L’attesa decisione del Consiglio dei ministri sul futuro del
consiglio comunale della città dello Stretto è arrivata. Scioglimento
per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività
amministrativa. Un macigno sulla politica reggina e sulla città che
incassa una decisione che in più occasioni il ministro dell'Interno Anna
Maria Cancellieri ha definito «sofferta».
Lo scioglimento del civico consesso - con conseguente
commissariamento per un periodo di almeno 18 mesi prorogabili a 24 - del
Comune trae la sua origine soprattutto dalla vicenda della
Multiservizi, la società partecipata del comune finita al centro di una
serie di inchieste della Dda in quanto ritenuta fortemente infiltrata
dalla cosca Tegano e successivamente sciolta dalla giunta Arena. Ma non
solo: solo almeno tre le vicende personali direttamente collegate
all’attività di esponenti di primo piano del consiglio comunale o della
giunta eletti appena lo scorso anno. In particolare, emergono la
posizione del consigliere Giuseppe Plutino, le intercettazioni
riguardanti l’assessore Pasquale Morisani e la presenza al funerale del
boss Domenico Serraino del presidente del consiglio comunale Sebi
Vecchio.
Giuseppe Plutino fu arrestato lo scorso 21 dicembre con l’accusa di
concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione
condotta dalla squadra mobile di Reggio, in quanto ritenuto «concorrente
esterno della cosca Caridi» avendo fornito «un concreto, specifico,
consapevole e volontario – recita il capo di accusa – contributo alla
stessa come referente politico del sodalizio, destinatario delle
preferenze elettorali ricevute sia dagli affiliati, sia da parte di
terzi ma raccolti in suo favore dagli esponenti della cosca con
particolare riferimento a quelle per l’elezione del consiglio comunale
di Reggio Calabria del maggio 2011».
La figura dell’assessore Pasquale Morisani appare, invece,
probabilmente correlata allo scioglimento in relazione ai contatti che
dell’esponente politico sorpreso con il boss Santo Crucitti. Morisani
risulta essere stato intercettato presso l’impresa del boss dove si è
recato nel corso della campagna elettorale.
Infine, per quanto concerne il presidente del consiglio comunale Sebi
Vecchio “l’imbarazzo” nasce dalla presenza nelle carte del processo
contro i Serraino di una relazione di servizio relativa ai funerali del
boss Domenico Serraino. Secondo quanto si apprende nella informativa,
alle esequie di don “Mico era presente l’allora assessore comunale di
Reggio Calabria Vecchio, agente in aspettativa della Polizia di Stato e,
appunto, attuale presidente del Consiglio comunale della Città dello
Stretto.
Il funerale balzò agli onori della cronaca perché nonostante il
divieto di funerali pubblici ordinati dall’allora questore Carmelo
Casabona davanti alla chiesa si presentarono a migliaia. Domenico
Serraino, di 65 anni era ai domiciliari da quando in carcere gli era
stata diagnosticata una malattia incurabile. In precedenza era stato
condannato a 30 anni di reclusione per associazione mafiosa ed omicidio
reati risalenti tra la fine degli anni ‘80 e i primi anni ‘90.
il nostro grande presidente sta uccidendo catanzaro bravo
RispondiEliminami dispiace contrardirti ma catanzaro sta facendo carachiri da sola
RispondiEliminama il grande capo è proprio lui che per moltissimi anni è stato sindaco di reggio sperperando milioni di euro
RispondiEliminaIn questo momento triste vorrei ricordare il grande vero sindaco di reggio ITALO FALCOMATA'
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