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martedì 24 gennaio 2012

In Calabria le pale.. girano solo per gonfiare i portafogli dei soliti noti. Confermato anche dal Tribunale del riesame il sequestro del parco eolico di Girifalco


Il tribunale del riesame di Catanzaro ha confermato il sequestro del parco eolico di Girifalco
cui i carabinieri apposero i sigilli il 22 dicembre del 2010. Il collegio del capoluogo calabrese, ravvisando irregolarita' legate alla mancata dichiarazione di inizio lavori per la costruzione dell'opera al Genio civile, ha respinto il ricorso col quale si chiedeva il dissequestro del parco, presentato dall'avvocato Giancarlo Pittelli legale dell'operatore energetico International Power, proprietario del 75 per cento di quote dell'opera (mentre il 25 per cento appartiene alla societa' Brulli Energia), il quale a questo punto ricorrera' alla Corte di cassazione. Sara' per la precisione il secondo ricorso al Giudice supremo, poiche' la difesa aveva gia' una prima volta chiesto il dissequestro del parco di 30 Mw, realizzato in contrada Serre del Comune di Girifalco, ma il tribunale, il 4 gennaio 2011, non si era pronunciato nel merito per via di un asserito difetto di forma dell'impugnazione. La successiva pronuncia della Cassazione, pero', aveva dato ragione alla difesa, annullando la decisione del collegio catanzarese e rinviando gli atti per una nuova pronuncia che, pero', e' stata nuovamente negativa per la International Power. Il sequestro del parco eolico fu disposto dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del sostituto procuratore Carlo Villani, titolare delle indagini dei carabinieri del Reparto operativo provinciale di Catanzaro che a ridosso di Natale di due anni fa apposero i sigilli alle enormi pale a Girifalco. Il provvedimento emesso dal gip si basava su tre aspetti fondamentali sostenuti dalla pubblica accusa: il mancato rispetto delle distanze tra le pale e le abitazioni private, e tra lo stesso parco e un altro realizzato in precedenza, oltre al mancato rispetto di alcune prescrizioni imposte dalla delibera regionale che ne autorizzava la realizzazione. Lo stesso parco eolico il 17 maggio scorso e' tornato ad occupare le cronache locali quando i carabinieri hanno arrestato l'imprenditore Domenico Strumbo, per una presunta estorsione ai danni della societa' Brulli di Reggio Emilia che nel maggio del 2009 era impegnata nei lavori di realizzazione della struttura. Nel novembre seguente, poi, un altro imprenditore edile, Rocco Mungo, 52 anni, di Vallefiorita (Cz), e' stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare con l'accusa di aver tentato assieme a Strumbo e ad una terza persona l'estorsione aggravata alla Brulli. Secondo la tesi della pubblica accusa,
in particolare, nel maggio 2009 il rappresentate della "Brulli" sarebbe stato avvicinato da Giovanni Bruno, successivamente ucciso in un agguato, il quale avrebbe richiesto alla ditta emiliana il pagamento di una somma di denaro con lo scopo "di agevolare la crescita del territorio" - nonostante ne' lui ne' alcuno dei suoi familiari fossero in possesso di terreni legati all'iniziativa -, nonche' per evitare che succedessero "cose strane" nei cantieri. A favorire questo incontro sarebbe stato proprio Mungo insieme a Strumbo. Per questi ultimi la Procura della Repubblica ha chiesto ed ottenuto il giudizio immediato, che comincera' il 27 febbraio prossimo davanti al tribunale collegiale di Catanzaro.