venerdì 14 ottobre 2011

E gli angeli non volarono più sopra il cielo di Sellia


E gli angeli volarono via sopra il cielo di Sellia
L’innumerevole patrimonio religioso che Sellia aveva grazie alla presenza durante i secoli di ben 5 chiese e di un convento ai nostri giorni ne rimane ben poca cosa razziata alla meno peggio oppure mal custodita arrivando sino ad oggi dove ancora l’incuria e spesso anche il scarso riconoscimento del valore sia storico che culturale rischiano di scomparirne ancora. Notiamo la precaria conservazione di cimeli che andrebbero ben custoditi catalogati, valorizzati. Sicuramente ritorneremo su quest’argomento ma in questo articolo vi vorrei parlare dei tanti,tantissimi angioletti che erano conservati sia nella Chiesa madre che in quella del Rosario. Ad inizio degli anni novanta la chiesa madre fu chiusa per un importante restauro con un finanziamento che superava il miliardo delle vecchie lire. Le statue furono portate nella chiesa del Rosario mentre varia oggettistica Sacra più molti angioletti furono dati a molte famiglie senza che nessuno si prendesse la briga di fare un inventario di tali reperti, la mancanza poi di un sacerdote stabile che avesse a cuore la conservazione dei tanti reperti storici portò ad una vera confusione, chiunque poteva accedere nella sacrestia portandosi via ciò che voleva con la promessa che una volta finiti i lavori il tutto sarebbe stato riportato. Ma per vari motivi non tutti sentirono questo dovere e così dopo che la chiesa fu riaperta ufficialmente al culto erano tante  le cose che mancavano, giusto per citarne una a caso i due parati quello rosso di festa e quello nero per i lutti che adornavano in maniera suggestiva la Chiesa che fine fecero? Alcuni dicevano che erano stati buttati perché un po’ tarlati,altri che erano stati dati in cambio di nuovi parati, altri ancora erano sicuri che si trovano  presso una famiglia che li stava mettendo a nuovo…. Mai più visti. Ma ritorniamo agli Angioletti   non tutti fecero di nuovo ritorno nella loro collocazione originale, ma come capire quanti esattamente erano e soprattutto chi erano le famiglie che  ancora non l’avevano consegnato? Impossibile  scoprirlo. A distanza di alcuni anni mi ritrovai presso l’abitazione di una famiglia e notai sistemato su un comò un bel angioletto, lo riconobbi subito (i tanti anni da chierichetto ed la mia curiosità verso le varie opere sacre) mi davano la certezza che quel angioletto era uno dei tanti che venivano posizionati ai due lati della statua dell’Immacolata, dissi  alla signora da dove arrivava l’angioletto? Mi rispose senza esitazione che l’aveva comprato la buonanima del suo marito a Catanzaro. Io facendo un sorrisino sarcastico
gli ribattei che l’angioletto era uno dei tanti che erano nella chiesa Madre e sarebbe giusto riportarlo alla sua giusta collocazione ma la signora mi rispose seccata: “ quannu i tornanu tutti arretu portu puru u meu, eju u tegnu bonu, l’aiu fattu puru pitturara, illu ppè mmò stà ccù mia quannu poi moru u fazzu portara a ra chiesa. Inutile dire che signora è morta da un bel po’ di anni ma l’angioletto rimane ben chiuso insieme ad altri chissà dove non potendo volare verso il cielo per far ritorno a casa.
 Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte