un convento. Tutta la giornata c´era un via vai di gente che entrava ed usciva, portandogli paia e paia di scarpe da riparare e ritornando a casa con quelle che il mastro aveva conzatu. U misteri du scarparu, (del calzolaio) insieme a quello del falegname e del
fabbro, era una delle attivita' artigianali che piu' prosperavano dopo gli anni sessanta nel nostro paese. In ogni rione di Tropea se ne contavano parecchi di questi "acconzatur´i scarpi". L´eta' media dei mastri che esercitavano questa professione nella nostra contrada era intorno ai sessant´anni. Fra i tanti ricordo Mastru Vicenzu Bova, la cui bottega si trovava vicino alla fontana comunale; Mastru Nuzzu che esercitava u misteri dentro casa; Mastru Cicciu e mastru Carminu che abitavano nello stesso portone di mia nonna; "Ntoni e mastru Micheli, due fratelli che vivevano soli in una vecchia e buia abitazione vicino al mio negozio. Alcuni di questi scarpari, oltre ad esercitare la professione, erano dediti anche alla vendita di scarpe nuove e stivali di gomma che venivano usati dai contadini e dai cacciatori.
Al contrario degli attuali tempi, in cui si preferisce buttare via le scarpe rotte a
causa dell´eccessivo costo per ripararle, a quel tempo dovevano essere acconzati e
risuolate finche' era possibile, perche' non tutti potevano permettersi di comprare nuove
calzature e rimetterle a nuovo non era costoso dato il forte antagonismo e la concorrenza
che i mastri esercitavano fra di loro. Le strade non asfaltate, piene di pietre appuntite,
vetri e"puntini",contribuivano ad una loro rapida rottura, in special modo dei "petti " che
dovevano essere rimessi due o tre volte. Le scarpe stesse erano costruite (cucite, incollate
e inchiodate) in modo tale da poter essere sempre e facilmente riparabili.
Fino alla fine degli anni settanta, "scarpari " in paese se ne contavano ancora molti, ma si
riducevano drasticamente per il fenomeno dell´emigrazione che portava via tanti bambini
di famiglie povere. Infatti, i discipuli che andavano "o mastru", per apprendere l´arte,
provenivano, principalmente, da queste famiglie bisognose. Il mastro non si limitava
solamente ad insegnare "l´arti" al discepolo, perche' svolgeva, inconsciamente, un´altra
piu' importante funzione: l´educatore morale e sociale del ragazzo.