Sino all’inizio del secolo scorso la morte era di casa in
ogni abitazione, si moriva con una facilità incredibile, si moriva delle più
svariate malattie che oggi fanno sorridere verso le quali si guarisce con un banale antibiotico. La campana suonava quasi ogni
giorno, la natura faceva una selezione minuziosa solo i più sani, i più forti
riuscivano a sopravvivere. Le natalità erano altissime ma erano veramente tanti
i bambini che morivano, la campanella piccola che suonava solo quando moriva un
bambino suonava molto spesso. Le condizioni igieniche erano molto precari o
proprio assenti. Una banale influenza
come la temuta malaria o il vaiolo spesso
portava alla morte di bambini e anziani soggetti più deboli. Gianni era un
povero contadino del borgo di Sellia nella sua umile abitazione la morte aveva
fatto visita più di una volta. Ultimamente il padre che abitava con lui si era gravemente
ammalato dopo un po’ mori, cosi Gianni si recò dall’arciprete per far celebrare
la messa di compianto, anche se era molto povero ordino dei fiori, il parato a
lutto e il corteo funebre con i chierichetti . L’arciprete alla fine le domandò
con la Cappa o senza? Il povero Gianni non sapeva di cosa si trattava ma per
non sembrare ignorante ma soprattutto per non far mancare niente all’ultimo
saluto verso il caro padre disse senza pensarci due volte “ Ccu a Cappa… ccu a
cappa” La funzione si svolse in un freddo pomeriggio d’inverno con le massime
onorificenze che la chiesa poteva offrire luci, parato, chierichetti ecc… Il
giorno dopo la Messa mattutina Gianni si recò in sacrestia per pagare con una
lauta offerta i vari servigi offerti durante il funerale. Gianni lasciò cosi la
sua offerta sul tavolo della Sacrestia sicuro che l’arciprete ne sarebbe
rimasto più che contento ma invece mentre stava per uscire il sacerdote lo
richiamo dicendogli: “mancano i soldi
per la cappa” Gianni rimase un po’ sorpreso era sicuro che i soldi sarebbero
stati più che sufficienti per pagare tutto soldi racimolati con grandi
sacrifici. Ma per non fare brutte figure non sapendo che cosa fosse questa
benedetta “Cappa”in modo rassicurante rispose: “Nun vi preoccupati Arcipre….. i
sordi ppè a Cappa vi portu domana” Cosi il povero Gianni fu costretto a
racimolare altri soldi per saldare il debito. Dopo qualche anno mori la suocera
di Gianni e come per la buonanima del padre si recò dall’arciprete per chiedere
il massimo anche per la funzione della suocera; mentre stava per andare via
l’arciprete le disse: Gianni ccu a Cappa o senza?” subito lui ..
risposte senza pensarci due volte:
Arcipre…..mavitu cappatu na vota nun mi cappati chjiù”
“La Cappa” era un paramento Sacro indossato dall’Arciprete a
secondo delle varie occasioni religiose festività o lutto. Quella a lutto era
finemente lavorata di colore grigio, nera la parte interna che andava in forte
risalto quando due chierichetti posti ai lati del’Arciprete durante la funzione
tenevano sollevato il lungo paramento Sacro
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale)con esplicito riferimento della fonte
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Dovresti spiegare che cosè la cappa, altrimenti molte persone che non sono selliesi, ma anche per molti selliesi come relativamente giovani, non capiscono il senso del fattarello. Peppi
RispondiEliminaSi infatti io essendo un pò giovani non so cosa sia a CAPPA
RispondiEliminaio lo so benissimo anche perchè ormai sono anziano ma lo lascio dire a selliaracconta perchè sono sicuro che il non aver inserito il significato sia stato volutamente voluto
RispondiEliminaGianni Mi
Devo ammettere che non si è trattata di una cosa voluta ma di una semplice svista nel fare il copia e incolla del racconto da inserire sul blog la parte finale dove viene spiegato ai più giovani il significato della "Cappa" non è stata inserita. Ora ho provveduto nell'inserire il tutto. Colgo l'occasione per fare tanti cari saluti ai veramente tanti amanti dei racconti che ci seguono sempre con interesse. I racconti inediti su Sellia da inserire sono ancora tanti mensilmente come ormai da abitudine ne inserirò uno. Mentre con il prossimo anno riproporrò a grande richiesta sempre mensilmente anche i tanti bellissimi racconti già inseriti. Ancora Grazie per l’affetto che dimostrate verso Sellia racconta, un caro saluto a tutti
RispondiEliminaSempre belli questi racconti che descrivono determinati periodi storici della nostra comunità
RispondiEliminaSindaco Davide a quando un bel libro sotto l'effige del comune? Inserendo il tantissimo materiale presente su questo sito, sarebbe un bel gesto verso la memoria storica del nostro paese
Tonino
si bei racconti inoltre scopriamo anche vecchi vocaboli
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