sabato 16 luglio 2011

Catanzaro una volta conosciuta come la città delle tre v, oggi festeggia il suo Santo protettore San Vitaliano

 
Catanzaro era anticamente conosciuta, come la Città delle tre "V", riferite a tre caratteristiche distintive della città, ovvero:
V- di San Vitaliano, santo patrono;
V- di vento in quanto costantemente battuta da forti brezze provenienti dal Mar Ionio e dalla Sila;
V- di velluto in quanto importante centro serico fin dai tempi dei Bizantini
"Trovare un amico è così raro, come un giorno senza vento a Catanzaro" recita un detto popolare poiché Catanzaro è rinfrescata costantemente da forti brezze, provenienti dallo Ionio, dal Tirreno e dalla Sila. come il vento che soffia sempre impetuoso. La seconda "V" sta per Vitaliano, il santo protettore le cui reliquie furono inviate a Catanzaro in segno di apprezzamento per l'accoglienza data dalla città a Papa Calisto II (Papa dal 1119). La terza "V" sta per velluto che, assieme a damaschi e sete, diede lustro e ricchezze alla città. Qui si coltivava il baco da seta e si era affinata la lavorazione artigiana della seta e dei tessuti. Questa attività artigiana unita a quella commerciale aveva difatti dato a Catanzaro fama internazionale nell'arte serica, fino al 1800, quando con l'invenzione dei telai Jaquard, la lavorazione divenne automatica e si svalutò l'aspetto artigianale. 
Oggi 16 Luglio  catanzaro festeggia il suo Santo patrono ecco la sua storia.
Di questo santo si hanno poche notizie. Un’edizione del Martirologio Gerominiano, risalente alla prima metà dell’ottavo secolo, lo ricordava il 3 settembre con l’affermazione in Caudis Vitaliani che faceva pensare che fosse un martire del Sannio; infatti Caudium, attuale Montesarchio, si trovava tra Capua e Benevento, città queste che in passato si contesero San Vitaliano come vescovo.
Nel più antico dei calendari liturgici capuani, risalente al XII secolo, il nome del santo è incredibilmente assente; nei successivi è ricordato non più il 3 settembre, ma il 16 luglio, data confermata anche dal Martirologio Beneventano di santa Maria del Gualdo.
Probabile quindi che la rinascita del culto risalga agli ultimissimi anni del XII secolo; in questo periodo un sacerdote beneventano scrisse la prima biografia arricchendola di particolari di fantasia, rendendola così inattendibile. Tale biografia affermava che san Vitaliano fu proclamato vescovo di Capua contro la sua volontà. Subì ogni genere di insinuazioni e derisioni da parte dei suoi nemici che lo accusarono di avere tendenze particolari. Per svergognarlo davanti ai fedeli, i nemici con uno stratagemma riuscirono a farlo comparire in pubblico con abiti femminili. Il santo si difese con molta abilità; dopo che scoprì il complotto si allontanò dalla città. La sua fuga fu breve: venne catturato, legato dentro un sacco e gettato nel Garigliano.

Su di lui vi era la presenza di Dio che lo fece giungere incolume fino ad Ostia dove venne salvato da alcuni pescatori, mentre Capua, dimostratasi ingrata e violenta, venne punita da Dio con siccità, peste e carestia.
I capuani, martoriati da tutto ciò, pentiti di tutto quello che avevano compiuto contro san Vitaliano, si recarono dal vescovo, scongiurandolo di tornare. Il santo ritornò, ma si fermò per poco tempo a Capua, poiché desiderò ritirarsi presso il monte Partendo, ove costruì una chiesa dedicata a Maria santissima. Da questa chiesa, San Guglielmo da Vercelli nel secolo XII costruì l’attuale Santuario alla Beata Vergine di Montevergine.
San Vitaliano morì nel 699. secondo alcuni storici, il corpo sarebbe stato traslato prima del 716 a Benevento dal vescovo Giovanni; secondo altri nel 914 a causa dell’invasione dei saraceni.
Papa Callisto II lo avrebbe poi inviato insieme a quello di Sant’ Ireneo di Lione e di San Fortunato di Todi a Catanzaro. Qui nel 1311 Pietro Ruffo, conte di Calabria, fece costruire una cappella in cattedrale per deporle e venerarle. Durante l’ultimo conflitto mondiale, a causa dei bombardamenti, la cattedrale venne distrutta; nel 1960 fu ricostruita e con essa anche la cappella che contiene il corpo di san Vitaliano da cui trasuderebbe, come avviene per san Nicola di Bari e san Felice di Nola, un liquido miracoloso, detto manna.
Il culto di san Vitaliano è diffuso in tutta la Campania ed ovviamente in Calabria; Catanzaro lo invoca contro ogni calamità, particolarmente contro i terremoti.
La domenica in albis, una volta, si celebrava la festa del patrocinio per ricordare la protezione del santo sulla città durante il violentissimo terremoto del 1783.