In realtà, quella che in assoluto è certamente una buona notizia per il mondo accademico delle regioni meridionali, rischia di diventare l'ennesima riprova della debolezza e della marginalità della Calabria. A dimostrarlo è la crudezza dei numeri: alle nostre università vanno infatti 64 milioni di euro. Che non sono bruscolini, ma che certo finiscono per apparire briciole, se rapportate ad uno stanziamento che complessivamente ammonta a un miliardo e 14 milioni: 864 di risorse del Piano per il Sud e 150 per la creazione tre poli integrati di ricerca, alta formazione e innovazione.
A dominare la scena, nella ripartizione dei fondi, sono la Puglia (315 milioni) e la Sardegna (301 milioni): a ciascuna di queste va cinque volte ciò che è stato destinato alla Calabria, a cui è stata riservata la penultima “fetta”, essendo la quota per la nostra regione superiore solo a quella della Basilicata (22 milioni). E se il governatore Giuseppe Scopelliti sente di dover
«ringraziare i ministri Gelmini e Fitto» per «la sensibilità dimostrata», il capogruppo del Pd in commissione Cultura di Montecitorio, Manuela Ghizzoni, è scettica: «Forse questa decisione potrà rappresentare una boccata d'ossigeno, ma per il momento è poco più di un annuncio».