriormente, proprio per via della tariffa unica regionale, maggiorata non solo dai limiti della raccolta differenziata  ma soprattutto dalla gestione antieconomica della lunga fase commissariale e di quella successiva. Altro che rifiuti come risorsa. Non è così in Calabria, dove i rifiuti non vengono smaltiti razionalmente e prevalentemente in loco (per carenze di strutture adeguate e inadempienze varie anche da parte di alcune Province), ma vengono trasferiti fuori regione, con costi aggiuntivi che si riverberano in ultima istanza sulle tariffe e quindi sui contribuenti. I sindaci sono resi impotenti nel ruolo di esattori non solo per conto dello Stato ma anche della Regione. Ecco allora che i sindaci di ogni orientamento politico vanno ribadendo da più tempo che la parte mediana della Calabria non può continuare a essere la pattumiera regionale e che la cattiva gestione dei rifiuti non può tradursi  in danno per i cittadini, alle prese con gli effetti di una crisi generale epocale. L’assemblea dei sindaci prevista dalla legge Del Rio e dalla legge regionale 14/2014 deve diventare il luogo privilegiato per la soluzione vera del problema, senza la scusa che si tratterebbe di un organismo pletorico e pertanto inconcludente.
Il governatore Oliverio se ne faccia carico, tenendo conto anche delle ....