Romano La Russa è il numero dieci. Non nel senso calcistico, ma nella
speciale e poco invidiabile lista degli indagati al Pirellone, tra
consiglio regionale della Lombardia e giunta Formigoni. L’assessore alla
Sicurezza in quota Pdl, fratello del più noto Ignazio, è sotto inchiesta
per finanziamento illecito al suo partito per alcune elezioni tra il
2010 e il 2011. Il decimo dunque, su un totale di 80 consiglieri e 16
assessori.
Il primo a finire sotto la lente della magistratura è stato Gianluca
Rinaldin, 37 anni, consigliere regionale comasco del Pdl. Nel febbraio
2008 era finito ai domiciliari per truffa, falso, corruzione e
finanziamento illecito. Rinaldin, ora sotto processo per quelle vicende,
avrebbe utilizzato 331 mila euro per acquistare tessere di Forza Italia
in vista del congresso provinciale del partito e avrebbe ottenuto
finanziamenti dalla regione gonfiando, con l’emissione di fatture false,
il valore di un’opera pubblica, la ristrutturazione del lido di
Menaggio. Altre indagini per corruzione sono state avvisate sul suo
conto anche nel 2010, appena due settimane dopo l’elezione in Regione.Alla fine del 2010 è toccato a Nicole Minetti, sicuramente la più famosa tra gli indagati del Pirellone. L’ex igienista dentale riminese, 27 anni, inserita nel listino bloccato del presidente Roberto Formigoni, è imputata per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile insieme a Emilio Fede e a Lele Mora. La vicenda è quella del cosiddetto Rubygate: Minetti, dopo il fermo per furto della marocchina Karima El Mahroug, conosciuta appunto come Ruby, si presentò in questura per ottenere l’affidamento della ragazza, allora minorenne. Per la procura, Nicole Minetti aveva il compito di arruolare le ragazze per i festini ad Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi.
Un anno fa è arrivata una delle accuse più curiose: concorso in associazione per delinquere. Curiosa perché proviene dall’inchiesta della procura di Bergamo sul tifo violento. Daniele Belotti, classe 1968, assessore leghista al Territorio e all’urbanistica, sarebbe l’anello di congiunzione tra istituzioni e curva: sarebbe l’ideologo degli ultrà e il consigliere dei leader della curva dell’Atalanta. Tra i reati contestati ai tifosi, rissa e danneggiamento.
A luglio 2011 a tremare è stato il Partito Democratico. Filippo Penati, già sindaco di Sesto San Giovanni e presidente della provincia di Milano, candidato del Pd alle regionali del 2010 e ora ex vicepresidente del consiglio regionale, è indagato dalla procura di Monza per corruzione e concussione riguardo alla riqualificazione delle ex aree Falck di Sesto. Penati sarebbe al vertice del cosiddetto “sistema Sesto”, un giro di tangenti per gli appalti nella ex Stalingrado d’Italia. L’ex uomo forte del Pd milanese è indagato anche per concorso in corruzione per una presunta plusvalenza sull’acquisto delle azioni della Milano-Serravalle.
Sempre a luglio 2011 è stata la volta dell’unica non eletta, Monica Rizzi, assessore leghista a Sport e giovani. Rizzi è indagata per trattamento illecito dei dati personali: secondo l’accusa sarebbe stata aiutata da un sottufficiale della Guardia di Finanza per avere accesso a informazioni riservate. Il dossieraggio sarebbe servito a a favorire la candidatura di Renzo Bossi al consiglio regionale. Pochi mesi prima Rizzi era stata denunciata dall’ordine degli psicologi perché si spacciava per psicanalista pur non avendo mai conseguito il titolo di studio. Sulla vicenda indagò la procura di Brescia.
Il 30 novembre 2011 è stato arrestato Franco Nicoli Cristiani, classe 1943, ex vicepresidente del consiglio regionale. Scarcerato il 24 febbraio 2012, è ancora indagato per corruzione e traffico illecito di rifiuti. Secondo l’accusa, il consigliere Pdl bresciano avrebbe permesso lo smaltimento di rifiuti tossici nel cantiere della Brebemi. I carabinieri hanno trovato in casa sua una presunta bustarella di 100 mila euro.
Il 16 gennaio 2012 è finito in carcere Massimo Ponzoni, anche lui Pdl, segretario dell’ufficio di presidenza in Regione, per corruzione, concussione, finanziamento illecito e bancarotta fraudolenta. Per il gip avrebbe ottenuto quasi 1,5 milioni di euro in contanti da imprenditori locali, più terreni e beni vari per quasi 2 milioni, per le sue immobiliari e circa 345 mila euro per le campagne elettorali. Nell’ordinanza si parla anche di rapporti del politico con i clan della ‘ndrangheta.
Il secondo indagato del 2012 è nientemeno che il presidente del consiglio regionale, il leghista Davide Boni, 49 anni. Le accuse di corruzione sono relative a vicende risalenti ai tempi in cui era assessore all’Edilizia. Tangenti per oltre 1 milione di euro, tra quelle promesse e quelle effettivamente versate, denaro per ottenere una corsia preferenziale nella costruzione di centri commerciali nell’hinterland milanese. Il sospetto della procura è che parte del denaro abbia finanziato la Lega Nord.
L’ultimo in ordine di tempo, prima che anche Romano La Russa finisse in questa lista dei politici regionali lombardi indagati, è stato Angelo Giammario, consigliere Pdl di origini pugliesi e vicepresidente della commissione Ambiente al Pirellone. Il 14 marzo scorso è stato accusato di corruzione e finanziamento illecito, per aver ricevuto una mazzetta da 10 mila euro per favorire appalti sulla manutenzione di giardini e aiuole pubbliche.
Tra tutti gli indagati, ben quattro (Boni, Penati, Nicoli Cristiani, Ponzoni) fanno parte dell’ufficio di presidenza. L’unico membro non indagato è Carlo Spreafico.
a mio parere la lista potrebbe anche aumentare, dove c'è ndrangheta ci sono soldi , e in Lombardia i soldi non mancano, come non mancano gli aiuti per la Calabria , in Calabria avete di più , più morti e soldi per la mala sanità , ma il vostro presidente di regione chi è ? leggete qualche articolo che lo riguarda.
RispondiEliminascopelliti solo i calabresi non hanno capito ancora chi è!
RispondiEliminaqualli del nord italia sono i veri manovratori del marcio noi del sud siamo semplici marionette nelle loro mani che ci comprano con 4 denari
RispondiEliminanel pirellone abbiamo una monarchia assoluta il presidente formigoni governa indisturbato da molti anni forse lascierà l'incarico solo dopo la sua morte
RispondiEliminaEMILIO