Uffici pieni e pochi autisti e il paradosso
del costo del personale aumentato alla vigilia delle ultime elezioni
regionali. Alle Fdc negli ultimi anni c’è stato un rinnovo del parco
mezzi, ma il servizio è rimasto inefficiente con un parco autobus non
sempre di ultima generazione con tutti i comfort per gli utenti. Se da
una parte il trasporto su ferro produce un utile di circa 2 milioni di
euro l’anno, quello su gomma è un buco nero. Dai dati di bilancio pesa
molto il personale che nel 2009 è risultato essere di 927 unità, mentre
oggi si parla di 1000 dipendenti.
Nel 2009, alla vigilia delle elezioni regionali, sono stati espletati
alcuni concorsi per assumere altri autisti. Una necessità - secondo
l’azienda - per mancanza di personale idoneo. In sostanza gli uffici
delle Fdc sono pieni di addetti, molti sono ex autisti che oggi non sono
nelle condizioni di salute per salire su un autobus e così sono finiti
dietro le scrivanie e, in organico nel settore su gomma ci sono 34
addetti alla clientela che costano 1.3 milioni di euro. Poi ci sono 31
addetti di esercizio con un costo di 1.5 milioni; 11 addetti alla
mobilità che costano 468 mila euro; 10 coordinatori di ufficio che
costano 437 mila euro e poi 8 specialisti amministrativi per 300 mila
euro, 3 operatori alla manutenzione per 95 mila euro; 6 operai
qualificati per 287 mila euro; 3 collaboratori di ufficio per 119 mila
euro. In totale 491 persone, di cui solo 347 autisti, che costano 21.5
milioni di euro.
Passando al settore ferrovia in organico ci sono 387 dipendenti, di cui
45 macchinisti, il costo medio è di 42 mila euro. La sola funicolare di
Catanzaro costa circa 700 mila euro di stipendi e la gestione del
magazzino con 15 unità grava per 584 mila euro. Agli uffici della
ferrovia sono destinate 35 persone con un costo medio di 49 mila euro,
con un coordinatore (58 mila euro); 2 collaboratori di ufficio (85 mila
euro); 4 Unità per l’organizzazione tecnica (209 mila euro); 5
responsabili di unità tecnica (348 mila euro) e 11 specialisti tecnico-
amministrativi che costano 494 mila euro. Insomma un’azienda
appesantita da debiti e personale che non sta più sul mercato.
Su questi motivi si basa la decisione del presidente, espressione del
ministero dei Trasporti che è azionista di Fdc: eliminare il contratto
integrativo che vuol dire un risparmio di 6,8 milioni di euro per
portare la retribuzione ai livelli del settore privato (poco più di 30
mila euro) con stipendi ridotti del 30% e nonostante questo per stare
sul mercato si è quantizzato un esubero di 205 persone per le quali
potrebbe scattare la cassa integrazione.
Benefit e clientele alla base del crac delle
Ferrovie della Calabria, che per salvarsi deve necessariamente tagliare i
costi. E domani azienda e sindacati si riuniranno per decidere del
futuro nonostante il congelamento della decisione del Cda di dismettere
l'attività su gomma che produce ogni anno 15 milioni di euro di perdite.
Il rilancio del piano industriale delle Fdc, ha spiegato nei giorni
scorsi la Regione attraverso il consigliere delegato ai Trasporti Fausto
Orsomarso, non può non ripartire dalle risorse che la Regione, con il
contratto di servizio, mette sul tavolo. Si tratta di 46 milioni di euro
l'anno e non un solo euro in più può essere aggiunto. Il management e i
sindacati dei lavoratori in questi anni hanno dilatato la spesa senza
preoccuparsi delle conseguenze.
E ora togliere ai poveri per pagare i cospicui stipendi, rispetto al
settore privato, dei dipendenti delle Fdc non è più possibile. La
Regione detta nuove regole o in alternativa porterà i libri contabili in
tribunale. Le passività sfiorano i 100 milioni di euro.