lunedì 20 settembre 2010

Portabella penninu (terza parte)

Nu lupipampino? No non poteva essere, non esistono, i nonni ci raccontavano queste "rumanzelle", queste favole paesane per farci stare buoni, per incuoterci paura. Ma l'avevamo visto tutti e quattro, quello era propriu nu lupipampinu.Tonino era disperato "E se la malattia è contaggiosa anch'io diventerò un lupipampinu". Nessuno osava toccare la ferita di Tonino, anzi lo guardavamo con un po' di paura come se da un momento all'altro anche lui si sarebbe trasformato. Arrivammo "ari palazzini vicinu u viveri" Tonino iniziò a lavarsi accuratamente il graffio (come non aveva mai fatto in tutta la sua vita) uno,due,tre, cento volte. Dovevamo saperne di più, la malattia era contagiosa? Chi era la persona diventata lupipampinu? Una cosa era certa: era "di palazzini". Dopo aver trascorso un'ora per tranquillizzare Tonino, andammo ognuno a casa, dandoci appuntamento per il giorno dopo per cercare di capirne di più.La mattina di buon ora eravamo alla piazza "di palazzini", Tonino era arrivato per primo o forse era da ieri sera che ci aspettava. Non era riuscito a prendere sonno neanche per un secondo, dopo un po’ arrivò Gianni, era andato a documentarsi sui lupipampini; non sembra che sia contagiosa(disse con aria da dottore) dunque non si trasmette se uno viene ferito,Tonino si rianimò subito, stava bene aveva fame, sete, " ma non è tutto" continuò Gianni, se colui che è lupipampinu, è un parente, essendo consanguinei il rischio è altissimo. "Ma no!" Disse contento Tonino nella nostra famiglia non abbiamo mai avuto di questi casi, "ma come? se prima di...........
ieri sera neanche sapevamo che esistevano come fai ad esserne certo?" Bisognava capire chi si celava dietro la figura del lupo mannaro, così studiammo un piano per scoprire chi fosse.
Fine terza parte

Racconto storico tramandato oralmente ricostruito  da Sellia racconta 
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso, con esplicito riferimento della fonte

10 commenti:

  1. Eccoci al terzo capitolo del racconto "Portabella penninu" riusciranno i nostri amici nel scoprire chi si cela dietro le sembianze du lupupampinu??

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  2. Una buona giornata a tutti gli amici di questo bellissimo blog. Giovanna

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  3. complimenti zagor,un racconto che cattura, ottima l'idea di dividerli in capitoli. Ciao a tutti Domenico

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  4. ci stai deliziando con questi affascinati,intriganti racconti. Pepè

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  5. Da piccola erano veramente i lupipampini che mi facevano paura sopratutto quando ero irrequieta mamma mi ammoniva dicendomi Mo vena e ti pija u lupipampinu..... buona giornata a tutti. Teresa

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  6. Ottimo racconto, ciao sellia tutta bella.
    Giuseppe U.S.A

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  7. Inutile dirvi che da barraccunaro sapevo e so chi era questo poveretto Lupipampinu (almeno tutti concordavo su un nome)ora è da tempo passato nella vita eterna, ma comunque persona di una gentilezza e di una simpatia unica.Devo anche dirvi, che sicuramente questa trasformazione avveniva( se vera) fino agli anni 50, poi evidentemente, con i nuovi ritrovati scentifici questa malattia era diventata curabile.. per cui le apparazioni erano cessate.Questo per tranquillizzare che oggi fenomeni di questo genere sicuramente non potrebero esistere. Ciao G.F.

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  8. ti assicuro che io sono nato dopo il 50, ma da piccolo era un ricorrente sentirmi grattare alla porta e sentire versi strani anche se non l ho mai visto. La sera ero terrorizzato ad uscire, poi e' da un decina d'anni o piu che non si sente piu niente e neanche se ne parla piu, le cure serie a sellia saranno iniziate 15-20 anni fa, forse quando ero piccolino io c'erano, ma erano ancora forse non specifiche.

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  9. Intendevo dire fino alla fine degli anni 50. comunque devi sapere che in quegli anni c'erano un bel gruppo di buon temponi che non facevano altro che graffiare alla porte delle case per fare impaurire la gente. Un'altra Cosa, mio padre, d'inverno lavorava nei vari frantoi e quindi rincasava sempre tardissimo , ma mai riuscì a vedere un cosa del genere. Il caso ? Forse. Ciao G.F.

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  10. Il bello di questi racconti oltre ad essere ovviamente ambientati a sellia, rimane che si basano su storie vere che molti di noi ricordano oppure hanno sentito almeno una volta raccontare. Poi la bravura di zagor nel descrivere con molta maestria i vari avvenimenti con un filo di ironia BRAVO. Giovanni (Milano)

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