Vicino a putica di Coppoletta c’era già “nu muscarizzu e battelli” di ogni età .Io ogni sera che salivo non potevo fare a meno di andare a vedere la mia ex casetta, dove ero nato, stava ancora lì, pericolante come un pugile che dopo aver ricevuto un mare di pugni non vuole crollare,barcolla ma non crolla; ogni volta mi scappavano le lacrime, la ferita era ancora aperta e mai più si sarebbe cicatrizzata .
Ecco Tonino “fidanzatu cu una e ne futtuliava decia” e tutte a pendere dalle sue labbra (domani mi rimetto di nuovo la brillantina) Gianni invece andava quasi ogni sera da un benestante, uno dei pochi,che gli dava sempre… non dei panni, nè tanto meno soldi, ma libri, uno lo consegnava e un altro lo prendeva in prestito, leggeva molto; io molte volte ci avevo provato a leggere qualche romanzo d’avventura ma alla prima pagina gli occhi bruciavano forte, così per evitare pericoli lo riponevo con cura. Mimmo stava sempre vicino a me, ci passavamo pochi giorni essendo nati lo stesso mese (vuoi vedere che il nostro essere imbranati con le donne dipendeva dal segno zodiacale?) Quella sera sucesse qualcosa di strano che solo a distanza di tempo capii veramente. Avevamo fatto tardi, domani era Domenica, la raccolta delle olive erano finite da un pezzo così potevamo fare un po' più tardi, erano quasi le 11 di sera, scendevamo "Portabella penninu" tutti e quattro spensierati, e per essere sincero anche un po' brilli per alcuni bicchieri di vino che avevamo bevuto a na putica. Non si vedeva niente, buio pesto ma noi caminavamo con passo spedito conoscendo a memoria ogni singolo gradino; all'improvviso un vento gelido, il cielo era nuvolo ma una timida luna piena stava per uscire da dietro le nuvole, in pochi secondi un qualcosa ci attraversò, di che cosa si trattava? Io non l'avevo visto bene ma sembrava un cane, si un...........
grosso cane nero peloso. Tonino cadde a terra svenuto, lo rialzammo, aveva i pantaloni strappati da un graffio che il cane gli aveva fatto. "No" disse Mimmo "non sembrava un cane ma una persona, un ladro forse, era molto possente sicuramente scappava da qualcuno". "Vi sbagliate" ribattè Gianni "era entrambi le cose, era "nu lupipampinu" ":Tonino che si era appena ripreso svenne di nuovo
Racconto storico tramandato oralmente ricostruito da Sellia racconta
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso, con esplicito riferimento della fonte
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Secondo capitolo del racconto "Portabella penninu". chi era u lupipampinu? Sarà contagioso il graffio? Appuntamento nel 3° capitolo dei 5 che continueremo nella prossima settimana.
RispondiEliminaAspetterò nel leggere i tre restanti capitoli di questo bel racconto, veramente bravo zagor. Ciao a tutti da Giuseppe U.S.A
RispondiEliminaUna buona giornata a tutti gli amici del blog selliaraconta......bravi continuate così. Caterina
RispondiEliminaMi piacciano assai questi bei racconti ambientti a SELLIA. CIAO
RispondiEliminaIo non ci ho mai creduto anche se devo ammetere che molti raccontavo storie anche con nome e cognome di lupipampini
RispondiEliminaSi è vero quando eravamo bambini i racconti davanti aru " focularu" spesso e volentieri erano dedicati ari "lupipampini". Personalmente sono sempre stato affascinato da questi raconti, ma devo dirvi con molto onestà con molto scetticismo. Dopo il racconto di Zagor,vi racconterò io una esperienza vissuta personalmente. Ciao Zagor
RispondiEliminaDa G.F.
RispondiEliminaCONGRATULAZIONI. E' UN PIACERE LEGGERE IL BLOG.
RispondiEliminaIO NON CI HO MAI CREDUTO NEI " LUPIPAMPINI ", MA DA BAMBINO, QUANDO DOVEVO STARE FERMO, OPPURE ZITTO, MI MINACCIAVA ( MIA MAMMA ) CON QUESTA STORIA.
FRANCESCO TALARICO
( MI )
Io ci credo eccome anche perchè caro zagor facevo parte dei 4 amici. Ciao un abbraccio.
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