Un miliardo di euro per le università del Sud
alla Calabria solo il 6,4
per cento del totale. L'annuncio di un piano di interventi straordinari
a favore degli atenei del Mezzogiorno, che rappresenta una “costola”
del Piano per il Sud varato dal Governo, è arrivato dal ministro
dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e dal titolare del dicastero dei
Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, al termine di un'apposita
riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica.
In
realtà, quella che in assoluto è certamente una buona notizia per il
mondo accademico delle regioni meridionali, rischia di diventare
l'ennesima riprova della debolezza e della marginalità della Calabria. A
dimostrarlo è la crudezza dei numeri: alle nostre università vanno
infatti 64 milioni di euro. Che non sono bruscolini, ma che certo
finiscono per apparire briciole, se rapportate ad uno stanziamento che
complessivamente ammonta a un miliardo e 14 milioni: 864 di risorse del
Piano per il Sud e 150 per la creazione tre poli integrati di ricerca,
alta formazione e innovazione.
A dominare la scena, nella
ripartizione dei fondi, sono la Puglia (315 milioni) e la Sardegna (301
milioni): a ciascuna di queste va cinque volte ciò che è stato destinato
alla Calabria, a cui è stata riservata la penultima “fetta”, essendo la
quota per la nostra regione superiore solo a quella della Basilicata
(22 milioni). E se il governatore Giuseppe Scopelliti sente di dover
«ringraziare i ministri Gelmini e Fitto» per «la
sensibilità dimostrata», il capogruppo del Pd in commissione Cultura di
Montecitorio, Manuela Ghizzoni, è scettica: «Forse questa decisione
potrà rappresentare una boccata d'ossigeno, ma per il momento è poco più
di un annuncio».