Pioveva
da una settimana la mattina ti alzavi che pioveva ti coricavi ed ancora
pioveva per poi iniziare daccapo.
Non si poteva svolgere nessun lavoro
nei campi la terra era inzuppata ,usciva acqua da tutte le parti. Il
centro storico(già fortemente provato dai vari cataclismi) iniziò a
muoversi, una grossa frana stava lesionando sempre più le case
rendendole di fatto pericolose anche se molte persone continuavano ad
abitarci perché non sapevano proprio dove andare. Passavano i giorni ma
pioveva sempre così si decise di portare fuori in processione la statua
di San Nicola ,in Chiesa si radunò quasi l’intera popolazione ed in
processione sotto una pioggia sempre insistente girarono tutto il paese
ma non smise di piovere anzi a tratti sembrava che l’acqua “a jettavanu a
cati cati” ormai il corteo era arrivato in piazza la Statua di San
Nicola riparata con un tetto di tavole fatto per l’occasione era
anch’esso inzuppato , proprio all’entrata della chiesa si decise di fare
un canto in onore del Santo molti ancora speravano che spiovesse altri
rassegnati dicevano” puru santu Nicola nabbannunau”. Cantavano,
cantavano tutti incuranti, di essere zuppi d’acqua sino al midollo;
mentre giravano la statua per farla entrare ecco che un timido raggio di
sole uscì tra le nuvole dopo un po’ smise di piovere tutti gridarono al
miracolo intonando lodi e preghiere, si porto il tavolo per far
adagiare la statua fuori e così rimase per l’intera giornata. Non
pioveva più roba da non credere scendeva una foschia sul borgo ma non
pioveva più, neppure una goccia, le case erano state duramente colpite
molte presentavano visibilmente delle crepe ai muri nelle quali ci
potevi infilare una mano altre iniziavano con i primi cedimenti di
tegole o intonachi , la paura era tanta sembrava che tutte le case del
paese alla fine sarebbero franate, alcune case scivolarono “sutta u
castellu” . Una donna molto devota, e molto stimate del paese aveva avuto un
sogno dove vide chiaramente San Nicola mentre teneva con una mano
Sant'angelo e con l'altra Ruscia,avvisandola che molte case sarebbero
cadute ma nessuno neanche un animale sarebbe morto. Raccontò tutto
all'arciprete il quale conoscendola per la sua forte fede decise di
rendere pubblico il sogno, durante l'omelia Domenicale molti non
credettero al sogno disperati,scoraggiati che tutto il paese sarebbe
destinato a franare,addirittura il priore dalla congrega
dell'Immacolata propose di spostare le varie statue,paramenti ecc..
delle due Chiese portandole in qualche posto più sicuro perché temevano
che anche la Chiesa potesse franare. Si viveva nel terrore, nella paura
che tutto il centro storico si sarebbe sbriciolato, sarebbe sceso a
valle molti chiusero le varie abitazioni presero le poche cose che
possedevano e lasciarono Sellia cercando riparo,sicurezza nei centri
vicini, intanto altre case continuavano a franate dando però a tutti
il tempo di mettersi al riparo, portando al riparo anche i pochi
mobili. La parte che franò tutta insieme fù quella di “ sutta santa
Maria” mentre le case sotto il castello sino alla chiesa furono quelle
che subirono meno danni ma erano completamente inabitabili.
dopo mesi e mesi di apprensione la frana si era completamente assestata risparmiando così come era stato detto in sogno da San Nicola tutte le abitazioni di Ruscia e di Sant Angelo con le rispettive.....
due Chiese tutti allora ringraziando e lodando l'amato protettore che ancora una volta era intervenuto in soccorso di Sellia proposero di fare un quadro,un enorme quadro dove ci sarebbe stato raffigurato San Nicola mentre con le man tese i tiene i due Rioni , ma alla fine il quadro non fu mai realizzato presi dalle varie problematiche dei tanti senza tetto e per i scarsi aiuti da parte dello stato, che almeno nell'immediato post alluvione furono irrisori ( bisogna ricordare a tal proposito che l'alluvione fu in un periodo nero per l'Italia fascista la quale combatteva una sanguinosa e alquanto ambigua guerra che portò in pieno conflitto mondiale ad uno scambio di alleanze con drammatiche ripercussioni interni)Molti Selliesi in quel drammatico periodo non sapendo dove sistemarsi decisero di lasciare il paese natio definitivamente. Le case che risultavano poche per soddisfare le varie famiglie numerose di alluvionati furono costruite di legno, piccole, fredde prive di tutto erano chiamate "barracche"ecco da dove nasce il nome dato all'origine alla parte nuova di Sellia " I barraccuni".
dopo mesi e mesi di apprensione la frana si era completamente assestata risparmiando così come era stato detto in sogno da San Nicola tutte le abitazioni di Ruscia e di Sant Angelo con le rispettive.....
due Chiese tutti allora ringraziando e lodando l'amato protettore che ancora una volta era intervenuto in soccorso di Sellia proposero di fare un quadro,un enorme quadro dove ci sarebbe stato raffigurato San Nicola mentre con le man tese i tiene i due Rioni , ma alla fine il quadro non fu mai realizzato presi dalle varie problematiche dei tanti senza tetto e per i scarsi aiuti da parte dello stato, che almeno nell'immediato post alluvione furono irrisori ( bisogna ricordare a tal proposito che l'alluvione fu in un periodo nero per l'Italia fascista la quale combatteva una sanguinosa e alquanto ambigua guerra che portò in pieno conflitto mondiale ad uno scambio di alleanze con drammatiche ripercussioni interni)Molti Selliesi in quel drammatico periodo non sapendo dove sistemarsi decisero di lasciare il paese natio definitivamente. Le case che risultavano poche per soddisfare le varie famiglie numerose di alluvionati furono costruite di legno, piccole, fredde prive di tutto erano chiamate "barracche"ecco da dove nasce il nome dato all'origine alla parte nuova di Sellia " I barraccuni".
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte