sabato 17 dicembre 2011

Francesco Azzarà finalmente è libero


     
 
 

L’operatore umanitario di Emergency era stato sequestrato in Sud Darfur in agosto. Grande festa a Motta San Giovanni paese del Reggino dove il giovane vive con i suoi familiari

È stato liberato il cooperante italiano che era stato sequestrato in Darfur: lo ha reso noto il Sudan Media Centre, un’agenzia indipendente vicina ai servizi di sicurezza di Khartoum. L’agenzia non cita il nome dell’ostaggio, ma l’unico italiano rapito nella regione sudanese di cui si sia avuta notizia è l’operatore di Emergency, il calabrese Francesco Azzarà, 34 anni, sequestrato ad agosto a Nyala mentre si recava in aeroporto con alcuni colleghi. “Le autorità del Darfur occidentale sono riuscite a liberare l’ostaggio italiano”, si legge nel dispaccio. Emergency ha poi confermato la notizia. “Francesco è libero!” si legge sul sito dell’Organizzazione. Appresa la notizia della liberazione di Francesco si è scatenata una grande festa e una massiccia mobilitazione a Motta San Giovanni, il paese del reggino dove Azzarà vive con i suoi familiari. Il sindaco, Paolo Laganà, ha subito affermato che si tratta di “un grande regalo per Natale”. All’esultanza del sindaco sono poi seguite anche quelle di moltissimi amici di Francesco che già dal suo rapimento si erano mobilitati con fiaccolate e iniziative pubbliche. Adesso ci vorranno 3-4 giorni per il rientro in Italia di Francesco, ha proseguito il sindaco. Stiamo preparando un momento di gioia collettiva. Ma per il rientro in Italia di Francesco, secondo le notizie che abbiamo appreso, ci vorranno almeno 3-4 giorni. Devo esprimere tutto il mio ringraziamento alle tante istituzioni italiane che, in questi mesi, ci sono state vicine chiedendo con forza che Francesco venisse liberato”. Laganà è visibilmente soddisfatto e sorride mentre guarda la foto di Azzarà esposta dal municipio. “L’esperienza di questo ragazzo - ha aggiunto - ha davvero colpito tutti. E la sua liberazione è una notizia che corona le nostre aspettative e ripaga l’impegno e la mobilitazione di tutti”. “siamo felicissimi - affermano alcuni amici di Francesco - perché questo è un grande momento di gioia. Le nostre voci sono state ascoltate ed ora speriamo di poter riabbracciare presto Francesco”. E comunque già immediatamente dopo il rapimento in Calabria si è scatenata una grande mobilitazione per sensibilizzare le istituzioni per ottenere la sua liberazione. Nel corso dell’estate a Motta San Giovanni, ma anche in altri comuni della Calabria, si sono svolte numerosissime manifestazioni, fiaccolate e marce in favore della liberazione del giovane cooperante di Emergency. Il 29 agosto, in una manifestazione dei Comuni organizzata a Milano, è stato letto pubblicamente un messaggio, chiedendo la liberazione di Azzarà. Subito dopo, su proposta di Emergency, le foto di Francesco sono state esposti sulle facciate dei palazzi delle istituzioni. In Calabria, dopo il comune di Motta San Giovanni, hanno immediatamente aderito all’iniziativa la Presidenza della Giunta e del Consiglio regionali. Con il passare delle settimane il rapimento di Francesco è diventato un caso seguito da tutti. Anche il Papa, Benedetto XVI, in occasione della sua visita a Lamezia Terme, aveva rivolto una preghiera in favore della sua liberazione. In questi mesi non sono mancate le iniziative promosse dal Comune di Motta San Giovanni e dagli amici di Azzarà. E così sempre più spesso, nelle manifestazioni pubbliche, spuntava un manifesto oppure una foto che ricordava il rapimento del giovane cooperante calabrese.
“La liberazione di Francesco Azzarà è una notizia che ci riempie di gioia. Speriamo di riabbracciare presto nella nostra terra il giovane volontario di Emergency rapito ad agosto”. Lo dichiara - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale - il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. “A nome di tutti i calabresi - aggiunge - voglio esprimere un sentito ringraziamento alle autorità italiane che hanno operato con grande professionalità e discrezione per raggiungere questo importante obiettivo. Il mio pensiero va anche ai familiari di Francesco, alla comunità di Motta San Giovanni ed a tutti coloro i quali sono stati vicini al giovane volontario”.