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sabato 14 ottobre 2017

Sersale pronta replica del Sindaco Torchia al gruppo di minoranza. "Il ruolo che mi piace" si misura dal prestigio e dall'onore che danno al proprio paese e dal livello considerazione, di ammirazione e di rispetto che ad esso viene riservato.

Il ruolo di un Sindaco non si misura dalla presenza o meno in consigli di amministrazione, spesso frutto di compromessi e di accordi sottobanco, o da incarichi di “portaborse” di questo o quel politico.

Il ruolo di un Sindaco e di un’amministrazione comunale lo si misura dal prestigio e dall’onore che danno al proprio paese e dal livello considerazione, di ammirazione e di rispetto che ad esso viene riservato.
Io sono orgogliosissimo del mio ruolo di Sindaco e di amministratore che, insieme agli splendidi compagni di viaggio di “Progetto Sersale”, ha fatto cose straordinarie per Sersale: servizi scolastici completi in ogni ordine e grado (due scuole superiori, scuole di primo, secondo grado ed infanzia), servizi sanitari e di emergenza di primo livello (PST, 118 e guardia medica), luoghi di svago per famiglie e bambini, di strutture per la cultura ed il tempo libero (6 musei, un planetario ed un auditorium), un bellissimo mondo associativo, un settore commerciale che fa registrare una vitalità unica nella provincia di Cz, la realizzazione della più grande opera viaria degli ultimi 80 anni (la strada Sersale-Cropani), l’intervento di riqualificazione più importante degli ultimi 50 anni (area vallone), la riqualificazione di numerosi luoghi del centro storico (via Parini, Via Venezia, Via Pirro, Via Archimede, Piazza C. Borelli, Monumento a Carmela Borelli, Monumento ai Caduti), la riqualificazione completa di tutte le scuole comunali (Scuola Media, Scuola Elementare, Scuole Materne), la riqualificazione di importanti strutture pubbliche lasciate nell’abbandono (campetti di Via Sila ed ex mattatoio), la realizzazione della prima struttura sportiva polivalente coperta, l’omologazione dello stadio comunale per la Serie D, la realizzazione della nuova sede del mercatino, l’istituzione di linee di trasporto pubblico di fondamentale importanza per i nostri cittadini (linea diretta per Botricello e linea diretta per Germaneto), la realizzazione della Riserva Naturale delle Valli Cupe (la prima nei 13 anni di vigenza della legge quadro sulle aree protette regionali, la seconda dopo 26 anni dall’ultima), la presenza delle bellezze naturalistiche di Sersale in mostre internazionali (Londra, Milano e New York), l’attenzione di importanti associazioni ambientalistiche nazionali (Legambiente e Fai) e tanto, tanto, tanto altro.
Questi sono i risultati che mi interessano, non la corsa a posizioni personali, a posti di potere o di sicura redditività. I posti nei consigli di amministrazione e gli incarichi di “portaborse” li lascio volentieri ad altri; a me interessa, e molto, continuare ad essere il Sindaco di un paese meraviglioso che, grazie all’opera di chi da oltre 15 anni lo amministra, è diventato uno dei paesi più ammirati e più importanti dell’intera regione.
P.S. Bisognerebbe ricordare a qualche distratto politico locale, probabilmente ossessionato dalla voglia di occupare posizioni e frustrato dal mancato raggiungimento di qualche risultato, che l’autorità idrica della Calabria (che non ci......................

Albi; Continuano i vari disservizi nel centro presilano Acqua a singhiozzo i cittadini protestano.


venerdì 13 ottobre 2017

Il sindaco Torchia grande assente all'elezione dell'assemblea del "Distretto Rurale Medio Ionio e Valle del Crocchio" che ha eletto presidente il sindaco di Zagarise mentre Sersale che è il Comune più grande rimane a guardare, anziché avere un ruolo importante che merita.

Zero Tituli – I successi continuano…

Esattamente un anno fa, parafrasando il celebre Mourinho, elencavamo gli enormi successi dell’Amministrazione Torchia appena varcati i confini territoriali:

  • Unione dei Comuni – dopo essere stato incaricato da tutti i Comuni del comprensorio a redigere uno studio di fattibilità, il Sindaco ebbe a dire “io concettualmente sono per le individualità territoriali”… progetto abbandonato, Sersale non gioca il suo ruolo!
  • Strategia Nazionale per le aree interne – il Comune di Sersale non ha mai preso parte al partenariato per la gestione dei fondi nazionali e comunitari!
  • MaB Sila – dopo aver sponsorizzato la candidatura del consigliere comunale Carmine Lupia, risulta eletto il Sindaco di Magisano… quando si dice avere un ruolo nel comprensorio!
  • GAL “Due Mari” – Sersale non ha mai avuto un rappresentante in consiglio di amministrazione nel Gal Valle del Crocchio, che comprendeva i Comuni limitrofi, figuriamoci se riesce ad avere un ruolo nei confronti di Comuni più dinamici nell’attrazione di fondi come Decollatura o Tiriolo o Soveria Mannelli… Sersale ha acquistato una fiche, ma non la gioca mai!
Credete che dopo le elezioni sia cambiato qualcosa?
  • Autorità Idrica Calabrese (AIC) – la SoRiCal è in liquidazione e la gestione del ciclo integrato delle acque è affidato ad una nuova autorità; questa autorità si articola in ATO di dimensione provinciale nei quali le decisioni vengono adottate dall’Assemblea dei Sindaci. Il 2 ottobre scorso si è riunita a Catanzaro l’assemblea dei sindaci per eleggere i 7 rappresentanti che guideranno l’azione dell’ATO CZ. Quello è il luogo per chiedere e decidere interventi sui problemi idrici del nostro territorio: giusto la settimana scorsa, con la prima pioggia Sersale è rimasto senz’acqua perché manca una vasca di accumulo. Ci saremmo aspettati che il nostro Sindaco avrebbe colto l’occasione per chiedere un intervento risolutivo a SoRiCal… invece indovinate chi era assente all’assemblea dei Sindaci? È vero che quell’assemblea ha rinviato ogni scelta ad un altro incontro, ma Sersale ha rinunciato in partenza ad avere un ruolo nell’Autorità Idrica Calabrese. Eppure il Comune di Sersale ha sostenuto il progetto di legge regionale per l’acqua pubblica, e mentre SoRiCal è un’azienda privata, AIC è un’autorità pubblica!
  • Distretto Rurale Medio Ionio e Valle del Crocchio – nel mese di luglio 2017 il Comune di Sersale ha acquistato una quota del Distretto Rurale che ha il compito strategico di attivare progetti e finanziamenti per lo sviluppo rurale del nostro territorio.
Giorno 2 ottobre, a Zagarise è stata convocata l’assemblea dei soci per eleggere le cariche dirigenziali. Indovinate chi era assente? E indovinate chi è stato eletto? Il Sindaco di Zagarise, un “nemico di Sersale”, è il nuovo presidente del distretto rurale, mentre il Sindaco di Belcastro e un assessore di Sellia Marina entrano nel consiglio di amministrazione. Sersale che è il Comune più grande, che ha una Riserva Naturalistica, che ha un Istituto Agrario, che ha prodotti agricoli e artigianali a marchio DeCO rimane a guardare, anziché avere un ruolo!
Noi abbiamo sempre sostenuto che il Sindaco Torchia NON ha la capacità di costruire una leadership comprensoriale, del resto non è riuscito nemmeno a essere eletto in provincia, perché i suoi obiettivi rimangono solo ed esclusivamente locali.
A lui interessa coltivare il proprio orticello piuttosto che avere un orto più grande per tutti i sersalesi.
La domanda che tutti vorremmo porre al Sindaco è: quali.................

giovedì 12 ottobre 2017

Sarà il comune di Soveria Simeri a donare l'olio alla lampada votiva della Basilica Madonna di Porto. partecipano anche le parrocchie del comprensorio con i parroci e i sindaci di Zagarise, Simeri Crichi, Simeri Mare, Sellia Superiore, Sersale e Magisano.

Si rinnova domenica l'appuntamento che ricorda l'evento fondatore del Santuario: l'apparizione in sogno della Madonna ad un giovane sbandato del luogo, Pietro Gatto  






Si rinnova domenica prossima, 15 ottobre, l’annuale appuntamento che ricorda l’evento fondatore del santuario di Porto, ossia l’apparizione in sogno della Madonna ad un giovane sbandato del luogo, Pietro Gatto, avvenuta nel lontano 1751. E come ogni anno, una comunità parrocchiale della diocesi di Catanzaro-Squillace offrirà l’olio per la lampada votiva che viene accesa nella Basilica mariana. Quest’anno l’olio verrà offerto dalla comunità parrocchiale di Soveria Simeri, guidata da don Giuseppe Biamonte e dal Comune di Soveria Simeri con il sindaco Mario Amedeo Mormile.
In preparazione all’evento, la comunità di Soveria Simeri ha accolto con fede e devozione sabato scorso la copia dell’immagine pellegrina della Madonna di Porto, organizzando un significativo settenario di preghiera a cui stanno partecipando anche le parrocchie del comprensorio con i parroci e i sindaci. Si tratta dei comuni di Zagarise, Simeri Crichi, Simeri Mare, Sellia Superiore, Sersale e Magisano. Tutte comunità storicamente legate al secolare culto mariano della Madonna di Porto venerata a Gimigliano. Si tratta di un appuntamento importante e significativo, anche perché ricorda storicamente l’avvenimento che cambiò la vita di un giovane perseguitato dalla giustizia e che segnò profondamente la storia religiosa e sociale della diocesi di Catanzaro. L’evento fondatore del movimento religioso che si è andato creando attorno alla Madonna di Porto è stato la conversione di Pietro Gatto, vero miracolo spirituale, che il giovane ha voluto evidenziare non solo con il suo cambiamento di vita, ma anche con il mutamento del proprio nome: volle chiamarsi Costantino, in omaggio alla Madonna di Costantinopoli.
Il messaggio, quindi, che questo santuario trasmette è soprattutto un invito alla conversione. Il settenario si concluderà domenica 15 ottobre a Porto, quando la comunità di Soveria Simeri riaccompagnerà la copia dell’immagine della Madonna che verrà accolta da monsignor Gregorio Montillo, vicario generale della diocesi. Seguirà alle.......

mercoledì 11 ottobre 2017

Contrasto alla povertà oltre 4 milioni di euro grazie ai progetti "PON" Ecco l'elenco dei comuni della provincia che possono farne richiesta.


L’assessore Leo Concolino  ha voluto dettagliatamente illustrare la  Convenzione di Sovvenzione  relativa alla proposta progettuale presentata dal Comune di Catanzaro - Settore Politiche Sociali e approvata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con decreto n. 239/2017, che, questa mattina, ha avuto il via libera da parte della giunta.  “Si tratta di una misura  - ha spiegato l’assessore - tendente a contrastare la povertà in favore di soggetti in difficoltà e comprende  il triennio 2017/19. Infatti, l’intero Ambito, composto dai Comuni di Catanzaro (comune capofila), Albi, Amato, Andali, Belcastro, Borgia, Botricello, Caraffa, Cerva, Cicala, Cropani, Fossato Serralta, Gimigliano, Magisano, Marcedusa, Marcellinara, Miglierina, Pentone, Petronà, San Floro, San Pietro Apostolo, Sellia Marina, Sellia Superiore, Sersale, Settingiano, Simeri Crichi, Sorbo San Basile, Soveria Simeri, Taverna, Tiriolo e Zagarise, è stata ammesso a finanziamento per l’importo complessivo di € 4.391.893,00 euro. Un progetto, quindi, di grande rilevanza sociale rivolto a  un grosso bacino dove  risulta marcato il disagio sociale. Ringrazio il dirigente e l’intero settore per il lavoro svolto che ci ha permesso di accedere al cospicuo finanziamento che ci consente di intervenire su un tessuto sociale su cui c’è una particolare attenzione del sindaco Abramo e dell’intero esecutivo.  Come è noto – ha aggiunto l’assessore Concolino - la Legge di stabilità 2016 ha previsto la definizione del Piano nazionale di contrasto alla povertà, adottato con cadenza triennale mediante D.P.C.M. e finalizzato ad individuare una progressione graduale, nei limiti delle risorse disponibili, nel raggiungimento di livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale per il contrasto alla povertà. In particolare, viene stabilita su tutto il territorio nazionale, una misura di contrasto alla povertà, intesa come estensione, rafforzamento e consolidamento della sperimentazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA)”. Il SIA, che da gennaio 2018 sarà sostituito dal ReI, prevede l’erogazione di un sussidio economico a nuclei familiari con minori in condizioni di povertà, condizionale all’adesione ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa. Per accedere al SIA è necessaria una valutazione multidimensionale del bisogno dei membri del nucleo familiare e la costruzione di un patto con i servizi. Patto che implica, da parte dei servizi, una presa in carico nell’ottica del miglioramento del benessere della famiglia e della creazione dei presupposti per l’uscita dalla condizione di povertà e prevede, da parte dei beneficiari, una adesione al patto con la conseguente adozione di una serie di comportamenti virtuosi, ad esempio: la ricerca attiva del lavoro, la partecipazione a progetti di inclusione lavorativa (tirocini, formazione, ecc.), la frequenza scolastica dei figli minori, l’adesione a specifici percorsi eventualmente individuati dai servizi specialistici (comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, percorsi di fuoruscita dalle dipendenze, ecc.). “La  nostra proposta progettuale di intervento  - ha aggiunto l’assessore Concolino - riguarda le seguenti azioni:  1)rafforzamento dei servizi sociali con l'assunzione a tempo determinato di -  n. 8 assistenti sociali ; n. 8 assistenti sociali specializzati;  n. 4 educatori professionali;  n. 3 mediatori interculturali; n. 5 personale  amministrativo specializzato; n.3 personale amministrativo; n. 4 psicologi; 2)interventi socio-educativi mediante la realizzazione del progetto di educativa domiciliare affidamento all' esterno di servizi di mediazione familiare e finanziaria attraverso anche workshop, laboratori e incontri destinati alle famiglie inserite nei progetti SIA; 3) adeguamento applicativo in dotazione al comune capofila alle fasi previste dal SIA, con l’obiettivo finale di usufruire del patrimonio informativo già in possesso e acquisizione, per tutta la durata del progetto, dei servizi di assistenza e manutenzione di tutto il sw a supporto del progetto;  4) Acquisizione in leasing di notebook con adeguati supporti e relative licenze di ..........

martedì 10 ottobre 2017

Spulciando le rileve del Catasto Onciario di Simeri, Sellia, Taverna e Cropani del XVIII secolo. Solo cinquant'anni fa veniva abolita la legge sulla mezzadria e si liberavano dall’agricoltura le forze vive, che costituiscono oggi la struttura portante della società meridionale.

Solo cinquant’anni fa veniva abolita la legge sulla mezzadria e si liberavano dall’agricoltura le forze vive, che costituiscono oggi la struttura portante della società meridionale, cioè i nuovi ceti produttivi, dirigenti e culturali. La famiglia colonica era “immodificabile” fuori dai casi previsti dalla legge, per cui era difficile per tutti affrancarsi da un destino segnato sin dalla nascita, in un contesto di feudalesimo residuale, con le sue regole antiche di divisione dei prodotti della terra, di diritto di setto d’aia nel latifondo improduttivo del Marchesato e nei territori costieri, di setto di forno per lo jus picis in Sila.
Quest’ultimo era un diritto tipicamente feudale, sancito dall’editto di Re Roberto del 1333 e dalle Pragmatiche angioine, rinnovato dal Bando della Real Camera della Sommaria di Napoli del 1618, che fissava in 6 ducati il diritto della Corte su ogni setto di forno predisposto nella Selva Bruzia, al fine di ricavare la pece nera o bianca (o greca), usate per calafatare le imbarcazioni e impermeabilizzare le botti e il vasellame, sin dal tempo dei Romani e delle guerre puniche.










Trebbiatura meccanica sul setto d’aia
                                       
Per effetto del diritto di setto d’aia, il colono era obbligato a conferire al fattore del padrone della terra 1/8 di tomolo (8 litri) di grano per ogni timogna (bica) realizzata sull’aia del concedente; per terraggio doveva conferire i 2/7 dell’intero prodotto, più 2/8 per la guardianìa di ogni tomolata di terreno coltivata e le spese di trebbiatura meccanica, calcolata in ragione di 5/7 del prodotto totale effettivo ricavato. Il terragerista doveva “rilasciare” un ottavo di tomolo (8 litri) di grano  -  oltre al concorso alla guardianìa  -   per la predisposizione della pisèra , su cui battere  e ventuliara gli ospri (le granaglie, come ceci, fave, favette), per separare i semi dai baccelli. I lavori di pisèra erano normalmente affidati al mezzadro, il quale provvedeva abitualmente col forcone di legno, il tridente ferrato e la pala di legno; quando, invece, si faceva ricorso agli animali dell’azienda (un cavallo o anche un paricchiu ‘e voi), aumentavano gli oneri del colono. Insomma, dedotti la terragerìa, il setto d’aia e l’affitto del cavallo per la pisèra, al contadino restava poco o niente, così che, testis temporum, se ne tornava a casa “ccu ra pala subbra i spaddhi e la menzalora vacanta”.
Per comprendere la natura dei diritti incorporati alla terra e le relative forme di servaggio, occorre risalire ai “Libri Feudorm” e alle “Consuetudines Feudorum”, i “codici civili e penali” di quella particolare formazione socioeconomica che va sotto il nome di feudalesimo, imperniato sul castello, dove affluivano i vari “ jussi”, come le contribuzioni dirette (decima, fida, diffida) e indirette, i diritti proibitici  e quelli particolari. Lo jus proibendi del feudatario riguardava  i mulini e i trappeti (1), i macelli e le fiere, i manganelli (2) e le feste, le acque dei fiumi e la trattura della seta (3), i forni e le osterie, la caccia e la pesca (4), i fondaci, la fascia (nascite) e i matrimoni, le vedove. Come se non bastasse, c’erano poi i diritti particolari, come quello di nominare giudici e dignità canonicali nelle chiese di jus patronatus, di esercitare il mero e misto imperio, lo jus plateatici, herbarii et affidatuae animalium, lo jus soli o di casalinaggio (5), lo jus jogaticum, glandagi, picis, di sbarro e di setto di forno. I diritti particolari includevano pure quelli sulle persone (angari e parangari), come l’obbligo dei contadini di prestare la loro opera per la coltivazione della vigna, degli uliveti e dei gelseti del feudatario, al quale bisognava fornire anche acqua e legna per la casa e assicurare i donativi (agnelli, galline, formaggio, ricotte, conigli, capretti) in occasione delle feste ricordate e del majo. “Era il regno del capriccio e del terrore”, concludeva padre Francesco Russo, che così proseguiva: ” Questa regione abbonda anche di mostri, vale a dire di piccoli re e tiranni, i quali la saccheggiano, la scorticano ogni giorno, con sete inestinguibile e inesausta avarìa, si pascono dei travagli dei mortali: essi infatti si sono usurpati le selve, le balze, le terre, i fiumi, la caccia, in una parola, tutti i diritti dei popoli”.
Certo, con i vari “Capitoli, Grazie e Stabilimenti” le Università  feudali e demaniali riuscivano in qualche modo ad alleviare il peso di tutti quei gravami fiscali, che restavano comunque insopportabili per le popolazioni rurali e per gli artigiani urbani, tanto da provocare endemiche e cruenti ribellioni: a Santa Severina e a Martirano nel 1553, ad Amantea nel 1606, e ancora a Taverna, a Simeri, a Cropani e nei casali cosentini.
Tale situazione perdurò ben oltre il 1806 e l’eversione della feudalità, specialmente nelle comunità chiuse alle influenze esterne, dove i cambiamenti si realizzavano assai lentamente.
Nel 1810, la Commissione Feudale sancì l’abolizione di qualunque diritto di servitù sulle terre del Regno di Napoli, dello jus proibendi  e delle privative. Tuttavia lo jus picis (fidare per fare barili di pece), come pure la fida dei porci alla faglia, la licenza di caccia in Sila, il diritto di pescare trote (mettendo la calce o il tasso nei fiumi), la diffida degli animali dei forestieri, la fida d’accetta per tagliare legne morte e dede, la fida per fare sporte, fiscini (6) e panieri durarono fino al 1853, quando furono modificate con rescritto del 9 maggio
Solo nel 1876 le terre della Sila Regia e della Sila Badiale furono di pieno diritto devolute integralmente al Demanio dello Stato, con la liquidazione degli usi civici e la fissazione di nuove tariffe per i debitori della fida e della granetteria (giogatico o aratro di buoi aggiogati): il terraggio e la fida sull’uso civico della semina e del pascolo, però, rimasero invariati rispetto a quelli del 1619









                                       


                                   Grecia di Simeri: Abitazione e rustico giustapposti


Spulciando le rileve del Catasto Onciario di Simeri, Sellia, Cropani e Tavarna del XVIII secolo, si deduce che la popolazione viveva prevalentemente del lavoro agricolo e che molti contadini prendevano a censo terreni della corte feudale e dei monasteri. A quel tempo il censo era mediamente di 2 carlini per ogni ducato di valore del fondo, secondo l’annuo estaglio degli stimatori.
La jermana (7), le fave e i ceci erano valutati 5 carlini a tomolo e comunque il profitto dei terreni a censo rimase assai modesto per tutto il secolo, come sembra confermare il “Prospetto generale dei fondi rustici ecclesiastici anteriormente al 1784”, relativo alle operazioni della Cassa Sacra, dopo il terremoto del 1783. Ancora al censimento del 1921 risultava impiegato in agricoltura il 73,1% della popolazione attiva calabrese: il 64 % braccianti e salariati, il 26% conduttori in proprio, il 3,1% fittavoli, il 6,9% mezzadri e coloni.
Nel ..........