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venerdì 15 luglio 2011

La regione Calabria risulta una delle regioni d'Italia più ricche di reperti archeologici risalenti alla preistorica. (Seconda ed ultima Parte)


Da questa razza nacque il ceppo di cui discendiamo anche noi 
e che orgogliosamente venne chiamata dell’Homo Sapiens cioè dell’uomo saggio.
Questi cacciatori abitarono nelle grotte chiamate del Romito a Papasidero (Cosenza) in un’epoca compresa tra 35.000 e 10.000 anni a.C. . Ma la grande novità dell’epoca di questi cacciatori era l’arte. Questa appare legata a un complesso simbolismo metafisico (raffigurazione di animali, che si associano spesso a motivi figurativi geometrici o astratti).
Nella Grotta del Romito nel Paleo-mesolitico vengono elaborate credenze relative alla sepoltura dei morti, a riti e culti di cui fu rinvenuta una buona documentazione artistica. Scoperta nel 1961 dal prof. Paolo Graziosi dell’Università di Firenze su indicazione di Agostino Miglio, presenta due ambienti ben distinti: la Grotta è profonda venti metri circa e il Riparo che si estende per 35 metri. Durante gli scavi archeologici vicino all’ingresso della Grotta, sono state rinvenute tre duplici sepolture di ominidi di bassa statura (circa 1,50 m.) e numerosi reperti litici ed ossei. La morfologia degli ominidi è di tipo cromagnoide (Uomo di Cro-Magnon). Nella prima sepoltura, un uomo e una donna, erano sdraiati uno sull’altro in posizione supina; sul femore sinistro e sulla spalla destra dell’uomo , un frammento di corno di bove costituiva il corredo funebre. La donna di circa 15 anni di età mostrava caratteri patologici (nanismo) le ossa femorali lunghe fortemente dismorfiche ed esili ( alt. cm.85). Nel Riparo, su un masso di circa 2,30 m. di lunghezza, si può ammirarre lo splendido graffito raffigurante un toro preistorico ( il Bos Primigenius) databile intorno al 10.800 a.C., manifestazione artistica riferita all’Epigravettiano italico antico.