giovedì 16 settembre 2010

Eolico un enorme affare per la 'ndrangheta Calabrese e Mafia Siciliana.

Nell’ambiente lo chiamavano ”il signore del vento”, una definizione colorita che descrive bene l’immenso impero costruito da un 54 enne,Siciliano di Alcamo, leader nazionale nel settore dell’eolico.Solo negli ultimi otto mesi ha avuto ben 45 autorizzazioni per avviare progetti di parchi eloici in Calabria. Nicastri ha costituito 43 società di capitali in giro per l'Italia di queste 4 hanno sede a Lamezia Terme, (Catanzaro) La timeo 1-2 e la seneca 1-2.A Lamezia aveva trovato anche l'amore sposandosi in seconde nozze con una donna più giovane di 21 anni anche lei indagata.

Socio di una piccola cooperativa che piazzava impianti solari porta a porta, in pochi anni, ha scalato le vette della green economy italiana. Un’escalation sospetta, secondo gli inquirenti, che, dietro tanta fortuna, vedono l’ombra di Cosa nostra. I dubbi degli investigatori, ora, pero’, sono anche i dubbi dei giudici che hanno sequestrato il patrimonio di Nicastri: societa’ e beni per un miliardo e mezzo di euro. L’imprenditore trapanese dovrebbe il suo successo ai soldi dei mafiosi che avrebbero deciso di investire nelle energie alternative. Lo proverebbero i suoi rapporti con il superlatitante Matteo Messina Denaro, considerato il nuovo capo della mafia siciliana, e la sproporzione tra i redditi puliti e l’immenso patrimonio accumulato. Protagonista, negli anni ’90, di una delle tante tangentopoli siciliane, reo confesso, ha patteggiato una condanna per corruzione, ma ha evitato il carcere. In cella, pero’, Nicastri e’ finito l’anno scorso assieme al presidente del Calcio Benevento, entrambi erano accusati di una maxitruffa allo Stato escogitata per avere fondi pubblici per l’energia eolica. Scarcerato, il ”signore del vento”, attualmente e’ libero. Dopo il solare – seppure su scala ‘casalinga’ – l’alcamese ha puntato sull’eolico.
Come sviluppatore, ”figura professionale tipicamente italiana – scrive la Dia nell’informativa che ha supportato la richiesta di sequestro – che consiste nella realizzazione e nella successiva vendita, chiavi in mano, di parchi eolici, con ricavi milionari”. Di Nicastri, nel tempo, hanno parlato diversi collaboratori di giustizia. Secondo gli inquirenti, oltre che andare a braccetto con la cosca di Messina Denaro, avrebbe stretto relazioni ”con le consorterie criminali del messinese, del catanese ed anche con la ‘ndrangheta calabrese, in particolare con le ‘ndrine di Plati’, San Luca ed Africo del reggino”. Il sequestro, definito tra i piu’ cospicui degli ultimi 20 anni, ha colpito 43 società di capitali, anche con partecipazioni estere, operanti prevalentemente nel settore eolico e fotovoltaico, intestatarie, tra l’altro di centinaia di appezzamenti di terreno nelle province di Trapani, Palermo, Reggio Calabria, di numerosi beni mobili, immobili e conti correnti; un centinaio di beni immobili (terreni, palazzine, ville con piscina, magazzini), sempre nel Trapanese; diverse autovetture di grossa cilindrata, un lussuoso catamarano di circa 14 metri e oltre 60 rapporti finanziari (conti correnti, depositi a risparmio, depositi titoli, polizze assicurative). Negli ultimi anni, al business ‘verde” Nicastri ha associato interessi politici: alle ultime elezioni regionali e’ stato il supporter del candidato all’Ars Davide Fiore (Mpa), che, non eletto, e’ stato chiamato, successivamente, dal presidente della Provincia regionale di Trapani, Mimmo Turano, a ricoprire la carica di assessore allo Sport e Turismo fino a due mesi fa.

5 commenti:

  1. Un business quello degli impianti eolici che non poteva rimanere indifferente alle varie cosche calabresi. Un mare di autorizzazioni per nuovi parchi eolici oltre a quelli già realizzati che il più delle volte deturpano il paesaggio producendo ben poco come energia alternativa.

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  2. Un giro d'affari enorme i soldi sono l'unica cosa che girano ................ ,visto che le pale il più delle volte sono sistemate dove il vento non arriva mai.

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  3. anche quelle preventivate a Sellia erano sotto la società del'inquisito.

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  4. Speiamo che la nuova giunta non li faccia mai costruire queste pale che sarebbero la morte per un eventuale sviluppo turisto per il territorio di SELLIA. PEPè

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  5. sono d'accordo con pepè sarebbe stato un forte guadagno per i soliti noti mentre l’intero territorio sarebbe stato deturpato.

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