Dopo questo spiacevole fatto, i fanti della Catanzaro intrapresero la loro marcia verso il fronte dove continuarono a battersi per il resto del conflitto con la grinta e la disciplina che avevano sempre dimostrato, tanto da ottenere una seconda citazione sul Bollettino di Guerra del 25 agosto 1917 nel quale si riportava che: “Sul Carso la lotta perdura intorno alle posizioni da noi conquistate, che il nemico tenta invano di ritoglierci. Negl’incessanti combattimenti si distinsero per arditezza e tenacia le Brigate Salerno (89° - 90°), Catanzaro (141° -142°) e Murge (259° e 260°)”.
Gli ultimi mesi della guerra furono trascorsi dallo stremato 141° nelle retrovie del Piave, a disposizione del Comando Supremo, dove in ottobre si incominciò a trasferire ed attraverso una serie di marce raggiunse Mestre nei giorni della vittoria.
Tutta la Brigata Catanzaro si imbarcò a Venezia sulla nave “Re Umberto” il 15 novembre 1918 ed il 17 successivo sbarcò in una Trieste festante. La meta radiosa dei suoi cruenti sacrifici era raggiunta.
A conclusione, è doveroso rivolgere l’ultimo ricordo all’impegno di tutti i calabresi di ogni arma e specialità che contribuirono in modo determinante alla vittoria finale. Nell’immane tragedia della Grande Guerra ne perirono 20.046. Fino all’anno 1923, le medaglie al valore militare individuali concesse ai calabresi ammontavano a 2.884, così distinte: 12 M .O., 980 M .A., 1.565 M .B., 8 croci militari di Savoia, 319 croci di guerra al valore; delle quali 1.711 a ufficiali e 1.173 a sottufficiali, graduati e militari di truppa. Le medaglie d’oro erano equamente distribuite tra le 3 antiche provincie calabresi.
Altre decorazioni furono concesse alle bandiere di Reggimenti mobilitati nei Depositi della regione calabrese, con militari in buona parte nati in Calabria.
Oltre a quelli della Brigata “Catanzaro” (141° Rgt. Medaglia d’Oro e 142° Medaglia d’Argento), possiamo ricordare quelli della.... “Brescia” (19° e 20°) che ebbero due M.A. ciascuno; quelli della “Ferrara” (47° e 48°) che furono decorati entrambi della M.O.; quelli della “Udine” (95° e 96°) che ebbero entrambi una M.A.; quelli della “Jonio” (221° e 222°) che ebbero la M.B. e quelli della “Cosenza” (243° e 244°) che ebbero la M.A .
A tutti loro deve andare il nostro ringraziamento per aver tenuto alto il nome delle “Genti di Calabria” ed aver vinto, oltre alla guerra dichiarata, anche quella non dichiarata (e per questo non meno importante) dei pregiudizi che da sempre affliggevano i calabresi ed i meridionali in genere.