Continua a riservare sorprese su
sorprese grazie alla stratificazione della città magno greca di
Skylletion (che leggenda vuole fondata da Ulisse) e di quella romana di
Scolacium (patria di Magno Aurelio Cassiodoro). La grande mole
dell’anfiteatro romano ora è persino visibile dall’alto grazie a “google
maps” (il primo cerchio a sinistra a lato della foto seguente).
Un vero e proprio gioiello da
valorizzare e custodire insieme agli altri monumenti del parco
archeologico Catanzarese (il teatro, il foro, le terme, la basilica, le
statue e i reperti custoditi all’interno del museo archeologico del
parco). L'edificio sorge in un settore marginale della colonia romana di
Scolacium ed è probabile che il luogo scelto sfrutti una depressione
naturale, ampliata e riadattata con l'impianto di muraglioni radiali in
opera incerta con ammorsature e cinte di mattoni, integrati da strutture
curvilinee, basate su uno schema ellittico. L’anfiteatro scolacense
(con asse maggiore di circa 85,50 metri e asse minore all’incirca di 65
mt, arena con assi di circa 45 mt e 32 mt) fu realizzato impiantando nel
settore collinare strutture radiali che si innestano sul muro
perimetrale, creando vani trapezoidali allungati privi di finestre, in
parte agibili, ed in parte costruendo cassoni sotterranei (come per
esempio nell’anfiteatro di Saintes), coperti in alcuni casi da volte a
botte, su cui si impiantavano le gradinate della cavea. Lungo il settore
orientale, ove venne sbarrata una gola di dimensioni ridotte, originata
dallo scolo delle acque pluviali, si edificò invece un settore “a
struttura cava”, della quale sono stati portati alla luce significativi
elementi superstiti, relativi ad almeno due livelli con arcate e volte
in concrezione di laterizi e pietrame. Quella più bassa, che si sviluppa
sull’asse maggiore dell’anfiteatro, fungeva quasi sicuramente anche da
entrata all’arena (vomitorio). Della facciata esterna si conservano
parti in opera incerta e opera testacea, con robusti contrafforti in
punti strutturalmente significativi. Riguardo alle gradinate per gli
spettatori erano costituite da elementi in pietra locale (calcarenite
bianca) accuratamente sbozzati, mentre in altri settori probabilmente
dovevano essere lignee, secondo modalità riscontrate in altri
anfiteatri di tutto il mondo romano.
Tra fine III e IV secolo un settore
abbandonato dell’edificio fu occupato da una sontuosa dimora posta su
varie terrazze (in gran parte distrutta, come i resti dell’anfiteatro,
dai lavori agricoli tra XIX e XX secolo), su cui si sovrappose tra V e
VI secolo un’altra costruzione con poderose fondazioni che tagliano le
preesistenze e sfruttano in parte i resti dell’anfiteatro.
Ma potrebbero essere ancora tante le
scoperte che potrebbe riservare Scolacium, la grande città costiera, che
si estende fin dentro il territorio di Catanzaro, lungo la valle del
Corace, visto che nella zona della costruenda cittadella regionale, sono
venuti alla luce numerosi reperti. Un caso non isolato, in quanto nei
pressi della cabina Enel “Catanzaro 2” - e ancora - di fronte la nuova
stazione ferroviaria, ma anche lungo il corso della....
Fiumarella (l’antico
fiume Zaro) sono emerse testimonianze dell’antico passato dell’antica
Scolacium, nucleo originario della città di Catanzaro.
come abbiamo visto anche in altri articoli un territorio ricco di reperti storici ma che spesso vengono trattati con scarso rispetto
RispondiEliminaauguro a tutti una buona domenica ciao
RispondiEliminaMaria