giovedì 7 aprile 2011

L'università di Giurispudenza di Catanzaro revoca 31 lauree per esami mai svolti, ecco i nomi dei 31 non più laureati.

Come nel film "Immaturi" ma stavolta per davvero ben 31 ragazzi sono stati avvisati che le loro lauree conseguite all'Ateneo Magna Graecia di catanzaro non valgono più niente.
Trentuno lauree annullate, e non è ancora finita. Saltata fuori la vicenda dei "falsi esami" alla facoltà di Giurisprudenza, l'Università Magna Græcia ha immediatamente annunciato il pugno duro. E adesso, in attesa che sul fronte penale la Procura della Repubblica chiuda le indagini preliminari, si tirano le prime somme dei procedimenti amministrativi. La commissione d'indagine interna nominata dal rettore Francesco Saverio Costanzo lavora ormai da mesi. Gli accertamenti non sono stati semplici ed alle sanzioni finali si è arrivati dopo la convocazione e l'audizione degli studenti coinvolti nell'inchiesta penale, che hanno avuto modo di difendersi - assistiti anche dai propri avvocati - in occasione di un vero e proprio "processino" al cospetto dei componenti della commissione interna. Dunque l'Università, che sin dal primo momento ha collaborato con la Procura mettendo a disposizione tutta la documentazione via via necessaria, ha deciso di non attendere l'esito del procedimento penale. Una scelta coraggiosa che ha anche dato la stura ad una mole imponente di contenziosi, ma finora il Tar Calabria - al quale si sono rivolti i destinatari delle prime sanzioni - ha sempre dato ragione alla Magna Græcia. D'altronde, i docenti avrebbero dichiarato di non riconoscere la propria firma sulle veline (gli appunti informali che vengono presi e sottoscritti dai professori durante lo svolgimento degli esami) mentre dei verbali d'esame non ci sarebbe traccia alcuna: di fronte a questi elementi la commissione ha proposto la revoca delle lauree poi formalizzata dal rettore per tutelare l'interesse pubblico, che in questo caso si concretizzerebbe nell'evitare l'utilizzo di titoli di studio, o addirittura l'esercizio della professione forense, su presupposti (gli esami sospetti) tuttora al vaglio della Magistratura . L'ultimo provvedimento di revoca porta la data dei primi di marzo. Le lauree in Giurisprudenza, nello specifico, sono state annullate a:
Giuseppe Ranieri, Francesca Modaffari, Gianluca Rossiello, Alessandra Torrella, Santina Giannotti, Anita Chiarelli, Giuseppe Bitonti, Salvatore Vaccaro, Teresa Novello, Margherita La Pietra, Rina Vitale, Emilia Turrà, Adriano Motta, Maria Zuccolà, Angela Olivadese, Massimiliano Tucci, Fabio Mandalari, Giorgia Origlia, Emanuela Soldano, Giacinto Feraudo, Luana De Vito, Rita Lamazza, Vincenzo Saladino, Piergiorgio Lombardo, Vincenzo Fiarè, Giovandomenico Gemelli, Ezio Surace, Giuseppina Daffinà, Roberto Sponchia, Enzo Vladimiro Sponchia, Andrea Feraudo. Tutti i 31 ex studenti dell'Università Magna Græcia sono iscritti nel registro degli indagati presso la Procura della Repubblica; alcuni, dopo la laurea, si sono regolarmente abilitati all'esercizio della professione forense , ma sono stati temporaneamente sospesi dalla stessa Magistratura mentre quelli di Catanzaro sono stati radiati dal Consiglio dell'Ordine. Il calderone scoperchiato dalla Procura conterebbe centinaia di casi, tutti legati da una matrice comune: l'apposizione di false firme sulle veline che avrebbe consentito la registrazione di esami mai effettivamente sostenuti. Al centro del raggiro ci sarebbe stato un funzionario della facoltà di Giurisprudenza finito in manette che, per denaro o altro (si attende la formalizzazione delle accuse con la chiusura indagini), avrebbe "spianato" le carriere di decine di studenti. I falsi esami avrebbero riguardato decine di materie, ma senza complicità - è bene precisarlo - dei docenti che sarebbero stati del tutto ignari del presunto raggiro. È stata la stessa Università a presentare denuncia e a dare il via alle indagini coordinate dai pm Salvatore Curcio e Paolo Petrolo. Un docente, nel corso di una sessione di laurea, si sarebbe accorto che fra le candidate c'era una studentessa che era certo non avesse superato l'esame della sua materia; da qui la segnalazione al rettore e l'esposto con successiva apertura dell'inchiesta penale. I Carabinieri - delegati agli accertamenti - hanno spulciato registri e verbali ricostruendo le carriere di centinaia di studenti. E sono saltate fuori le presunte irregolarità, contestate agli interessati volta per volta. Sono seguiti i sequestri dei titoli di laurea sospetti e l'insediamento della commissione interna nominata dal rettore. Ovviamente, sul fronte amministrativo le revoche delle lauree possono essere impugnate fino all'ultimo grado di giudizio. Dal punto di vista penale, va precisato che le persone coinvolte nella vicenda sono soltanto indagate: contro di loro non esiste alcun pronunciamento di colpevolezza e, una volta chiuse le indagini preliminari, ognuno avrà tutte le opportunità concesse dalla legge per dimostrare l'eventuale estraneità ai fatti contestati. Tutti gli indagati, fra l'altro, si professano innocenti e tali dovranno essere considerati sino alla definizione della vicenda giudiziaria.