"Ne resterà solo uno" diceva Sean Connery nel film Highlander-L'immortale.
E chissà se anche lui aveva in mente i piccoli Comuni
d'Italia e, nel particolare, i loro sindaci, chiamati a diventare in
alcuni casi l'unico rappresentante istituzionale delle rispettive
comunità locali.
È del resto quanto emerge dalla bozza di manovra
finanziaria al vaglio del Parlamento in questi giorni, con le varie
previsioni di tagli e accorpamenti che dovrebbero andare a incidere
sulla spesa pubblica ridimensionandola e portandola a dei livelli più
accettabili in chiave europea e, soprattutto, sostenibili per il fragile
equilibrio finanziario italiano, gravato dall'enorme peso della spesa
pubblica. Si sa già - e le cronache politiche di questi giorni lo stanno
evidenziando - che non sarà un'impresa facile né realizzabile
attraverso una sola manovra finanziaria e in una unica "era"
politico-istituzionale - purtroppo nel creare i propri mali l'Italia è
stata tragicamente lungimirante, visto che arrivano da lontano e i loro
effetti vanno altrettanto lontano - ma le intenzioni sembrano proprio
queste.
Alla luce dei provvedimenti prospettati, dunque, quale
sarà l'impatto sui Comuni al di sotto dei mille abitanti nella provincia
di Catanzaro? Proprio agli enti municipali che non raggiungono questa
ormai "fatidica" soglia di residenti è infatti dedicato uno specifico
articolo della bozza di manovra (il n. 16).
Si sta parlando di Cicala (991 abitanti), Martirano
(953), Sorbo San Basile (886), Motta Santa Lucia (878), Amato (861),
Andali (811), Miglierina (811), San Floro (713), Jacurso (639), Olivadi
(609), Fossato Serralta (607), Cenadi (593), Gagliato (539), Argusto
(538), Sellia (537), Marcedusa (453) e Centrache (411).
Ebbene, la loro attuale situazione prevede un Consiglio
comunale composto da sindaco più 12 consiglieri, otto di maggioranza e
quattro di opposizione (anche se recenti disposizioni di legge avevano
già ridotto il numero di rappresentanti consiliari, riduzione attuata
già alle ultime elezioni).
Le previsioni dell'art. 16 della bozza di manovra
finanziaria stabiliscono che a decorrere dal primo rinnovo successivo
alla data di entrata in vigore del decreto, nei Comuni con popolazione
inferiore a 1.000 abitanti, «il sindaco è il solo organo di governo e
sono soppressi la Giunta e il Consiglio comunale. Tutte le funzioni
amministrative sono esercitate
obbligatoriamente in forma associata con altri Comuni contermini con
popolazione pari o inferiore a mille abitanti mediante la costituzione,
nell'ambito del territorio di una provincia dell'Unione municipale».
Vengono dunque introdotte le cosiddette "Unioni
municipali" che hanno determinate caratteristiche: «L'Unione municipale è
costituita dai Comuni contermini con popolazione pari o inferiore a
mille abitanti al fine dell'esercizio in forma associata di tutte le
funzioni amministrative e dei servizi pubblici di spettanza comunale. La
complessiva popolazione residente nel territorio dell'unione municipale
– viene altresì specificato – è pari ad almeno 5mila abitanti salvo
diverso limite demografico individuato con delibera della Giunta
regionale».
Ovviamente, viene anche contemplato il caso nel quale
le "risorse demografiche" non siano sufficienti a definire una "Unione
municipale". In tal caso, il decreto prevede l'applicazione delle norme
previste per i Comuni con una popolazione fino a tremila abitanti. Per
cui, tali Comuni andrebbero ad avere un organo di governo costituito dal
sindaco, da cinque consiglieri e da un massimo di due assessori. E per
quanto riguarda il discorso legato alle Unioni, andrebbero a comporle
con i Comuni contermini ai sensi dell'art. 32 del Testo unico degli enti
locali (le esistenti Unioni di Comuni). L'obiettivo è dunque quello di
razionalizzare, al fine di ridurre le spese complessive. I posteri
diranno se l'obiettivo verrà centrato.
Nel frattempo, in ambito provinciale le Unioni
municipali non raggiungerebbero la soglia minima prevista dalla bozza di
decreto. Infatti, osservando strettamente quali siano i Comuni
contermini, Sorbo San Basile, Fossato Serralta, Sellia e Cicala
raggiungono quota 3.021; Olivadi, Cenadi, Centrache, Argusto e Gagliato
si fermano a 2.690. Gli altri - Amato, Miglierina; Marcedusa, Andali;
Motta S. Lucia e Martirano; Jacurso - sono ben distanti dal raggiungere
una quota di popolazione sufficiente.
Dunque, per tutti si dovrebbe fare ricorso alle
alternative previste dalla bozza di decreto, ovvero nei primi due casi a
eventuali decreti della Giunta regionale; negli altri, gli organi
comunali saranno solo ridotti numericamente e non più unificati nella
figura del sindaco e si procederà alle Unioni di Comuni con le
municipalità (sotto i 5mila abitanti) vicine.
Articolo tratto dalla "Gazzetta del Sud