domenica 18 dicembre 2011

Detto fatto si è ufficialmente dimesso il sindaco di Catanzaro Michele Traversa


 Michele Traversa  conosciuto con il motto detto fatto Che pochi mesi orsono travinse alle comunali con dei picchi da record si dimette dalla carica di sindaco della città capoluogo di regione Catanzaro
Sara' protocollata lunedi' la lettera di dimissioni del sindaco di Catanzaro, Michele Traversa, presentata questa mattina alla conferenza dei capigruppo e alla Giunta comunale. Un ulteriore passaggio che determinera' la conclusione della breve esperienza amministrativa del primo cittadino di Catanzaro, eletto la scorsa primavera. Ad annunciare il passaggio di lunedi', quando e' convocato il Consiglio comunale, e' stato lo stesso sindaco, che e' anche deputato del Pdl, al termine dei due incontri. Uscendo dal palazzo della citta', Traversa ha evidenziato:"Dichiaro il mio fallimento e chiedo scusa alla citta' e a quanti hanno amministrato con me, pero' la situazione e' disastrosa. Ho fallito anche se in questi mesi ritengo di avere lavorato onestamente e anche adesso come in passato non mi sono arricchito. Ho fatto il diavolo a quattro in queste ultime settimane per trovare una soluzione alla situazione di gravita' delle finanze comunali - ha concluso - ma non voglio essere certo io quello che si addossa la croce di chiudere le scuole a Catanzaro o di mandare a casa dei padri di famiglia".

Dopo le dimissioni del sindaco arrivano anche quelle dell'amministratore dell'Ambiente e Servizi, una delle partecipate del comune il cui dissesto sarebbe alla base della decisione di Traversa. Pasquale Costantino lascia dunque una società che avrebbe avuto bisogno di milioni di euro per sopravvivere.
Al pari delle altre che rischiano seriamente di non riuscire a garantire i livelli occupazionali e salariali

"Le annunciate dimissioni di Michele Traversa sono un grave atto di disinteresse del Sindaco, di quanto ha rappresentato e rappresenta, nei confronti della città di Catanzaro e dei suoi cittadini. - Comunica una nota del segretario generale della Cgil di Catanzaro - Lamezia, Giuseppe Valentino - Disinteresse che ha caratterizzato l’amministrazione in questi pochi mesi trascorsi dalle elezioni.
Traversa non è mai stato il Sindaco della Città, ha preferito stare altrove, non occuparsi dei tanti problemi che da Parlamentare ha, addirittura, contribuito ad incancrenire.
Poco incisivo sul futuro delle aziende partecipate, sulla questione rifiuti, sui drammi sociali che caratterizzano il mondo del lavoro catanzarese, soprattutto assente dal governo più complessivo della città. Nei pochi mesi di amministrazione marcata Traversa, Catanzaro si è isolata rispetto al territorio, perdendo la vocazione ad aggregare, ad essere da traino per le altre città e realtà importanti della provincia. Si è guardato solo ed esclusivamente alle piccole questioni interne, alle scaramucce politiche ed agli equilibrismi in seno alla maggioranza. - Continua la nota - Basta pensare, che a distanza di diversi mesi da una richiesta di incontro unitaria di CGIL, CISL, UIL volta a concertare il “governo” della città capoluogo, non v’è stata da parte del Sindaco alcuna risposta.

Un atteggiamento che se seppur giustificabile in qualche modo dalla concezione politica della coalizione della quale Traversa fa parte, non è tollerabile da parte di chi, il Sindaco appunto, per anni è stato un dirigente sindacale. Traversa così facendo ha tradito la sua storia personale.
Ma quello del tradimento è per Traversa uno stile, un modo di concepire la politica e l’amministrazione. Lo si capisce, dalle motivazioni che giorni fa corredavano, sui mezzi d’informazione, le paventate ed imminenti dimissioni del primo cittadino.
Dopo aver votato, in coerenza con la propria maggioranza politica, in Parlamento i tagli lineari ai Comuni di “tremontiana” memoria, contribuendo quindi allo sfascio economico della città di Catanzaro, scappa dalle proprie responsabilità rifugiandosi a Roma, tentando così di rimanere immacolato.
L’amarezza per la CGIL di Catanzaro, sta nella constatazione che la politica si sia tramutata, passando da una condivisione collettiva delle scelte, che quindi metteva al primo posto gli interessi dei rappresentati, a scelte che derivano e si attuano nell’interesse esclusivo dei rappresentanti. - Conclude la nota - Per cui diventa facile stare a Roma e fare scelte che riducono drasticamente i diritti di chi vive nel territorio, e poi nella propria città ergersi a difensore degli interessi dei propri concittadini facendo finta di non avere colpe. Come direbbe Travaglio: “Ci pisciano in testa e ci dicono che piove!”"