Le morti non hanno spiegazione plausibile. Così negli Usa profeti, astrologi, cartomanti e ciarlatani vari si sono scatenati assicurando che la strage di uccelli e pesci è un segno preciso che l’Altissimo ci sta inviando. Una specie di ultima chiamata prima del Giudizio Finale. Non bastavano i Maya insomma a dirci che il 21 dicembre del 2012 il nostro tempo sarà scaduto. La setta cristiana di Harold Camping, da una radio californiana seguita da milioni di ascoltatori, assicura che “siamo agli sgoccioli” e fissa date ancora più vicine di quella stabilita dai Maya: il 21 maggio prossimo ci sarà il giorno del giudizio, e il 21 ottobre, quando la Terra prenderà fuoco, la fine del mondo.
Un recente sondaggio del Pew Research Center ci ha informato che il 41 per cento degli americani si dice convinto che la Parusia, cioè il ritorno di Cristo giudice sulla Terra, avverrà entro il 2050. La percentuale sale se si considerano gli americani fedeli delle chiese evangeliche: il 58 per cento. Di animali morti che piovono giù si parla in molti testi antichi, compresa la Bibbia: una delle piaghe d’Egitto fu una pioggia di rane, pidocchi, mosconi e cavallette. In America c’è chi sostiene che gli uccelli morti sono da collegare a quanto scritto dall’apostolo Giovanni nel Libro dell’Apocalisse, cioè della Rivelazione: è il libro che chiude il Nuovo Testamento.
Tesi religiose dunque, a volte anche troppo. Mancherebbe in effetti qualcosa di più concreto, di più scientifico. Il problema è che non c’è. Certo ci sono tesi, supposizioni ma mancano i riscontri. Per esempio si potrebbe pensare, almeno così ci provano gli esperti, che la strage di animali di questi ultimi giorni potrebbe essere più “semplicemente” l’effetto di una colossale epidemia, oppure dell’inquinamento che ci siamo procurati con le nostre mani.
“Io credo che la causa della morte di queste tortore – spiega a La Stampa Massimo Bolognesi parlando del caso della sua Faenza – sia da ricercare fra una di queste: o un inquinamento temporaneo prodotto da qualche azienda; o l’aviaria o qualche altra malattia; oppure ancora l’avvelenamento. Qualcuno potrebbe averle avvelenate perché le tortore mangiano grandi quantità di sementi”. Secondo Piero Milani, veterinario illustre di Modena, si tratta di un fatto “eccezionale”. “Dagli elementi che abbiamo non è possibile farsi un’idea sulle cause. Non c’è spiegazione, non ci sono risposte. Si tratta di episodi estremamente singolari”.