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giovedì 15 settembre 2011

Ecco cosa ne sarà dei piccoli comuni sotto i 1000 abitanti ( come Sellia) secondo l'ultima bozza sulla nuova manovra finanziaria

"Ne resterà solo uno" diceva Sean Connery nel film Highlander-L'immortale.
E chissà se anche lui aveva in mente i piccoli Comuni d'Italia e, nel particolare, i loro sindaci, chiamati a diventare in alcuni casi l'unico rappresentante istituzionale delle rispettive comunità locali.
È del resto quanto emerge dalla bozza di manovra finanziaria al vaglio del Parlamento in questi giorni, con le varie previsioni di tagli e accorpamenti che dovrebbero andare a incidere sulla spesa pubblica ridimensionandola e portandola a dei livelli più accettabili in chiave europea e, soprattutto, sostenibili per il fragile equilibrio finanziario italiano, gravato dall'enorme peso della spesa pubblica. Si sa già - e le cronache politiche di questi giorni lo stanno evidenziando - che non sarà un'impresa facile né realizzabile attraverso una sola manovra finanziaria e in una unica "era" politico-istituzionale - purtroppo nel creare i propri mali l'Italia è stata tragicamente lungimirante, visto che arrivano da lontano e i loro effetti vanno altrettanto lontano - ma le intenzioni sembrano proprio queste.
Alla luce dei provvedimenti prospettati, dunque, quale sarà l'impatto sui Comuni al di sotto dei mille abitanti nella provincia di Catanzaro? Proprio agli enti municipali che non raggiungono questa ormai "fatidica" soglia di residenti è infatti dedicato uno specifico articolo della bozza di manovra (il n. 16).
Si sta parlando di Cicala (991 abitanti), Martirano (953), Sorbo San Basile (886), Motta Santa Lucia (878), Amato (861), Andali (811), Miglierina (811), San Floro (713), Jacurso (639), Olivadi (609), Fossato Serralta (607), Cenadi (593), Gagliato (539), Argusto (538), Sellia (537), Marcedusa (453) e Centrache (411).
Ebbene, la loro attuale situazione prevede un Consiglio comunale composto da sindaco più 12 consiglieri, otto di maggioranza e quattro di opposizione (anche se recenti disposizioni di legge avevano già ridotto il numero di rappresentanti consiliari, riduzione attuata già alle ultime elezioni).
Le previsioni dell'art. 16 della bozza di manovra finanziaria stabiliscono che a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore del decreto, nei Comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti, «il sindaco è il solo organo di governo e sono soppressi la Giunta e il Consiglio comunale. Tutte le funzioni 
amministrative sono esercitate obbligatoriamente in forma associata con altri Comuni contermini con popolazione pari o inferiore a mille abitanti mediante la costituzione, nell'ambito del territorio di una provincia dell'Unione municipale».
Vengono dunque introdotte le cosiddette "Unioni municipali" che hanno determinate caratteristiche: «L'Unione municipale è costituita dai Comuni contermini con popolazione pari o inferiore a mille abitanti al fine dell'esercizio in forma associata di tutte le funzioni amministrative e dei servizi pubblici di spettanza comunale. La complessiva popolazione residente nel territorio dell'unione municipale – viene altresì specificato – è pari ad almeno 5mila abitanti salvo diverso limite demografico individuato con delibera della Giunta regionale».
Ovviamente, viene anche contemplato il caso nel quale le "risorse demografiche" non siano sufficienti a definire una "Unione municipale". In tal caso, il decreto prevede l'applicazione delle norme previste per i Comuni con una popolazione fino a tremila abitanti. Per cui, tali Comuni andrebbero ad avere un organo di governo costituito dal sindaco, da cinque consiglieri e da un massimo di due assessori. E per quanto riguarda il discorso legato alle Unioni, andrebbero a comporle con i Comuni contermini ai sensi dell'art. 32 del Testo unico degli enti locali (le esistenti Unioni di Comuni). L'obiettivo è dunque quello di razionalizzare, al fine di ridurre le spese complessive. I posteri diranno se l'obiettivo verrà centrato.
Nel frattempo, in ambito provinciale le Unioni municipali non raggiungerebbero la soglia minima prevista dalla bozza di decreto. Infatti, osservando strettamente quali siano i Comuni contermini, Sorbo San Basile, Fossato Serralta, Sellia e Cicala raggiungono quota 3.021; Olivadi, Cenadi, Centrache, Argusto e Gagliato si fermano a 2.690. Gli altri - Amato, Miglierina; Marcedusa, Andali; Motta S. Lucia e Martirano; Jacurso - sono ben distanti dal raggiungere una quota di popolazione sufficiente.
Dunque, per tutti si dovrebbe fare ricorso alle alternative previste dalla bozza di decreto, ovvero nei primi due casi a eventuali decreti della Giunta regionale; negli altri, gli organi comunali saranno solo ridotti numericamente e non più unificati nella figura del sindaco e si procederà alle Unioni di Comuni con le municipalità (sotto i 5mila abitanti) vicine.
Articolo tratto dalla "Gazzetta del Sud